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Il vademecum

In cerca di funghi, due morti in due giorni: no a stivali e mimetica, i 10 consigli

Il Cai e il Soccorso alpino e speleologico lombardo hanno realizzato una guida con utili suggerimenti per affrontare il bosco in sicurezza

Andare alla ricerca di funghi può essere un’attività pericolosa, per i neofiti ma anche per i cercatori esperti. La stagione è iniziata da poco e già due bergamaschi sono deceduti mentre si trovavano nel bosco.

Un cinquantenne di Zogno ha perso la vita il 10 settembre, in Valsugana, in Trentino. Il 12 settembre un pensionato di 82 anni è precipitato in un canale in località Piazzolo di Ardesio. Diversi anche gli infortuni e le persone che hanno smarrito il sentiero mentre erano intenti a spostare foglie e ispezionare il terreno, per i quali si è reso necessario l’intervento del Soccorso alpino e dell’elisoccorso del 118.

E proprio il Soccorso alpino e speleologico lombardo, in collaborazione con il Cai, ha diffuso una guida dal titolo “Sicuri a cercar funghi” perché, come sottolineano nella premessa, “in Italia si registrano mediamente ogni anno circa 300 interventi rivolti a cercatori di funghi; di questi, oltre una ventina perdono la vita”.

Ecco quindi alcuni consigli utili per affrontare questa attività in sicurezza.

– I pendii scoscesi, canali e balze rocciose devono essere considerati con la massima attenzione. I boschi che si sviluppano su terreni ortograficamente impervi mal si prestano, ad esempio, alla frequentazione di gruppi familiari con bambini.

– Lo stato del terreno che può essere bagnato per piogge recenti, scivoloso per la presenza di fango o instabile per precarietà del suolo, non deve mai essere sottovalutato. La scivolata lungo un pendio o la caduta da un risalto roccioso possono risultare assai pericolose.

– Un vestiario appropriato, pantaloni lunghi, ma soprattutto un buon paio di scarponi da montagna sono d’obbligo quanto l’uso del cestino ed il rispetto delle regole vigenti. Va assolutamente evitato l’uso dei pantaloncini corti.

– L’uso di un bastone è un valido aiuto per ottimizzare le energie e migliorare l’equilibrio.

–  Usare un abbigliamento dai colori mimetici può forse aiutare a non far scoprire “la propria zona” ma aumenta in modo significativo la difficoltà di essere individuati in caso d’incidente. Risulta indispensabile consigliare quindi un abbigliamento che si discosti, anche senza esagerare, dai colori della natura.

– Lo stivale ripara bene dall’acqua, ma non offre alcun sostegno e stabilità al piede che risulta libero di ruotare nel suo interno quando si cammina in ambiente impervio,
pertanto l’uso dello stivale è vivamente da sconsigliare anche su terreni apparentemente poco impegnativi. Meglio preferire solidi scarponi da montagna.

–  In caso di smarrimento è sempre consigliabile ritornare sui propri passi finché si è in tempo evitando di girovagare a caso.

– Un piccolo incidente può determinare situazioni difficili da con per boschi in sicurezza, una banale frattura può irreparabilmente obbligare all’immobilità ed alla conseguente impossibilità di chiamare soccorso. Oramai sono diffusi ovunque sistemi personali di comunicazione quali cellulari o radio ricetrasmittenti, ma va ricordato che affidarsi ciecamente a questi apparati può risultare deludente poiché in montagna sono ancora frequenti le aree “in ombra” e fuori campo. Meglio avventurarsi per boschi in compagnia.

– Prima d’intraprendere un’escursione lunga ed impegnativa è sempre bene ascoltare il bollettino meteorologico. In caso di nebbia fitta, una buona conoscenza della zona se si è in grado di ritornare bene, altrimenti sarà opportuno fermarsi ed attendere i soccorsi. Se si venisse sorpresi da un temporale con fulmini sarà bene evitare di rimanere in vicinanza di alberi o spuntoni di roccia isolati, meglio preferire zone piane od uniformi. Se ci si ripara sotto strapiombi o all’interno di anfratti è bene controllare che non siano percorsi da rivoli d’acqua che possono condurre pericolose scariche elettriche ed in ogni caso non ci si dovrà mai appoggiare alla parete.

– Cercare di evitare il contatto con vespe o calabroni controllando bene il terreno su cui si cammina. In caso d’attacchi violenti è opportuno rivolgersi al più presto ad un  Pronto Soccorso. In caso di morso di vipera la ferita non va incisa ed è sconsigliato l’uso del siero antiofidico al di fuori dell’ambiente ospedaliero. La sieroterapia, infatti, espone il malcapitato a rischi di reazioni allergiche gravissime che possono risultare rapidamente mortali se non affrontate in ospedale.

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