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Il problema

Carenza di Co2: Sanpellegrino costretta a fermare per due giorni la produzione a Ruspino

Le decisione del Gruppo, che parla di persistente calo nelle forniture di anidride carbonica

San Pellegrino Terme. Le aziende del settore conoscono bene il problema e il Gruppo Sanpellegrino non fa eccezione: parliamo della scarsità di Co2, necessaria per aggiungere bollicine alle bottiglie di acqua minerale.

“A causa del persistere dei cali nella fornitura di anidride carbonica – spiegano dal colosso del beverage – questa settimana si renderà necessario un fermo produttivo di due giorni nello stabilimento di Ruspino”, in Valle Brembana, dove viene imbottigliata l’acqua.

“Nonostante il generalizzato problema di carenza delle materie prime che coinvolge tutti i settori e il protrarsi della situazione di estrema difficoltà dei produttori di Co2”, l’obiettivo dell’azienda è per forza di cose quello di “continuare a ricercare nuove linee di approvvigionamento, per ritornare il prima possibile al normale flusso di produzione”.

È quanto si limita a commentare per ora il Gruppo Sanpellegrino, contattato da Bergamonews dopo che la voce di un possibile stop si è sparsa ben oltre i confini dello stabilimento. Segno, forse, che ci sono stati giorni migliori anche per una realtà tornata nel 2021 ai valori pre-pandemia in termini di performance: con quasi 3,5 miliardi di bottiglie prodotte e un fatturato di 878 milioni di euro, il Gruppo ha chiuso il bilancio registrando un incremento del giro d’affari rispetto all’anno precedente.

Alla base della scarsa disponibilità di Co2 ad uso alimentare ci sarebbero innanzitutto l’aumento dei costi dell’energia e delle difficoltà di trasporto, che rendono più complessa la sua estrazione naturale oppure la sua produzione industriale. Elementi che si combinano al boom dei costi anche di plastica, alluminio, cartone e vetro.

A luglio era stato Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna – altro colosso del settore – ad accendere i riflettori sul tema, annunciando la temporanea chiusure delle linee di produzione dei prodotti gassati a causa della mancanza di anidride carbonica. Molte aziende produttrici di Co2 hanno inoltre dichiarato di essere state costrette a diminuire la produzione, quasi totalmente dedicata al comparto medico e sanitario.

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