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Persone & paesi

Valsecca piange Caterina Vanoli: figura di emigrante benemerita e sindaca per due legislature

Nella sua vita, sia dentro la famiglia sia nella comunità, ha agito sempre con uno stile di sicura personalità ma sempre all’insegna di una disponibilità piena verso tutti, in paese e fuori. S’era allenata e abituata con la sua duplice dimensione – che è stata la vita di molti, donne e uomini della Valle – di emigrante, figlia di emigranti attaccatissima alla terra delle sue radici

Valsecca, Sant’Omobono Terme e tutta la Valle Imagna hanno appreso con una stretta al cuore la notizia dell’improvvisa morte di Caterina Vanoli nata Invernizzi, classe 1948, una figura di donna molto benvoluta per le sue qualità umane e professionali.

Figlia di Valeria nata Bottana e di Francesco Vanoli, s’era sposata con Giovanni Arrigoni e dal loro matrimonio sono nati Cristian, 1973, e Viviane, 1984.

Nella sua vita, sia dentro la famiglia sia nella comunità, ha agito sempre con uno stile di sicura personalità ma sempre all’insegna di una disponibilità piena verso tutti, in paese e fuori. S’era allenata e abituata con la sua duplice dimensione – che è stata la vita di molti, donne e uomini della Valle – di emigrante, figlia di emigranti attaccatissima alla terra delle sue radici. Un “altrove” nel quale hanno dovuto avventurarsi generazioni di questa Valle ai piedi del Resegone per cercare un diverso futuro. Valsecca, che fino al 4 febbraio del 2014 è stato Comune, ha visto partire molti dei suoi abitanti, in ogni epoca, verso innumerevoli destinazioni, soprattutto in Svizzera e Francia, ma anche oltreoceano.

Emigrante dal 1954 al 1982
Caterina Vanoli, che per molti era “Naina” – a dimostrazione della familiarità del suo essere e del suo modo di stare e di avvicinarsi agli altri – aveva incominciato a fare le valigie nel 1954, dove suo padre era già approdato da tempo. Anche questa una sorte condivisa da molti. Al momento di decidere l’avvenire, quindi dove iniziare le scuole, aveva preso la strada dell’estero: La Chaux-de-Fonds, una città che in Svizzera gode la fama di “montagnards”, in virtù anche del freddo e della neve che la caratterizzano ancor oggi (e non a caso qui c’è stata per anni la squadra campione
svizzera, dominatrice assoluta in una disciplina invernale regina come l’hockey).

In Svizzera aveva conseguito un diploma equivalente alla nostra ragioneria. Intelligente, dinamica, spigliata, subito a suo agio con il francese, partendo dai primi gradini della carriera, era diventata responsabile generale del Servizio del personale dell’Ospedale della sua città, nel Cantone Neuchâtel, regione del Giura. Affermarsi così in terra straniera è un merito che vale doppio.

Nel 1982, la grande e non facile decisione: il rientro a Valsecca e qui si è subito impegnata con la sua generosità e il suo slancio per la gente del paese; in molti la ricordano per il doposcuola che teneva a favore degli allievi e delle loro famiglie, fornendo un sostegno prezioso nello svolgimento dei compiti e nelle spiegazioni necessarie.

In difesa della gente di montagna
In parallelo, anche una dedizione al pubblico, all’esordio come vicesindaco, poi da sindaco, eletta la prima volta il 13 maggio 2001 alla guida di una lista civica e poi confermata nelle elezioni del 28 e 29 maggio 2011. Era dotata di spirito pratico che si accompagnava ad uno spiccato senso civico: preparata, aggiornata, battagliera nel rivendicare la dignità e il rispetto dovuti alle popolazioni di montagna – quindi dotazione di strutture e infrastrutture per quanto possibile – era però attenta agli orizzonti che la modernità stava aprendo, partendo dal locale.

Caterina era una sintesi avanzata del “glocale”, anche per la sua idea della politica al servizio dei cittadini, con la difesa dei valori portanti di una democrazia vera e praticata. Qualità che le avevano procurato considerazione, apprezzamento, stima ben oltre i confini locali. Lodevoli la sua ricerca e promozione della conoscenza e della valorizzazione dei benemeriti di Valsecca, della storia passata e del presente.

La targa per il Senatore Todeschini
E tra i figli di emigranti che si sono fatti onore sul piano internazionale c’è Jean Marc Todeschini, Senatore da diverse legislature della Repubblica di Francia, titolo che gli resterà sino al prossimo settembre, quando darà l’addio alla politica attiva. Sotto la Presidenza di François Hollande, Jean Marc è stato anche ministro “Anciens Combattants et à la Mémoire”, un incarico e una responsabilità di rilievo, anche per il passato di potenza coloniale della Francia, dall’Asia all’Africa. Quando il Senatore e ministro venne a Bergamo, ricevuto per la prima volta in Provincia dal Presidente Valerio Bettoni, Caterina scese in Via Tasso e fu lei a pronunciare un indirizzo di saluto, tessendone la biografia. Altro momento segnante è stato il 18 dicembre del 2021, quando Jean Marc tornò con il fratello Mario al suo paese d’origine. Insieme, Caterina, Valerio Bettoni e chi scrive, avevano deciso la posa di una targa-ricordo sulla casa dalla quale erano partiti i genitori del Senatore, Antonio e Domenica nata Vanoli, impegno che Valerio Bettoni intende ora onorare a maggior ragione e sarà un’occasione per abbinare nella gratitudine anche Caterina Vanoli. Adesso per lei c’è il dovere della memoria e della riconoscenza e non si potrà pensare a quella sua casa in località “Al Roccolo” senza un ricordo per Caterina.

Caterina Vanoli

Nelle foto: primo piano di Caterina Vanoli e l’ultimo incontro in Valle con il Senatore Jean Marc Todeschini.
Da destra, Mario Todeschini, Valerio Bettoni, un nipote del Senatore, Caterina Vanoli alle spalle di Jean Marc (seduto) e Giuseppe Zois. (Foto Frosio, Valle Imagna)

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