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Il reportage

Bergamo “Milleluci”: il difficile equilibrio tra risparmio energetico, promozione turistica e sicurezza fotogallery

Nonostante il caro bollette alcuni edifici pubblici restano illuminati a giorno, stesso discorso per palazzine private e negozi. Ma c'è anche chi prova ad attuare politiche di riduzione dei costi

Bergamo. Non dev’essere facile, anzi, è un complicato esercizio di equilibrio: bilanciare le esigenze a volte estetiche, altre di promozione turistica e marketing, altre ancora di sicurezza, con il rigore che imporrebbe l’austerità. Per accorgersene, basta fare un giro in città bassa: lunedì sera (19 settembre) la facciata esterna del palazzo di Prefettura e Provincia, in via Tasso, è completamente illuminata quando mancano pochi minuti alle 23 e gli ampi cancelli sono ormai serrati. Anche l’Accademia Carrara, temporaneamente chiusa al pubblico per il riallestimento delle sale, è vestita di un blu che definire “acceso” è poco (ma con la Capitale della Cultura alle porte si può comprendere). Ci sono poi gli spazi di un’altra Accademia, quella della Guardia di Finanza, rimessa a nuovo nell’ex ospedale, che restano illuminati fino a tardi. “Parliamo di interi corridoi, cameroni e palazzine – segnala un lettore che percorre spesso la pista ciclabile lì accanto – ma all’interno, a quell’ora, non vedo mai nessuno. Potrei sbagliarmi, ma non credo sia un esempio virtuoso di risparmio energetico”.

Senza dimenticare i negozi di abbigliamento: lunedì, sempre intorno alle 23, i clienti riempiono ancora i tavoli dei bar sotto i portici di piazza Pontida. Man mano che ci si allontana, però, il vociare si fa sempre meno intenso. Lungo via XX Settembre incrociamo sì e no una quindicina di persone, eppure la stragrande maggioranza dei negozi non rinuncia alle vetrine accese. Se quelle di Benetton sono viola appariscente, Zara non sembra farsi problemi ad illuminare l’intero negozio, anche se non possiamo escludere che all’interno stia ancora lavorando qualcuno, magari per effettuare le pulizie. Qualche domanda sorge spontanea guardando lo store di Victoria’s Secret: non ancora inaugurato, l’interno del punto vendita è reso quasi imperscrutabile dai pannelli, ma completamente illuminato come suggerisce il bagliore che s’insinua tra le fessure. Un paradosso (anche se vale lo stesso discorso di prima: se ci sia qualcuno al lavoro non è dato sapere, ma dando una rapida sbirciata pare di no). Alla fine, tra i grandi marchi, Intimissimi è l’unico a scegliere il buio prima degli altri: lascia acceso soltanto uno schermo, nemmeno troppo grande, sul quale scorrono le immagini di qualche modello e modella. Quanto basta a farsi notare dai passanti.

“L’impatto del caro energia varia da attività ad attività – commenta Antonio Terzi, presidente di Confesercenti Bergamo -. I grandi marchi osservano regole molto probabilmente imposte dall’alto e finanziariamente hanno più possibilità di coprire i costi, ma a livello etico potrebbero cominciare a dare il buon esempio adottando comportamenti diversi. Una maggiore sensibilità, al momento, si riscontra soprattutto tra i commercianti più piccoli”. Lui stesso dice di aver ridotto l’illuminazione interna del suo negozio, lasciando solo pannelli essenziali a led a basso consumo. “Ad ogni modo – aggiunge – sono convinto che le bollette che si sommeranno nei prossimi mesi richiameranno tutti all’ordine”. Vale per i negozi come per gli edifici pubblici. “Da genitore – assicura – ho visto scuole con temperature africane in pieno inverno”.

Proseguendo il nostro tour in centro, se qualche timido riflesso illumina Palazzo Frizzoni e il Teatro Donizetti, la chiesa di Santa Maria Immacolata delle Grazie in viale Papa Giovanni sembra già pronta per Natale con le sgargianti luminarie (accese anche martedì pomeriggio). E in periferia e nell’hinterland? Non mancano palazzi con androni, scale e ascensori illuminati a giorno, quando per risparmiare basterebbero dei sensori di movimento. “Se Berlino è riuscita a spegnere duecento monumenti e Parigi un’ora prima la Tour Eiffel, mi chiedo perché nel mio condominio ci si ostini a sprecare così – osserva una donna che abita con la madre in via Carducci a Torre Boldone -. La maggior parte delle persone che vivono qui sono anziane, nessuno si alza per fare le scale di notte”. Insomma, in attesa di direttive chiare, ognuno fa quel che vuole in base alle proprie priorità e sensibilità.

Spostandosi in provincia, per esempio, il centro commerciale di Stezzano ha deciso di “spegnere” le due torri che danno il nome alla struttura. “Da inizio anno stiamo abbracciando una politica di risparmio energetico e riduzione dei consumi – commenta il direttore Roberto Speri -, che poi questo percorso coincida con il caro energia è un altro discorso. Tra le altre cose, stiamo ottimizzando l’utilizzo delle luci nei parcheggi e avvisando i singoli operatori che tenere accese le insegne luminose che si vedono dall’autostrada non è più vincolante. Capisco sia un’ottima pubblicità, ma adesso lasciamo decidere loro (lunedì sera erano quasi tutte illuminate ndr). Stiamo davvero cercando di risparmiare ovunque per mantenere la solidità del centro commerciale – conclude Speri -. L’equazione è semplice: più si risparmia, meno si subisce il caro energia”.

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