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Confcooperative Bergamo

L'analisi

Confcooperative: “Crisi energetica, a rischio la tenuta del welfare”

Secondo le prime proiezioni di Confcooperative Bergamo, i rincari attesi entro la fine dell’anno (sia per le strutture residenziali, sia per le semiresidenziali, sia per le diurne) potrebbero superare anche il 400%

L’aumento delle materie prime, dell’energia elettrica e del gas, sta mettendo a dura prova famiglie, imprese e anche il sistema del welfare. Servizi residenziali, semiresidenziali e diurni, in particolare, stanno affrontando un momento di grande crisi, a causa dell’aumento incontrollato di costi che, nemmeno le buone pratiche di riduzione dei consumi, possono contenere. Perché non sempre, quando si tratta di servizi offerti alle categorie più fragili, è possibile intervenire alla fonte, ad esempio abbassando la temperatura dei termosifoni o riducendo l’uso della corrente elettrica.

“È fondamentale che le istituzioni, a tutti i livelli, sostengano quanto prima il sistema del welfare con un adeguamento delle tariffe riconosciute ai servizi e questo per evitare che vengano ulteriormente colpite le categorie più fragili”, dichiarano Fabio Loda, presidente del Consorzio di Cooperative Sociali Cum Sortis e presidente di Federsolidarietà Bergamo e Valerio Mari, presidente della Cooperativa Sociale Lavorare Insieme e referente di Confcooperative Bergamo nell’ambito della Disabilità nell’età adulta.

Rincari in bolletta anche del 400%

Secondo le prime proiezioni di Confcooperative Bergamo, i rincari attesi entro la fine dell’anno (sia per le strutture residenziali, sia per le semiresidenziali, sia per le diurne) potrebbero superare anche il 400%. Sono i dati del primo trimestre a fornire questa panoramica per nulla confortante: “Dai numero a nostra disposizione – commenta Valerio Mari – relativi ai primi tre mesi dell’anno e riguardanti le utilities, le bollette di gas ed elettricità sono già aumentate e, secondo le nostre previsioni, entro dicembre ci attesteremo con +300 se non 400% rispetto al 2021”.

Per le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali spesso non è possibile ricorrere al contenimento dei consumi, come indicato dall’Unione europea: “Basti pensare, per fare un esempio, alle persone prese in carico per disabilità fisiche che, per una differente percezione della temperatura, necessitano di un ambiente costantemente confortevole sotto il profilo del riscaldamento, del raffrescamento e dell’illuminazione”, sottolinea Loda. Nel caso della residenzialità, inoltre, si tratta di attività non-stop, sette giorni su sette, ventiquattr’ore su ventiquattro.

Nemmeno l’efficientamento energetico per questo tipo di attività risulta sempre una strada percorribile: “Dove possibile abbiamo già provveduto – sottolinea ancora Loda – , soprattutto quando si tratta di immobili di nostra proprietà, ma quando sono, invece, di altri soggetti, non è una soluzione immediatamente praticabile”:

A rischio il sistema del welfare

Se, così come sembra, entro dicembre i bilanci delle cooperative confermeranno gli aumenti previsti, in pericolo c’è la tenuta stessa del sistema welfare: “A quel punto non avremo molte possibilità di scelta – evidenziano Loda e Mari – saremo messi di fronte a un bivio. Ci troveremo costretti a chiudere o rivedere le tariffe, in ogni caso con conseguenze dirette sulle famiglie più fragili del nostro tessuto sociale”.

L’impatto della crisi energetica, dunque, è un problema che chiama in causa tutti: “Le ripercussioni rischiano di essere davvero serie”, evidenzia Mari.

Appello alle istituzioni locali e nazionali

Attualmente sono aperte varie interlocuzioni con le istituzioni, ma il fattore tempo gioca un ruolo di primo piano: “In questo scenario non può essere sufficiente ipotizzare delle misure straordinarie, è necessario che le istituzioni, a tutti i livelli, intervengano al più presto nei diversi ambiti”, concordano Loda e Mari. Secondo uno studio nazionale di Confcooperative, il rischio di chiusura è concreto e potrebbe interessare fino a 184mila imprese e 1,4 milioni di occupati, senza considerare il pesantissimo impatto sulla garanzia di servizi fondamentali per la tutela dei diritti e del benessere di cittadini già in condizione di fragilità.

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