• Abbonati
Il caso

Marcovaldo e il divieto di raccogliere castagne, funghi e noci a Pradalunga

Il sindaco invita gli abitanti a non raccoglierli nei boschi di proprietà privata

Pradalunga. Marcovaldo, dopo la pausa pranzo, doveva rientrare al lavoro ma il cielo sgombro da nubi e il fresco sole di ottobre lo indussero a proseguire la sua passeggiata, senza meta, lungo i sentieri e le viuzze di Pradalunga, seguendo la striscia di castagne già cadute dalle piante che si intrecciavano con il filo dei suoi pensieri e della sua vita. Il desiderio di prenderle era forte ma gli aculei dei ricci gli ricordarono l’avviso del Comune che invitava i cittadini a “non raccogliere i frutti del sottobosco” perché “sono dei legittimi proprietari che custodiscono quei terreni”.

Ora, le castagne si trovavano sul sentiero e chi poteva stabilire con precisione di chi fossero e da quale pianta fossero cadute. Se raccogliendole le avesse consegnate al proprietario della pianta più vicina ma, in realtà, queste fossero rotolate lungo il sentiero e fossero cadute da una pianta che si trovava nella proprietà di un’altra persona, sicuramente avrebbe ugualmente commesso un torto. Girando quattro castagne tra le dita, come un sapiente giocoliere in procinto di esibirsi, alcune di queste finirono nelle sue tasche. Si sa bene quale può essere la capienza di una tasca pensò tra sé e sé. Il desidero era quello di portarle subito a casa. Lì, con un coltello appuntito, dopo aver inciso il lato piatto con una croce che per certi versi ricordava un rito propiziatorio, sarebbero finite sul fuoco per trasformarsi in caldarroste. Marcovaldo continuò ad arrovellarsi in questi pensieri.

Del resto il sindaco era stato chiaro “considerato che nella stagione autunnale aumenta l’abitudine di persone estranee ad addentrarsi nelle proprietà private al fine di raccogliere i frutti del sottobosco; considerato l’impegno e l’investimento di diversi castanicoltori che, nel corso degli ultimi anni, hanno lavorato e stanno lavorando ai loro terreni valorizzando economia, cultura e tutela del territorio” aveva invitato “la cittadinanza tutta e chi transita sul territorio comunale a rispettare i terreni di proprietà privata”.

E per chi, come Marcovaldo, si interrogava sulle castagne e su cosa si potesse annoverare nella categoria “frutti del sottobosco” il sindaco aveva precisato che non ci si poteva avventurare in “terreni di proprietà privata -anche non recintati- soprattutto quando esplicitamente segnalati”. Nell’avviso si ricordava che erano da intendersi come frutti del sottobosco: “castagne, funghi, noci, fichi, piccoli frutti, erbe aromatiche, ecc.”. Marcovaldo contava le castagne nelle sue tasche e sotto il braccio raccoglieva qualche bastoncino di legno per accendere il fuoco. Non aveva letto cartelli che vietavano di raccogliere bastoni secchi che, magari, nascondevano i funghi e che, una volta raccolti, alcuni sceglievano di conservarli lasciandoli proprio seccare.

Il sindaco invitava “i proprietari a segnalare con appropriati cartelli l’area curata e coltivata, al fine di renderne più chiari i confini”. Terminato il lavoro Marcovaldo decise di accelerare il passo e correre a casa per accendere il fuoco e salutare la giornata con una buona castagnata. La moglie vedendolo trafficare freneticamente nelle tasche gli ricordò di non aver ancora cucito i buchi.

RACCOLTA CASTAGNE E FRUTTI 2022

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI