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Lo studio

Caro affitti, a Bergamo solo il 30% delle case ha un canone mensile sotto i 750 euro

Secondo Idealista i prezzi medi in città sono in crescita del 5,2% rispetto al 2021

Bergamo. Venezia e Milano sono le città più “esclusive”, nel senso che è davvero bassissima la percentuale di case in affitto con un canone inferiore ai 750 euro al mese: rispettivamente il 3 e 4%. A Bergamo la quota sale al 30%, ma è comunque uno dei capoluoghi più cari in Italia secondo un recente sondaggio di Idealista. “Rispetto al 2021 il prezzo medio in città è salito del 5,2% – spiega Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi del portale -. Per un trilocale, la tipologia d’affitto più richiesta, bisogna sborsare mediamente 1.050 euro al mese, quando lo stipendio medio in Italia si aggira attorno ai 1.500 euro”.

Il portale ha analizzato tutti gli immobili presenti nel suo database di affitti fino ad agosto 2022. Condotto su 5 mila individui, l’84% del campione considera un limite massimo di spesa di 750 euro per una casa in affitto, mentre la fascia di prezzo più cercata è quella compresa tra i 450 e i 600 euro (40% del campione). Partendo da questo dato, il portale ha cercato di individuare dove si concentrano gli affitti più accessibili nei vari capoluoghi italiani. Dall’analisi è emerso come solo il 52% degli annunci di case in affitto in Italia ha un prezzo inferiore a 750 euro al mese: Bergamo, quindi, è ampiamente sotto la media.

“Complice l’inflazione negli ultimi mesi si è andata assottigliando l’offerta di case in locazione nelle fasce di prezzo più accessibili sotto i 750 euro mensili: -10%”, rileva Idealista. Il 70% dei capoluoghi presenta una prevalenza di case in locazione a prezzi mensili inferiori alla soglia di sostenibilità delle famiglie: Caltanissetta, Vibo Valentia, Vercelli e Gorizia, con il 100% delle case in locazione a costi inferiori a 750 euro, sono le città più convenienti. In altri 69 capoluoghi la percentuale di alloggi in affitto a prezzi accessibili è maggiore rispetto alla media nazionale: si va dal 97% di Terni al 53% di Livorno. Sul lato opposto, troviamo città dove l’affitto è storicamente più caro: a Firenze e Bologna la percentuale di alloggi a prezzi accessibili tocca rispettivamente il 7% e il 9%. Seguono Bolzano (13%), Roma (15%), Padova (17%), Como (19%), Cagliari  e Verona (24%), Vicenza (29%) e appunto Bergamo.

Aumentando la quota a 1.000 euro, in città la percentuale di alloggi accessibili sale al 46%. “Ma vale il discorso di prima – osserva De Tommaso -. Buona parte delle persone che cercano affitto sono stranieri, single, single di ritorno o anziani. Con un solo reddito a disposizione, diventa difficile sostenere questi prezzi”.

 

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