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Confai Bergamo

L'iniziativa

Dalla Regione Lombardia contributi per la zootecnia contro il caro energia

Bolis (Confai Bergamo): "Iniziativa apprezzabile dell'assessorato regionale all'agricoltura. Crescita esponenziale dei costi per il comparto zootecnico"

“La nostra organizzazione esprime apprezzamento per un’iniziativa regionale finalizzata a cercare di portare qualche schiarita in un panorama zootecnico dominato da una dinamica esponenziale dei costi di produzione, che incide pesantemente sui bilanci delle imprese, indipendentemente dalle dimensioni aziendali”: così Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, ha manifestato l’appoggio dell’associazione verso il nuovo stanziamento di 17 milioni di euro previsto dalla Regione Lombardia nel quadro della Misura 22 del Programma di sviluppo rurale (Psr), sottolineando al tempo stesso la necessità di prevedere ulteriori e più ampi interventi contro il caro energia.
Come si legge in una recente nota regionale, la misura offre un sostegno da 7.000 a 15.000 euro  per le aziende suinicole. Per le aziende da latte situate in montagna il contributo potrà essere di 5.000 o 10.000 euro a seconda del numero di capi allevati. Per quanto riguarda il comparto lattiero, la Regione ha chiarito che la scelta di limitare questa misura agli allevamenti di montagna si giustifica con la minore redditività che caratterizza le imprese dell’area alpina.
“La misura regionale è adottata peraltro in concomitanza con un nuovo studio del Consiglio per la ricerca in agricoltura (Crea) sugli effetti della guerra per il comparto zootecnico – fa notare il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo-. La ricerca dimostra che il costo di produzione del latte a livello nazionale ha subito un incremento medio del 111% nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2020. Si tratta di un dato che non lascia dubbi circa la proporzione della crisi che sta vivendo il settore delle produzioni animali, costretto ad operare in una situazione in cui i profitti sono già di fatto azzerati per la maggior parte delle imprese”.

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