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Bassa

Rossoni (Pd): “Senza Giudice di Pace Treviglio danneggiata”, il sindaco Imeri: “Scelta doverosa”

Ufficiale la chiusura dal primo ottobre. Il servizio sarà integrato per i cittadini tramite uno sportello comunale

Treviglio. È con un post su Facebook che le minoranze tornano ad alzare la voce, ma Imeri resta dello stesso avviso di tre mesi fa: il Giudice di Pace sarà a Bergamo, il servizio sarà integrato per i cittadini tramite uno sportello comunale.

A partire dal primo ottobre prossimo il Giudice di Pace non sarà più nella Bassa ma nel capoluogo. La questione era già sul tavolo da mesi, e già a giugno su Bergamonews c’era stato un botta e risposta interno all’Amministrazione comunale. Il dibattito si è però riacceso in queste ore sui social dove, ormai giunti sotto data, la questione è riemersa.

L’attacco via social
“A Treviglio non ci sarà più Giustizia!”. Questo il forte esordio di un post su Facebook datato 19 settembre dell’avvocato Laura Rossoni (Pd), che all’interno del Consiglio comunale siede nelle fila della minoranza perseguendo contemporaneamente la sua carriera professionale come legale. “Treviglio perde un servizio importante e sarà un po’ meno città. Tutta la Bassa bergamasca però ne sarà danneggiata” prosegue, attaccando quell’idea di “Treviglio capitale della Bassa” tanto cara alla maggioranza che siede nel palazzo di Piazza Manara.

Rossoni non risparmia una stilettata al Primo cittadino. “La colpa è sicuramente dello Stato che non garantisce i fondi, ma non solo. È una scelta voluta e rivendicata dal sindaco Juri Imeri e dalla sua amministrazione che invece, al tempo del sindaco Pezzoni, aveva accettato di garantire il personale e i locali. Un impegno che ora ha scelto di non voler più onorare – ha tuonato la Consigliera nel post – Treviglio trova i soldi per tutto, ma non per garantire la giustizia di prossimità ai suoi cittadini. Una scelta, va ricordato, presa in solitaria senza neanche sentire gli altri comuni del territorio chiamandoli (ed erano disposti) a compartecipare ai costi”.

“Una scelta doverosa”, la replica di Imeri
Non è tardata la reazione del sindaco con un’articolata replica anche questa seconda volta. “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” esordisce da noi interpellato Juri Imeri, che già a giugno aveva messo un punto alla questione denunciando l’insostenibilità dell’alternativa.

“La decisione, a lungo ponderata, nasce dalle inefficienze dello Stato centrale, che non dovrebbe scaricare sui Comuni i costi della giustizia, materia di sua competenza per dettato costituzionale: o i Comuni si fanno carico del giudice di pace o vengono chiuse le sedi distaccate” ha denunciato Imeri, che ha menzionato anche dei numeri: “Treviglio ha già dato, tanto: circa un milione e duecentomila euro in 10 anni, tra spese del personale, manutenzione e mancati introiti per dalla locazione dell’immobile comunale. Soldi dei cittadini di Treviglio, ricordiamolo. A questo si aggiungono i ritardi dello Stato nella digitalizzazione di procedimenti e pratiche che potrebbero e dovrebbero essere svolte via email invece che in presenza, una modalità prevista dalla legge e attuata invece solo in parte dal Ministero della Giustizia. Il Comune di Treviglio sta crescendo e gestisce oggi servizi e opere che richiedono sempre più professionalità e risorse umane, e questo a fronte di pesanti vincoli statali sulle assunzioni”.

Non che la soluzione non esista, poiché il sindaco guarda già alla riuscita locale di questo cambiamento. “Proprio per questi motivi riporteremo all’interno della struttura comunale, a Treviglio, i quattro dipendenti in servizio al Giudice di pace, per destinarli a servizi comunali. La giustizia sarà garantita dallo Stato, un compito affidatogli dalla nostra Costituzione, e i trevigliesi non continueranno a pagare per servizi di competenza altrui. A nostro avviso, una scelta eticamente e finanziariamente doverosa”.

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