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Il debutto

Personalità e decisione: l’esordio di Ferrieri Caputi, la prima donna ad arbitrare in Serie A

Ricercatrice all’Università di Bergamo, ha diretto per la prima volta nella massima serie la sfida tra Sassuolo e Salernitana

Bergamo. È nata a Livorno, ma lavora a Bergamo, collaborando con l’Università come ricercatrice. E anche se la storia l’ha fatta a Reggio Emilia, il legame orobico di Maria Sole Ferrieri Caputi è forte. Domenica la 32enne è diventata la prima donna ad arbitrare una partita di Serie A: Sassuolo-Salernitana, finita 5-0 in favore dei neroverdi padroni di casa.

Era già stata sul campo come quarto uomo nella sfida tra Monza e Udinese della terza giornata e nel frattempo aveva diretto anche un paio di partite in Serie B, dove aveva esordito già lo scorso anno. Al Mapei Stadium è arrivato il debutto anche da capo arbitro.

La prima donna di sempre a dirigere un match della massima serie italiana: sulle orme di due colonne come la tedesca Bibiana Steinhaus, arrivata ad arbitrare anche la Supercoppa di Germania, e la francese Stephanie Frappart, presenza fissa in Ligue 1.

L’Aia le ha affiancato una squadra esperta, con gli assistenti Ranghetti e Vivenzi, da anni presenze fisse in Serie A sulle linee laterali, più il quarto uomo Chiffi e al Var Mariani (e Di Martino), arbitri internazionali che fischiano anche partite Uefa e Fifa.

La sua espressione sicura non ha nascosto quel filo di emozione nel prepartita, ma una volta fischiato l’inizio della gara è sparita dietro la concentrazione. Aiutata da due squadre molto corrette nei comportamenti e senza eccessi di proteste, ha gestito lo scorrere della partita.

Al 39’ ha fischiato il suo primo rigore nella massima serie: è stata sicura nella decisione di indicare il dischetto per un intervento in ritardo di Maggiore su Ceide sulla linea di fondo, poi confermato dal Var dopo un check. Rigore poi realizzato da Pinamonti per il 2-0 del Sassuolo. Al 57’ è arrivato anche il primo cartellino giallo della sua carriera in A, all’indirizzo del centrocampista della Salernitana Tonny Vilhena.

“Arbitro o arbitra? Risolvetela voi la questione, per me non fa differenza – ha detto alla Domenica Sportiva – Ciascun arbitro lo sogna all’inizio della propria carriera, io lo desideravo da quando avevo 16 anni. Si è realizzato, ed è stato bellissimo per il clima che c’era allo stadio. Le tifoserie mi hanno accolto benissimo, in parte è stata una festa. Oggi ero concentrata sulla gara e ho sentito poco, ho sentito molti bambini che mi chiamavano dalle tribune e mi ha fatto piacere”.

I giornali sportivi l’hanno promossa a pieni voti: la Gazzetta dello Sport ha dato un 6.5 alla sua prestazione arbitrale, la prima di quella che presumibilmente sarà una lunga serie, a nemmeno 7 anni dal suo esordio in Serie D.

“Non voglio domande sull’arbitro – ha affermato l’allenatore del Sassuolo Alessio Dionisi al termine della partita – non dobbiamo farla diventare eclatante. L’arbitro donna è come l’arbitro uomo, se ne parliamo troppo si sottolinea la differenza”.

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