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Il trend

Aids, calano i contagi: “Ma sono in aumento sifilide ed epatite C”

Paolo Meli, coordinatore della Rete Bergamo Fast-track City, traccia il punto della situazione sulle malattie a trasmissione sessuale

Bergamo. Calano le infezioni da HIV e diminuisce il numero delle persone affette da AIDS, ma sono in costante aumento i casi di sifilide ed epatite C, soprattutto tra i giovani, anche a Bergamo. Sono questi i trend che caratterizzano la panoramica delle malattie a trasmissione sessuale (MTS), chiamate un tempo malattie veneree, sia su scala nazionale sia nella provincia bergamasca.

A tracciare il punto della situazione, in vista della giornata mondiale contro l’AIDS che ricorre ogni anno il 1° dicembre, è Paolo Meli, coordinatore della Rete Bergamo Fast-track City.

Come sta andando la situazione a Bergamo?

I dati relativi alla nostra provincia da qualche anno mostrano un calo delle nuove diagnosi. Questa tendenza è in linea con quanto rilevato su scala nazionale, anzi forse il decremento da noi è più marcato. Va precisato che, a causa dell’emergenza Covid-19, nel 2020 le nuove diagnosi hanno subito una battuta d’arresto, mentre nel 2021 – com’era prevedibile – hanno avuto un rimbalzo e nel 2022 si è tornati alla riduzione, riprendendo il trend avviato nel 2015. Questo risultato è possibile anche grazie agli importanti passi avanti compiuti dalla medicina: ad oggi, purtroppo, non esiste ancora una cura per guarire definitivamente dall’Aids, ma alcuni farmaci permettono alle persone che hanno contratto il virus dell’HIV di non ammalarsi e di non trasmettere l’infezione, secondo il principio U=U (Undetectable = Untrasmittable). È la ragione per cui, dal 2015, la terapia viene somministrata subito, senza aspettare che si manifestino i segnali della malattia e le difese immunitarie comincino a calare.

Questa opportunità è un grande passo avanti contro la diffusione dell’Aids

Si, questa terapia viene somministrata subito e poi è necessario proseguirla per sempre, ma il fatto che permetta di non ammalarsi e non trasmettere l’infezione è un risultato importante. Fa venir meno anche molti stigmi e paure perché ne elimina le motivazioni: va fatta conoscere il più possibile per promuovere una maggior consapevolezza sul piano culturale. Inoltre, può essere un motivo in più per effettuare il test per sapere se si è positivi al virus HIV: se si scopre in tempo la propria eventuale positività è possibile far star bene se stessi e gli altri, altrimenti sarà un disastro per sé e per le altre persone. Da qualche anno Bergamo sta incentivando molto l’esecuzione del test rapido anonimo e gratuito e ha un check point in via Moroni.

Quanti test vengono eseguiti in questo centro?

Negli ultimi tre anni si è passati da 500 a 2mila test. È un dato significativo, perché assumere un farmaco preventivamente riduce parecchio il rischio di contagio: più persone cominciano la terapia meno il virus si diffonderà. Per quanto riguarda l’esecuzione dei test, Bergamo è una città virtuosa, ma bisogna continuare a lavorarci. Quest’anno il numero delle nuove diagnosi a Bergamo si attesta attorno alle 40 persone rispetto al centinaio di qualche anno fa. La fascia d’età maggiormente colpita va dai 30 ai 39 anni seguita, subito dopo, dalla popolazione fra i 20 e i 30 anni. Rispetto a quando viene formulata la diagnosi tardiva, il contagio, però, è avvenuto anni prima e questa è una delle maggiori criticità che porta alla diffusione dell’infezione. La risposta dei giovani rispetto alla possibilità di effettuare il test è ottima: dati alla mano, guardando ai numeri condivisi dalla rete europea contro l’Aids, siamo il check-point che ha avuto il numero più elevato di accessi da parte dei giovani in tutta Italia. Con il progetto #chivuoleconoscere, realizzato assieme alle scuole, abbiamo raggiunto migliaia di giovani. Li ingaggiamo nel produrre materiale informativo e si crea un circolo virtuoso.

La lotta all’Aids, dunque, sta procedendo bene?

Si, ma non bisogna abbassare la guardia. Il calo dei contagi in questi anni è una bella notizia, ma sicuramente rimane un sommerso e, quindi, qualcuno che si contagia. Abbiamo gli strumenti per chiudere la partita dell’Hiv, ma bisogna darci dentro e percorrere l’ultimo miglio per raggiungere traguardi significativi. Sono in costante aumento, invece, i casi di sifilide ed epatite C, soprattutto tra i giovani, anche a Bergamo. Purtroppo parlare di salute sessuale spesso è ancora un tabù, invece trattare questi argomenti è fondamentale per prevenirne la diffusione. Gli adulti spesso hanno paura ad affrontare questo tema, invece la risposta dei ragazzi è buona.

Come mai queste malattie si stanno diffondendo?

Soprattutto perché i ragazzi usano poco le precauzioni. Sanno che per proteggersi bisogna mettere il profilattico, ma è necessario spiegargli come utilizzarlo e come conservarlo. Inoltre c’è una scarsa percezione del rischio: si pensa sempre che queste infezioni possano riguardare gli altri e non se stessi.

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