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Confcooperative Bergamo

L'appello

Cooperative sociali: “Manca personale, in arrivo iniziative formative”

A mancare all’appello sono tra le 400 e le 500 figure che si occupano di assistere anziani, disabili e in generale le persone fragili del tessuto sociale

“Carenza di infermieri, operatori socio sanitari, educatori, fisioterapisti, psicologi e molte altre figure chiave del sistema della cura e dell’assistenza locale”: Confcooperative e Federsolidarietà Bergamo denunciano la situazione critica che si protrae oramai da tempo. “Mancano all’appello tra 400 e 500 unità”, dichiara Fabio Loda, presidente di Federsolidarietà Bergamo. “Per dare un primo impulso, abbiamo stretto una collaborazione con Patronato San Vincenzo per l’attivazione di un corso gratuito che partirà nelle prossime settimane e che permetterà la formazione qualificante di 20 operatori e la loro assunzione nelle cooperative sociali del territorio”, aggiunge Serena Galli, referente locale di Mestieri Lombardia.

Sistema dell’assistenza, il quadro attuale

Il sistema dell’assistenza socio-sanitaria locale, come nel resto d’Italia, è in sofferenza. La difficoltà a individuare nuove risorse sta mettendo a dura prova le strutture residenziali e semiresidenziali, oltre ad alcuni servizi chiave. E il problema persiste ormai da anni.

“Già da tempo segnaliamo una situazione critica – evidenzia Fabio Loda – la carenza di figure è significativa e va a impattare non solo sull’erogazione dei servizi, ma sulla tenuta stessa del sistema. Alcune attività rischiano di rimanere sospese in alcune giornate per la malattia degli operatori, oppure non si partecipa a bandi per l’impossibilità di assicurare la continuità nell’erogazione del servizio”.

A mancare all’appello sono tra le 400 e le 500 figure che si occupano di assistere anziani, disabili e in generale le persone fragili del tessuto sociale.

“Parliamo di infermieri, operatori socio sanitari, educatori, fisioterapisti, psicologi e molte altre figure, compreso il personale addetto all’assistenza anche non titolato”, prosegue Loda.

Il consiglio di Federsolidarietà Bergamo nei giorni scorsi si è riunito per cercare di individuare le cause di questo gap che si è creato tra le offerte di lavoro e la disponibilità di nuove risorse.

“Non è semplice comprendere le ragioni che stanno alla base di questa situazione che si è generata a partire dalla Pandemia, con il forte richiamo verso il pubblico di figure prima sanitarie poi socio-sanitarie e si è acuita con il passare del tempo”, aggiunge ancora richiamando alcuni aspetti noti: “È necessario sicuramente un maggior riconoscimento salariale del lavoro di cura, attraverso l’impostazione di gare adeguate, ma non solo. Anche una sensibilizzazione culturale rispetto a un lavoro che non è prerogativa del genere femminile”.

Mestieri Lombardia, una mappatura del bisogno

Consorzio Mestieri Lombardia, agenzia regionale accreditata all’erogazione di servizi al lavoro, insieme a Confcooperative Bergamo sta effettuando una mappatura del bisogno: “Il nostro obiettivo – spiega Serena Galli, referente locale di Mestieri Lombardia – è creare le condizioni per favorire l’incontro tra la domanda espressa dalle cooperative sociali e la potenziale offerta di uomini e donne in cerca di occupazione, rivolgendoci in particolare a quelle persone che hanno predisposizione al lavoro di assistenza e di cura, ma non possiedono la formazione abilitante”.

Raccolta la necessità delle cooperative sociali bergamasche, ora è in corso la ricognizione nelle banche dati di Mestieri Lombardia per creare il match tra persone disoccupate con interesse a questo ambito professionale e cooperative alla ricerca delle figure descritte.

Un corso formativo gratuito per Asa e altre progettualità a favore dell’occupazione femminile

Al fine di formare nuove figure, è stata stretta una partnership tra Confcooperative Bergamo, Mestieri Lombardia e Patronato San Vincenzo di Bergamo e Clusone per l’organizzazione di un corso di formazione per potenziali ausiliari socio assistenziali (Asa).

“Si tratterà di un corso qualificante di circa 800 ore tra formazione d’aula, formazione pratica e tirocinio con certificazione finale; viene erogato in forma gratuita grazie ad appositi fondi, comprensivo di stage e che coinvolgerà tre le 20 e le 30 persone – aggiunge ancora Galli – Al termine di questo percorso, saranno selezionati almeno una quindicina di partecipanti per essere assunti all’interno dei contesti e delle offerte messe a disposizione delle cooperative sociali del territorio”.

Un progetto similare verrà attivato anche a favore di donne con bisogno lavorativo nel territorio della Bassa Bergamasca: ciò avverrà grazie al programma GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori) e alla sinergia con i centri per l’impiego della Provincia di Bergamo. Rimanendo sul fronte dell’occupabilità femminile, prenderà avvio nei prossimi mesi anche un progetto a favore di donne disoccupate tra i 18 e i 49 con l’obiettivo di ridurre i motivi ostativi al loro ingresso (o reinserimento) nel mondo del lavoro attraverso la messa in campo di sostegni concreti (ad esempio contributi per l’ottenimento della patente) e l’integrazione di tutti i supporti possibili – educativi, formativi, di ricerca del lavoro – utili alla loro inclusione attiva.

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