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Arte

Bergamo

Visita alla nuova Carrara: esperienza avvolgente e allettante, percorso quasi spirituale video

C'è stato un ridimensionamento ma muoversi all’interno del percorso oggi restituisce il sapore della villa patrizia e della dimora dell’arte a un contenitore architettonico neoclassico che è nato come scrigno del collezionismo privato

Bergamo. Dalle 450 opere del 2007, alle 600 opere del 2015, alle 300 opere del 2023. In quindici anni la Pinacoteca Carrara si è allargata e si è ristretta cercando di azzeccare la formula migliore per sfoggiare i propri gioielli.

Il riallestimento inaugurato il 28 gennaio 2023 per Bergamo Brescia Capitale è, nei fatti, un notevole ridimensionamento: si passa da 28 sale espositive con 600 tra dipinti e sculture, a 16 sale con 300 opere al secondo piano dell’edificio, mentre il primo piano è consacrato alle mostre temporanee. Va detto, però, che muoversi all’interno del percorso è oggi un’esperienza avvolgente e allettante, che restituisce il sapore della villa patrizia e della dimora dell’arte a un contenitore architettonico neoclassico che è nato come scrigno del collezionismo privato.

L’atmosfera intima e famigliare suggerita dalle scelte cromatiche e luminose del nuovo setting spaziale accompagna il visitatore in una sorta di percorso spirituale che, digradando via via verso colori più aerei, alleggerisce l’esercizio della conoscenza. Inoltre, i nuovi accostamenti di opere, più spaziati e iconici, consentono subito di trovare i pezzi del cuore a chi la Carrara la conosce bene, mentre rendono più memorabile l’esperienza per il pubblico occasionale.

È vero che molte opere sono scivolate nei depositi, ma è anche vero che gli umori, i piaceri, le intelligenze del pubblico mutano, mentre le opere “necessarie” restano e in questo restyling fanno tutte bella mostra di sé alle pareti.

Dopo la prima sala con le raffinatissime opere dell’Italia centrale tra Gotico e Rinascimento, si entra subito “in medias res” col capolavoro di Pisanello (“Ritratto di Lionello d’Este”) corredato da sette medaglie in bronzo dello stesso Pisanello e, di fronte, i tarocchi di Bonifacio Bembo. La sala 3 è il regno del Mantegna, con “San Bernardino da Siena”, la “Madonna col Bambino” e la “Resurrezione di Cristo” in fila sulla medesima parete, in eccellente compagnia delle splendide opere di Giovanni Bellini, di Crivelli,  di Schiavone , della celeberrima “Madonna col Bambino” di Cosme Tura.

Delle sale successive difficile raccontare in poche righe la temperatura emotiva, per la qualità assoluta dei dipinti e delle sculture che vengono accostate. Le Madonne col Bambino di Bellini e la Madonna Baglioni di Andrea Previtali, le grandi opere del Vivarini, i busti e i marmi barocchi della donazione Federico Zeri non più esposti separatamente, i gioielli di Sandro Botticelli (il “Vir dolorum”, le “Storie di Virginia Romana” e il “Ritratto di Giuliano de Medici”), il “San Sebastiano” di Raffaello,  le opere dell’identità lombarda da Foppa al Bergognone, fino al trionfo di Bergamo e della terraferma veneta nella sala 10, dove competono il Lotto, Moretto, Tiziano, Previtali, Palma il Vecchio, Jacopo Bassano, Altobello Melone e l’unica donna in mostra Sofonisba Anguissola, a fianco di altre medaglie della collezione Scaglia. Non da meno la sala 11, con ben dodici ritratti del Moroni tra tele di Cavagna, Lolmo, Campi e Peterzano e la sala 12, spettacolare con la sequenza espressiva delle personalità ritratte da Fra Galgario rivolte alle cinque ammalianti nature morte di Evaristo Baschenis sulla parete opposta. E poi, ancora, la Venezia di Tiepolo, Guardi, Canaletto, Longhi, Bellotto, fino alla grande pittura di storia con la teatrale tela di Hayez che domina il piccolo ambiente della sala 14. Per concludere, dopo la sequenza rappresentativa dei ritrattisti della Scuola di pittura della Carrara, con l’intensa sintesi dell’imminente Novecento affidata in sala 16 al “Ritratto della figlia Irene” di Cesare Tallone, a “Paolo e Francesca” di Previati e al “Ricordo di un dolore” di Pellizza da Volpedo. Una chiusura che fa da trait d’union col precedente allestimento, che proprio al modernissimo e struggente Pellizza affidava il congedo dei visitatori nell’allora sala numero 28.

Tra le importanti novità in mostra, il “Ritratto di gentiluomo” (1730-35) di Fra Galgario, acquistato recentemente dallo Stato e destinato dalla Direzione Regionale Musei Italia proprio alla Carrara e il “Ragazzo con canestra di pane e dolci” di Baschenis, un eccezionale dipinto di figura che mancava tra i Baschenis del museo,  recentemente donato da Mario Scaglia insieme alla vasta raccolta di opere metalliche (un migliaio di pezzi tra medaglie, placchette, nielli e crocifissi dal ‘400 al ‘700) una parte delle quali corredano ora le sale della pinacoteca.

Nel percorso si torna, per ora, da dove si è venuti, in attesa del tour circolare affidato ai prossimi lavori che collegheranno i tre piani offrendo anche un’inedita prospettiva della Carrara nel contesto delle mura venete.

Merita una menzione a sè il welcome audiovisivo al piano terra, alla base del percorso, che presenta la Carrara come “una collezione di collezioni”, passando in rassegna i protagonisti di questi lasciti, dal conte Carrara, a Guglielmo Lochis, a Giovanni Morelli, a Federico Zeri, a Mario Scaglia. E’ da lì che si sale ai piani alti, da quella che era “la scala di servizio” (come la qualificò con qualche rammarico nel 2015 Trento Longaretti, che rimpiangeva l’accesso dal nobile scalone del lato mancino), completamente trasformata però in un tripudio cromatico dall’intervento del duo californiano Fallen Fruit. Si procede, infatti, avvolti in una totalizzante “tappezzeria” di fiori, frutti, dettagli tratti dalle opere della pinacoteca, dai palazzi storici, dalle chiese, dalle strade della città di Bergamo: una caccia all’indizio tutta da decifrare, che risulta particolarmente divertente all’interno dell’ascensore tramutato in una sorta di scatola magica citazionista e perturbante.

Le nuove audioguide disponibili in biglietteria sono distinte in 16 sezioni con brevi presentazioni delle opere più importanti e percorsi personalizzati attraverso la app La Carrara, con contenuti digitali e interattivi.

 

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