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Ciserano

“Morto per l’amianto sulle navi militari”, il figlio risarcito con 120mila euro e un assegno mensile

Mario La Rocca aveva prestato servizio come motorista della Marina tra il 1968 e il 1970. È deceduto nel 2017 a causa di un mesotelioma, all'età di 69 anni

Bergamo. Centoventimila euro, più un assegno mensile da 1.900 euro. È il risarcimento ottenuto da Francesco La Rocca, 36enne residente a Ciserano, durante il processo per la morte del padre Mario, ex motorista della Marina Militare, deceduto nel 2017 all’età di 69 anni per un melotelioma. Tra il 1968 e il 1970 l’uomo, originario di Torre Del Greco (Napoli) aveva prestato servizio sulle navi della Marina prima a Taranto, poi ad Augusta e infine Ancona. Secondo l’avvocato Ezio Bonanni, però, durante quegli anni era stato quotidianamente esposto all’amianto. La fibra killer, a quanto pare, si trovava nei motori e nei rivestimenti delle tubature. E La Rocca, all’epoca – sempre secondo l’accusa -, non era stato né informato sui pericoli dell’esposizione né tantomeno dotato di strumenti di protezione individuale.

La decisione del tribunale di Bergamo risale al 2 marzo ed è stata confermata dalla Corte d’Appello di Brescia il 5 settembre. A renderla pubblica è stato l’avvocato Bonanni, che è anche presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Il legale è riuscito a provare che quel breve periodo sulle navi militari è stata determinante per l’insorgere della malattia che ha colpito La Rocca a 48 anni di distanza, portandolo al decesso. Conclusione alla quale sono giunti anche due consulenti tecnici, tant’è che ieri, martedì 28 settembre, il tribunale di Torre Annunziata (Napoli) ha condannato il Ministero della Difesa e il Ministero dell’Interno a riconoscere Mario La Rocca vittima del dovere, e a risarcire la vedova Erminia Di Maio con una speciale elargizione di 350mila euro e un vitalizio di 1.900 euro. La donna, che quando è scomparso il marito aveva 65 anni, beneficerà anche di assistenza psicologica a carico dello Stato.

Ma a livello giuridico la vicenda non finisce qui: Se Francesco, terzo figlio di La Rocca, ha ottenuto l’elargizione perché a carico fiscale del padre al momento del decesso, al fratello e alla sorella l’indennizzo è stato negato. Motivo per cui, fa sapere l’avvocato Bonanni, impugneranno la sentenza. “Due di loro non hanno alcun diritto, ma la sofferenza che hanno provato per la perdita del padre – commenta – è esattamente la stessa”.

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