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Le opinioni

Adelio Moro: “Sottil? Ha imparato col Mondo, ma ora è più vicino al Gasp”

Adelio Moro sul tecnico dell'Udinese, ex atalantino. E Sgrò: "Io sono d'accordo con Gasperini, gioca chi corre e dà più garanzie"

Ci sono due squadre rivelazione nel campionato di Serie A 2022-23: l’Atalanta capolista (col Napoli) e l’Udinese a un punto di distanza. E c’è un po’ di Atalanta anche nella formazione friulana, visto che il suo allenatore ha giocato in nerazzurro per tre stagioni, dal 1996 al 1998 in A con Mondonico e nel 1998-99 in B con Mutti. E nella stessa giornata in cui ha esordito in panchina Palladino, battendo con il suo Monza la Juve, Andrea Sottil ha piegato l’Inter e Gasperini conquistato l’Olimpico.

Esistono quindi due scuole di allenatori? I figli di Gasp, cioè Juric, Thiago Motta, Palladino e quelli del Mondo come Sottil? E tra una e l’altra corrente di pensiero si possono trovare dei punti di contatto? Proviamo a chiederlo a un ex giocatore di Mondonico, Marco Sgrò e poi a un osservatore del calcio che conosce bene il mondo Atalanta, cioè Adelio Moro.

Tra gli ex giocatori di Mondonico che sono poi diventati allenatori l’elenco è abbastanza lungo. E proprio se andiamo a pescare quelli del primo anno di Sottil a Bergamo, hanno già una lunga esperienza da allenatori Bonacina, Carrera che ha vinto un campionato in Russia, Fortunato che ora continua a livello giovanile, Gallo vice ct all’Azerbaigian dopo buone esperienze nel settore giovanile (anche all’Atalanta), allo Spezia, al Como, Pippo Inzaghi attualmente primo nel campionato di B con la Reggina, naturalmente Sottil, Zauri e lo stesso Sgrò.

Spiega Marco, ora tecnico del Franciacorta in Serie D: “Io, Gallo, Carrera, Bonacina, Sottil eravamo già un po’ allenatori in campo, poi se a quali livelli uno possa arrivare non si sa. E devo ammettere che nessuno si aspettava un Sottil a questi livelli: lui non molla niente, ha fatto bene anche con l’Ascoli e poi quest’anno. Il calcio della sua Udinese è molto fisico, propositivo, fisicamente sono fortissimi, pressano a tutto campo e poi hanno qualche giocatore come Deulofeu che fa la differenza. Io – continua Sgrò – sono d’accordo con Gasperini: gioca chi corre di più, chi dà più garanzie, quelli che l’allenatore vede meglio nella preparazione in settimana. Non sto a guardare se uno viene dalla C o che curriculum ha. Questa è la mia idea. E noi siamo primi”.

Ma tra la ‘scuola’ Mondo e quella del Gasp ci possono essere punti di contatto? “Chiaro che il calcio moderno va avanti, non può essere più come vent’anni fa. Ma certe cose che ci insegnava il Mondo ti rimangono, come leggeva le partite lui, sapeva che cambi fare e come cambiare. Poi un allenatore come me, come Carrera e Sottil deve essere bravo ad apprendere da tutti. Io per esempio ho imparato molto da Spalletti, che come metodi è uno dei più bravi. Così se guardiamo al Gasp di quest’anno, vediamo che si è modificato ed è segno di intelligenza”. Perché ha cambiato atteggiamento in campo? “Ah questo bisognerebbe chiederlo a lui, non so se l’ha fatto perché ha altri tipi di giocatori o forse perché prendeva troppi gol…”. Sgrò fa un’altra osservazione: “La maggior parte degli allenatori sono difensori o centrocampisti, poi c’è Pippo che già da giocatore non dormiva perché voleva imparare i trucchi e le tattiche dei suoi allenatori”.

Curioso anche il fatto che Sottil, difensore marcatore che non mollava mai l’attaccante di riferimento, oggi da allenatore con l’Udinese ha il miglior attacco (15 gol), mentre Inzaghi re dei bomber da allenatore si è prima di tutto coperto in difesa, anche se ha fatto meglio in B e invece in Serie A non è ancora riuscito a dimostrare le sue qualità di allenatore.

Adelio Moro spiega così il fenomeno Sottil: “Ha saputo creare un buon gruppo, adesso è anche più tranquillo in campo. Ad Ascoli era un po’ più spregiudicato, ma è uno che è cresciuto dal basso, ha fatto la gavetta, ha allenato in tutte le categorie dalla C alla B, prima Pescara e poi Ascoli e quest’anno ha debuttato in A. Direi che ha anche avuto la fortuna di allenare all’Udinese stranieri forti dal punto di vista fisico, che nel calcio di oggi conta molto: c’è molta fisicità, giocano con i tre dietro e i quattro in mezzo. Sottil è cresciuto col Mondo, però direi che il suo calcio è più vicino a quello del Gasp. Ha imparato a leggere le partite, da ex difensore stando dietro vedeva il gioco e ha portato le sue idee come allenatore, adesso riesce anche a farsi capire meglio”.

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