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L'analisi

Maehle e Lookman archiviano la pratica Samp: Atalanta ancora imbattuta nel 2023

La squadra del Gasp, sempre in un contesto invernale, torna a regalare una tripla gioia in due settimane: dopo Salernitana e Spezia a farne le spese è la Sampdoria di Stankovic

L’Atalanta non stecca, fa il proprio dovere e come da pronostico rimanda la Samp al mittente godendosi un’altra serata gradevolissima al Gewiss Stadium. Uno stadio che, con curva e nome nuovi e con il pubblico presente (togliendo la drammatica parentesi Covid), ha visto pochissime volte gioire in modo consecutivo i propri tifosi. Per trovare infatti tre successi casalinghi di fila a porte aperte bisogna tornare a cavallo tra 2019 e 2020 (vittorie con Verona, Milan e Parma). La squadra del Gasp, sempre in un contesto invernale, torna a regalare una tripla gioia in due settimane: dopo Salernitana e Spezia a farne le spese è la Sampdoria di Stankovic.

Alla lettura delle distinte si capisce che Gasperini non stia pensando minimamente all’Inter. Infatti il neo 65enne manda in campo la formazione tipo con il rientro di Koopmeiners e l’impiego di Djimsiti al centro della difesa in sostituzione dell’infortunato Palomino. Pronti via e gli ospiti partono pressando più alto del previsto e la prima chance capita proprio ai blucerchiati, i quali al minuto 9 prima danno del filo da torcere a Musso con Gabbiadini e poi sul proseguo immediato dell’azione fanno compiere al portiere argentino una prodezza di riflesso su Augello.

L’Atalanta ha tra le proprie mani il pallino del gioco, ma l’organizzazione della Samp regge bene sul piano difensivo e rende la manovra orobica molto orizzontale: le coppie delle due catene esterne neroblu faticano a verticalizzare e devono appoggiarsi spesso sul centrocamp, che a sua volta prova a imbeccare Højlund ma anche per il danese appare una serata tutt’altro che semplice con Nuytinck che lo pedina alle spalle. Nonostante ciò nelle sporadiche circostanze in cui le linee verticali si congiungono la Dea diventa pericolosa: Hateboer va vicino al vantaggio mentre la punta vichinga impegna due volte Audero.

Nel finale di primo tempo la Dea aumenta i giri e la presenza nella metà campo avversaria: l’azione che porta all’1-0 è frutto di perseveranza. Parte con Maehle che recupera palla sulla trequarti, poi Boga dal fondo crossa, a seguire Lookman impatta con il palo, Hateboer segue sul secondo palo, non tentenna e rimette in mezzo dove proprio Maehle spinge in porta la palla da pochi metri con la fronte. Questo tipo di gare sono tante dure da sbloccare quanto poi più “facili” da gestire. Una volta sbloccate lo spartito cambia in quanto la squadra avversaria deve osare di più e quindi concedere maggiori spazi. Nella seconda frazione gli uomini di Gasperini dimostrano buona maturità e amministrano bene il vantaggio. L’ennesima perla di Lookman dona ancora maggiore serenità per il proseguo del match contro una Samp che non riesce a creare apprensioni. Questo fino almeno al recupero dove Leris di testa sfiora il 2-1 e il giovane Malagrida prova l’ebbrezza per qualche secondo dell’emozione del primo gol in Serie A.

Purtroppo per lui la rete non è valida per la posizione di fuorigioco di Quagliarella. Doveri, dopo la conferma dell’offside, fischia tre volte e certifica la festa nerazzurra. Questa gara era molto una questione di testa: i valori in campo era evidente fossero differenti, e quindi la differenza tra una serata senza patemi e una sofferenza inaspettata l’avrebbe fatta proprio l’atteggiamento. Senza andare troppo lontani, nel gennaio 2020 l’Atalanta perse in casa 1-2 contro la SPAL ultima in classifica, bravi stavolta i bergamaschi a non finire nella trappola della partita facile sulla carta. Ora in arrivo ben tre trasferte mica male: andando con estrema calma e la prima sarà la sfida di San Siro. In palio c’è la prestigiosa semifinale di Coppa Italia, match durissimo al Meazza ma l’Atalanta non poteva arrivarci in un momento migliore. È un dentro/fuori, chissà mai che i nerazzurri dopo praticamente dieci anni non tornino a vincere alla Scala del Calcio contro l’Inter proprio in questa partita secca.

TOP E FLOP
L’analisi dei singoli stavolta parte dal principio della formazione in ordine di lettura, ossia parlando di Musso. Il numero 1 ha messo la propria firma sul match proprio nei minuti embrionali con una parata su Gabbiadini e soprattutto con la respinta salva-risultato su Augello. Se spesso l’argentino è stato giustamente tacciato di non compiere interventi decisivi, in questa occasione con altrettanta onestà intellettuale va riconosciuta l’importanza di tale miracolo. Oltre all’estremo difensore tante altre le buone notizie che arrivano dallo stadio di Bergamo: nonostante la Sampdoria sia stata dignitosa nel difendersi e nel rendere la vita difficile alla Dea, l’azione che porta la vantaggio è sicuramente da apprezzare per determinazione, pazienza e quantità di giocatori che si fanno trovare nell’area avversaria. Maehle recupera inizialmente la sfera e mantiene la squadra in avanti all’attacco, Boga e Lookman rischiano di ripetere il gol di testa del nigeriano fatto all’Allianz Stadium, mentre Hateboer si fa trovare pronto sul secondo palo per un nuovo traversone, stavolta vincente.

In tutto ciò le prestazioni di Boga e Højlund hanno incontrato sicuramente varie difficoltà dettate da una parte dalle triple marcature adottate sull’ivoriano che così aveva poco tempo e spazio per muoversi, pensare ed esprimersi, dall’altra da difensori arcigni nel tenere ferma l’esuberanza positiva dell’attaccante danese. Nonostante ciò l’ex Sassuolo comunque trova le giocate sufficienti per essere un’altra volta decisivo, mentre la punta del Nord Europa con la sua solita fame va al tiro in più di una situazione testando i riflessi di Audero. Non si ferma a livello realizzativo infine l’ultimo componente del tridente: Lookman va a segno per la settima partita consecutiva grazie a un gran numero su Murru e a un siluro rasoterra sul secondo palo.

Per quanto concerne il reparto difensivo due parole da spendere per Djimsiti: non gioca molto spesso da centrale di difesa, quindi qualche perplessità poteva destarla (in panchina sostava Demiral, non uno qualunque in quel ruolo), ma su Lammers e Gabbiadini amministra davvero bene. Sicuramente non ha affrontato i migliori centravanti del campionato (considerato anche che i blucerchiati han realizzato solo 8 miseri gol in 20 gare,), ma la dedizione dell’albanese è esemplare. Soprattutto adesso, che con l’avvento di questa fase di ricambio progressivo, ha di fatto ormai perso il posto da titolare a favore dello sfavillante Scalvini. L’ex Avellino non rema contro nonostante il poco minutaggio e continua a fare spogliatoio anche se seduto spesso a guardare le partite da fuori. Da segnalare invece lo scarso impiego di Demiral: nonostante sia pienamente rientrato dall’infortunio sta avendo spazio solo nei finali di match. Questo è sicuramente una scelta di Gasperini da comprendere meglio.

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