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Verso le elezioni

Elena Carnevali (Pd): “Una sanità più democratica e politiche giovanili che evitino le fughe dei cervelli”

L'onorevole candidata a Milano: "Un Cup unico per pubblico e privato per snellire le liste d'attesa. E l'agenda sociale per incentivare la natalità, il welfare familiare e la formazione"

Bergamo. Chi guarda a sinistra, non può non guardare Elena Carnevali. Centrosinistra, per la precisione. Anche se il suo cuore, così sembra ascoltando le sue parole, sta decisamente a sinistra. E questa non è certo un’affermazione faziosa, come potrebbe sembrare ai più, né una questione meramente anatomica, piuttosto una considerazione raccolta alla luce dei fatti. E i temi da trattare sono tanti, al punto di finire a chiacchierare non solo di nodi squisitamente politici, ma anche di vita comune perché, del resto, la politica dovrebbe essere, innanzitutto, quello. Candidata su Milano, “Ma con Bergamo sempre nel cuore, tanto che queste due settimane folli le sto vivendo un po’ di qua e un po’ di là”, si divide tra incontri con le associazioni, anche di categoria, con chi fa impresa, con i lavoratori del pubblico e del privato, ma anche e soprattutto con i semplici cittadini che incontra al mercato, ai gazebi e nelle piazze dei paesi.

Ma partiamo dalla stretta attualità. E, in particolare, dai lavori svolti in Senato e alla Camera per mettere a terra e votare il decreto Aiuti Bis e, in previsione, anche l’Aiuti Ter.

Con il voto di ieri, l’iter del decreto Aiuti Bis è concluso. Contiene risorse pari a 17 miliardi di euro di aiuti per famiglie ed imprese. Dal taglio delle accise sui carburanti, alla proroga dei tagli delle bollette, un taglio al cuneo fiscale, al rifinanziamento del bonus trasporti e psicologo, estensione del bonus di 200 euro e l’anticipo dell’aumento delle pensioni oltre all’intervento sul Superbonus che riguarda la cessione dei crediti. Con questo decreto, fino ad oggi abbiamo destinato 50 miliardi di euro per far fronte all’aumento dei prezzi energetici e inflazione. Ma non solo. Dopo aver presentato tanti emendamenti, finalmente è arrivata anche la proroga fino a fine anno dello Smart Working per i lavoratori fragili. Tante risorse ma non bastano per far fronte a bollette triplicate e inflazione all’8 %.

Cosa proponete come PD?

Il raddoppio del credito di imposta per le aziende energivore oggi al 25%.  Tante di queste imprese hanno già iniziato il fermo della produzione. L’introduzione delle bollette “luce sociale” attraverso l’acquirente unico, il disaccoppiamento del prezzo del gas e dell’elettricità e, a livello europeo, l’introduzione di un tetto al prezzo del Gas. Il premier Draghi da tempo lavorava ad un prezzo amministrato in sede europea. Certo che se fai cadere il governo indebolendo la credibilità, se difendi in diritto di veto come fanno Salvini e Meloni, se metti – come fa la Lega- in dubbio gli effetti delle sanzioni alla Russia, non stai certo aiutando l’Italia e Europa ad aver una posizione unica. Poi è chiaro che, se nonostante tutte le misure messe in campo, serviranno altre risorse oltre a quelle individuate per il decreto Aiuti ter, possiamo prendere in considerazione l’ipotesi dello scostamento di bilancio, nella misura che sia sostenibile e praticabile.

Cosa le chiedono i cittadini quando li incontra durante questa campagna elettorale?

In questo momento di difficoltà, la gente soffre l’instabilità attuale. L’astensionismo viene anche da li. È stupefacente vedere che chi come Calderoli ha provato sul vostro giornale a togliere le impronte digitali sulla caduta del governo Draghi sia stato smentito dalla parole di Salvini che ha affermato di non pentirsi. Ma oltre all’instabilità politica, le persone soffrono per il ritorno dell’inflazione più alta dagli anni ’80, che sta generando un aumento dei prezzi anche di generi alimentari e altri beni di prima necessità. Le misure in campo energetico servono per fermare la perdita di potere d’acquisto, ma non basta.

É necessario continuare a ridurre la pressione fiscale, come ha fatto Draghi con il ridisegno degli scaglioni IRPEF che dà vantaggi ai redditi medio bassi, lavorando ora sul cuneo fiscale. Un intervento significativo, nel segno dell’equità fiscale, a differenza di quanto proposto dal centrodestra con la Flat Tax, che va invece a favore dei redditi alti, e tanto costosa da obbligare a tagliare i servizi essenziali come sanità e scuola. Vedo che anche gli imprenditori ed i sindacati sono concordi.

L’altro grande tema sono le liste di attesa e la spesa privata, di tasca loro, per l’accesso alle visite e esami diagnostici. In Lombardia la spesa media privata è arrivata a 1400 euro all’anno. Inguardabile per chi sventola di essere il motore dell’Italia a parole.

Quali sono le proposte del Partito Democratico?

Ho due grandi timori per la sanità e il welfare. Siamo un Paese che si esercita a disfare quello che altri hanno iniziato a fare. Interrompere la stagione delle riforme in atto, come quella della medicina e assistenza territoriale e dell’attuazione del PNRR che per la sanità vale 20 miliardi di euro sarebbe grave. Inoltre del sostegno sanità a parole sono tutti d’accordo. Poi non dicono che il prezzo per sostenere i 100 o 200 miliardi delle proposte fiscali del centro destra, come già ho detto, vuol dire riduzione di due beni essenziali: scuola e salute.

Un film già visto con tagli alla scuola veri di 8 miliardi di euro durante il governo Berlusconi con ministro Tremonti. Per ridurre le liste di attesa, abbiamo stanziato 400 milioni di euro sia nel 2021 sia nel 2022. Risorse assegnate alle regioni. Serve soprattutto aumentare personale ben oltre i limiti attuali, centralizzare i Centri unici di prenotazione (CUP) di tutte le strutture, comprese quelle private accreditate, investire nelle Case di comunità e nella medicina di gruppo dei medici, e valorizzando il ruolo degli infermieri e dei professionisti della salute e del sociale. É assurdo che investiamo risorse pubbliche importanti per 9 o 11 anni di formazione medica e poi ricorriamo ai “gettonisti”.

Terzo settore ed energia. Quale è la posizione del suo partito?

In tutti i decreti aiuti abbiamo chiesto di introdurre misure di sostegno per far fronte agli aumenti dei prezzi di gas ed elettricità. La vocazione di quel settore è produrre benessere e cura alle persone. Ma anche l’impresa sociale deve avere un bilancio solido. A meno che non si voglia ridimensionare la loro attività o trasferisce i costi aggiuntivi sulle famiglie e comuni. Ieri è stato approvato dal governo un mio ordine del giorno, l’ennesimo tentativo di includerli nel prossimo Dl Aiuti (Dl Aiuti-ter), risorse da destinare alle strutture socio-sanitarie accreditate, di accoglienza per anziani non autosufficienti RSA e per persone con disabilità, al fine di permettere a tali strutture di far fronte al rincaro delle bollette dovuto alla crisi energetica. Ora non c’è più tempo. Inoltre, l’ordine del giorno approvato con il parere favorevole del Governo, impegna quest’ultimo a prevedere strumenti normativi che aggiornino almeno ogni due anni la quota sanitaria giornaliera riconosciuta dalle regioni alle strutture socio-sanitarie accreditate, attraverso il FSN e il FSR, che in molte regioni sono ferme troppi da anni.

Tra i temi cari ai Dem anche quello dei giovani.

Due numeri: 24 e 30. La prima è l’età media nei paesi europei in cui i giovani vivono in autonomia fuori casa. La seconda è quella Italiana. Per questo proponiamo azzeramento dei contributi per gli under 35 assunti a tempo indeterminato, fondo per la prima casa e contributo di 200 al mese euro per affitti, pensione di garanzia e la dote giovani. Il nostro modello, in termini di formazione e di cultura di crescita giovanile, è fortunatamente molto differente da quello del centrodestra, da quanto proposto da Salvini che, quando parla di famiglia, fa addirittura riferimento a Orbàn, volendo chiudere le donne solo nella dimensione domestica. La maggioranza dei neolaureati – ancora troppo poco nel totale – è donna! Dei talenti dei giovani, donne comprese, l’Italia ne ha fortemente bisogno. Invece da destra continuano a proporre modelli che portano i giovani ad emigrare.

La conoscenza è potere: la centralità della scuola come strumento di istruzione e formazione ed emancipazione. Raggiungere gli obbiettivi del PNRR con investimenti su asili nido e scuole d’infanzia, sugli ITS, sui servizi di welfare flessibili e su più congedi di paternità. Oggi sembra una conquista avere 10 giorni, sotto la media dei paesi avanzati. E lasciare le donne e le nostre giovani libere di scegliere.

Quanto le è dispiaciuto non essere stata candidata a Bergamo?

Mi è dispiaciuto molto non si può negare. Mi divido fra Milano e Bergamo, sostenendo anche i bravi candidati della mia provincia. Legge elettorale e taglio di 345parlamentari hanno prodotto collegi enormi – il mio di Milano è di quasi 2 milioni di abitanti.

Franco Tentorio, durante una nostra recente intervista, ha detto che se “due pezzi da novanta come la Carnevali e Misiani non dovessero trovare spazio, di nuovo, in Parlamento, per le loro si apriranno facilmente le strade della candidatura alle amministrative di Bergamo”. Lei cosa risponde?

Oggi mi dedico con tutte le mie forze a questa campagna elettorale, chiamata a rappresentare il mio partito e il mio territorio. Sul domani, si vedrà. Anche se l’amore che ho per la mia città è grandissimo e per Bergamo ci sarò sempre.

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