• Abbonati
Il racconto

“Mamma ho fatto un incidente ed è morto un bambino, prepara i soldi”: tentata truffa a Bergamo

La testimonianza di una biologa del Papa Giovanni: "Nel giro di due settimane hanno cercato di raggirare mia madre e mia suocera"

Bergamo. Due tentate truffe a due anziane, appartenenti alla stessa famiglia, a distanza di tre settimane l’una dall’altra. Forse sarà stato un caso, ma la coincidenza ha inquietato parecchio i parenti delle due donne.

La più recente è avvenuta giovedì 29 settembre, ai danni della mamma di una biologa e ricercatrice dell’ospedale Papa Giovanni.

“Mia madre ha più di ottant’anni ed è cardiopatica – racconta la dottoressa -. L’hanno chiamata a casa, sul telefono fisso, spacciandosi per me. La voce all’altro capo del ricevitore diceva: ‘Mamma ho fatto un incidente, ho le gambe rotte e un taglio alla testa. È morto un bambino di tre anni. Prepara i soldi e l’oro perché qui mi mettono in galera’”.

L’anziana si è spaventata ed ha cercato di capire cosa stesse accadendo. Dopo qualche minuto di conversazione concitata, nonostante la persona al telefono conoscesse dettagli importanti della sua vita, la pensionata si è insospettita ed ha riagganciato la cornetta, lanciando l’allarme ai familiari.

“La mamma vive da un anno insieme a sua sorella, in un appartamento a Longuelo. Escono poco, data l’età, vanno a fare un giretto al parco davanti a casa e poi rientrano. Non frequentano nemmeno il bar, non so come chi ha chiamato potesse sapere certi particolari”.

Come ad esempio il nome della sorella: “Ad un certo punto della telefonata, chi si spacciava per me le ha detto: ‘Passami la Claudia’, che è il nome di mia zia”.

Anche se in preda all’agitazione, l’anziana ha iniziato ad avere qualche dubbio: era stupita del fatto che, viste le sue precarie condizioni fisiche, la figlia avesse chiamato proprio lei per chiedere aiuto.

“Mia madre allora ha domandato: ‘Ma perché non hai chiamato l’Omar’, che è mio marito. Chi era al telefono le ha risposto che lui era lì e stava parlando con i carabinieri”, prosegue la biologa.

E poi la pensionata non riconosceva la voce: “Ha detto: ‘Tu non sei la mia Carmen’, ma chi parlava le ha risposto: ‘Certo che sono io! Sono sotto shock per l’incidente, ho le gambe rotte e porto la mascherina’”.

Ciò che ha spinto la donna a riagganciare è stata una particolare richiesta: “Le hanno detto di preparare i soldi, i gioielli e l’orologio d’oro di papà. Mio padre è morto anni fa e non aveva nessun orologio”.

Dopo aver chiuso la telefonata, la pensionata è scoppiata in lacrime ed ha chiamato suo nipote, il figlio di Claudia, raccontando l’accaduto. “Mio cugino mi ha subito contattata, io ho telefonato a mia madre rassicurandola, dicendole che stavo bene. Poi ho chiamato il 112. Dalla questura mi hanno spiegato che posso sporgere denuncia contro ignoti, anche se sarà molto difficile risalire ai responsabili della tentata truffa telefonica”.

Solo una ventina di giorni prima, il 6 settembre, un uomo ha cercato di raggirare anche la suocera della biologa, che vive in via Ravizza, una trasversale di via San Bernardino. “Le ha suonato il citofono spacciandosi per un tecnico dell’acqua. Ha detto che doveva fare dei controlli perché l’acqua era marcia – spiega -. Lei lo ha fatto entrare, lui si è diretto verso il bagno e deve aver spruzzato qualcosa perché poi ha chiesto a mia suocera di controllare lei stessa, ed in effetti c’era un cattivo odore. Secondo lui era dovuto alla problematica che era venuto a verificare”.

Il finto tecnico ha chiesto alla signora di aprire tutti i rubinetti della casa e che bisogna purificare anche l’oro. “Le ha detto di prendere tutti i gioielli che aveva in casa, di metterli in una busta e di infilarli del congelatore – continua la dottoressa -. Lei poverina ha eseguito gli ordini, era come ipnotizzata, addirittura si è tolta gli orecchini che non levava da anni e li ha messi nella busta insieme al poco oro che aveva. Dopo aver messo tutto nel freezer, l’uomo ha chiesto di vedere anche la casa del figlio, che è al piano di sopra. Voleva controllare la cassaforte. Lei a quel punto si è rifiutata ed ha capito”.

Secondo la biologa, il malvivente teneva d’occhio la suocera da un po’: “Come faceva a sapere che il figlio abitava al piano di sopra? Le ha anche chiesto dov’era il bambino, e si riferiva a mio figlio piccolo, che ogni tanto si ferma dalla nonna”.

Al categorico rifiuto dell’anziana di far accedere il finto tecnico nell’abitazione al primo piano, l’uomo ha finto di dover fare una telefonata ad un collega ed è sceso in strada, per poi sparire.

La pensionata ha lanciato l’allarme e in via Ravizza è arrivata la polizia: “Hanno cercato di prendere le impronte digitali sul tavolo dove l’uomo si era appoggiato, ma non ci sono riusciti perché il materiale di cui è composto il piano non è adatto ai rilievi. Poi hanno visionato i filmati delle telecamere della banca che si trova in via San Bernardino e che puntano sulla strada e lo hanno visto. Spero possano identificarlo al più presto”.

La ricercatrice ha deciso di raccontare ciò che è accaduto alla mamma e alla suocera per mettere in guardia gli altri anziani: “Spero che la mia testimonianza possa servire a qualcosa. Magari se un pensionato legge quanto successo e gli accade qualcosa di simile, ha maggiori strumenti per capire subito che si tratta di un raggiro”.

Altri due casi simili di truffe telefoniche, attuate con le stesse modalità, si sono verificati nei giorni scorsi in Val Seriana, a Clusone e Rovetta.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
truffa carnevali
Bergamo
La truffa del finto carabiniere che chiede soldi per il figlio in ospedale: presa di mira anche Elena Carnevali
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI