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La rilevazione

Dopo il Covid Bergamo recupera quattro anni di speranza di vita: risale dal 106esimo al 13esimo posto

Il report Istat "Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori" evidenza ancora una volta l'incredibile impatto avuto dalla pandemia sul nostro territorio: la conferma anche dalle altre province lombarde più colpite, come Cremona e Lodi

Durante la prima ondata Covid era stata l’area più colpita e anche i numeri avevano penalizzato Bergamo: secondo l’Istat nel 2020 si posizionava al 106esimo e penultimo posto in Italia per “speranza di vita alla nascita”, dato chiaramente influenzato dalla violenza con la quale la pandemia si era sprigionata sul nostro territorio.

Un anno dopo la stessa Istat, nel report “Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori”, racconta di una rimonta significativa della Bergamasca, che nello stesso indicatore nel 2021 recupera quasi completamente i circa 4 anni di speranza di vita persi nella rilevazione precedente: ora si posiziona al 13esimo posto, con un’età media di 81,1 anni, contro i 77 ai quali si arrestava il dato 2020.

Nel 2021 la stima della speranza di vita alla nascita in Italia è di 82,4 anni (80,1 per gli uomini e 84,7 anni per le donne). Dopo la netta flessione registrata nel 2020 (-1,1 anni di vita vissuti, da 83,2 del 2019 a 82,1 del 2020), quando la diffusione della pandemia da Covid-19 aveva interrotto bruscamente la crescita osservata fino al 2019, il dato riferito al 2021 evidenzia un recupero pari, in media, a circa 4 mesi in più per gli uomini e circa 3 per le donne.

Il dato medio nazionale nasconde profonde differenze territoriali: si amplia la distanza tra Nord e Mezzogiorno, arrivando nel 2021 a 1 anno e 7 mesi di vita media in più nel Nord. La speranza di vita alla nascita totale scende, infatti, nel Mezzogiorno a 81,3 anni nel 2021, con una riduzione di 6 mesi rispetto al 2020 che si aggiungono ai 7 mesi già persi nel 2020 rispetto al 2019, mentre si attesta a 82,9 al Nord, con un recupero di quasi un anno rispetto al 2020.

I diversi andamenti in termini di speranza di vita registrati sul territorio nel 2020 e nel 2021 sono certamente collegati all’impatto diversificato della pandemia da Covid-19 che si è diffusa con tempistiche differenti nelle varie zone del Paese, facendo registrare livelli più alti di mortalità al Nord specialmente durante la prima ondata di aprile 2020. Nel Mezzogiorno, dove la pandemia si è manifestata soprattutto nel corso dell’autunno 2020, gli effetti sulla mortalità sono molto evidenti anche nella prima parte del 2021.

Molte aree del Nord-ovest, particolarmente colpite dalla prima ondata pandemica e che avevano perso nel 2020 molte posizioni in termini di ranking, recuperano notevolmente nel 2021. Oltre alla già citata Bergamo, anche Cremona recupera circa 3 anni dei quasi 4 persi nel 2020, Piacenza e Lodi circa 2 anni e mezzo; queste ultime province si posizionano nel 2021 rispettivamente al 38esimo e al 47esimo posto, dal 102esimo e 104esimo del 2020.

Al contrario, molte province del Mezzogiorno, che nel 2020 avevano in alcuni casi guadagnato mesi di vita, nel 2021 arretrano di molte posizioni essendosi trovate maggiormente esposte alle conseguenze della pandemia.

È il caso della provincia di Trapani che nel 2020 aveva guadagnato un mese di vita e che, invece, nel 2021 perde mezzo anno, stesso andamento per la provincia di Caltanissetta che aveva guadagnato 2 mesi nel 2020, scalando in un solo anno 16 posizioni nella graduatoria delle province, ma che arretra delle stesse posizioni nel 2021, con una perdita di 1,1 anni di speranza di vita totale.

In altri casi, invece, il peggioramento emerso nel 2020 prosegue e si amplifica nel 2021, come nella provincia di Campobasso che ha perso circa 1 anno nel 2020 e un ulteriore anno e 4 mesi nel 2021, e la provincia di Enna (un anno perduto nel 2021 in aggiunta agli 11 mesi del 2020).

La provincia di Viterbo è l’unica a mantenere una situazione sostanzialmente invariata in tutto il periodo 2019-2021 (speranza di vita alla nascita pari a 82,1 anni) mentre le province di Roma e Padova, dopo aver perso circa mezzo anno di vita nel 2020 rispetto al 2019 mantengono la speranza di vita alla nascita stabile nel 2021 rispetto al 2020 (rispettivamente 83,6 e 82,9 anni).

 

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