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L'omicidio di morengo

La lite a cena e un fendente col coltello da cucina: Sandra Fratus ha cercato di rianimare il compagno fotogallery video

Ernest Emperor Mohamed, trentenne nigeriano, è morto con quell'unico colpo al petto. L'avvocato della donna: "Ha detto che si stava difendendo"

Morengo. I vicini di casa descrivono come burrascoso il rapporto tra Sandra Fratus ed Ernest Emperor Mohamed, ma nessuno si sarebbe immaginato quello che è successo poco dopo le 23 di venerdì (25 novembre) nell’appartamento al civico 27 di via Umberto I. Lì, al primo piano della casa di corte, la donna, 51 anni, ha ucciso con una coltellata al petto il suo compagno nigeriano di 30 anni.

Un fendente inferto con un coltello da cucina estratto da un cassetto durante l’ennesima lite, scoppiata poco prima a cena. I carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Treviglio, coordinati dal pubblico ministero Emma Vittorio, l’hanno arrestata con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

Secondo chi indaga all’origine dell’episodio ci sarebbe una banale discussione per questioni legate proprio alla tavola. La donna però durante l’interrogatorio in carcere ha parlato di una situazione più complessa e di un clima sempre più teso in quella casa in cui conviveva da qualche mese con quel ragazzo che frequentava da almeno due anni.

Una relazione nata dopo la fine del matrimonio con un uomo di Romano, dal quale ha avuto due figli. Il maggiore vive fuori provincia, l’altro, Nicholas Conalli, 23 anni, si era da poco trasferito in un appartamento lì vicino con la fidanzata. È stato lui venerdì sera ad accorrere a casa della madre sentendo le sue urla disperate. Una volta aperta la porta si è trovato di fronte una scena raccapricciante: Mohamed a terra in cucina in un lago di sangue e la 51enne che cercava di rianimarlo.

Inutilmente, perché il nigeriano, regolare in Italia, disoccupato ma in passato operaio alla MD di Cortenuova, era già morto con quell’unico colpo. Sulle scale che portano all’abitazione e sul balcone restano le gocce di sangue del suo cadavere, trasportato alla camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni dove nelle prossime ore dovrebbe essere sottoposto all’autopsia per cercare di chiarire i dettagli dell’accaduto.

L’avvocato dell’omicida: “Forse si stava difendendo”

La donna, pregiudicata con diversi precedenti, è stata condotta nel carcere di via Gleno a Bergamo ed è assistita dall’avvocato d’ufficio Vanessa Bonaiti: “Sandra Fratus ha risposto a tutte le domande che le sono state poste dopo l’arresto – spiega il legale – e ha fornito la sua versione dei fatti. Ha ammesso di aver sferrato la coltellata, ma non posso escludere che quando ha colpito il suo compagno si stesse difendendo. Ora gli inquirenti valuteranno la sua ricostruzione anche in base allo stato dei luoghi. Quel che è certo è che ci troviamo di fronte a una persona distrutta e disperata, che continua a piangere e che non voleva fare quello ha fatto. Purtroppo quell’unico colpo è stato fatale al suo uomo”. Lunedì è in programma l’interrogatorio di convalida del fermo.

I vicini di casa: “Continuavano a litigare”

L’appartamento in cui si è consumato l’omicidio si trova in una vecchia casa di corte ristrutturata, poco distante dalla chiesa e dal Comune, nella quale sono state ricavate undici abitazioni. Quasi nessuno dei residenti se la sente di parlare di quella coppia che aveva già appeso le luci di Natale sopra la porta e sul balcone teneva con cura una decina di piante. Tra i tanti “non li conoscevo” e i “non ho nemmeno sentito le sirene delle ambulanze”, un uomo sulla mezza età che abita nella casa di fronte spiega che “i litigi tra di loro erano all’ordine del giorno. Prima che venissero ad abitare qui, circa un anno fa, in questa zona c’era la quiete: con loro che discutevano in continuazione non era più così”.

Il sindaco: “Episodio che ci addolora”

Sandra Fratus, con un precedente lavoro da domestica ma attualmente disoccupata, si era trasferita da Romano a Morengo lo scorso inverno. Ad aprile aveva preso la residenza nel paese della Bassa, come spiega il primo cittadino Amilcare Signorelli: “Non la conoscevo, ma consultando l’ufficio anagrafe ho scoperto che era residente qui da pochi mesi. Lui, invece, non lo era ancora e non so nemmeno se abitasse davvero con lei oppure vivesse lì solo saltuariamente. È una tragedia che ha sconvolto tutti e che ha lasciato un segno nella nostra comunità. Siamo profondamente addolorati, a nome di tutta l’amministrazione porgo le più sentite condoglianze alla famiglia della vittima”.

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