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In via tasca

Brumotti in bici a Seriate fa arrestare un pusher con 50 grammi di marijuana

Arrivato nel paese dell'hinterland per un servizio sullo spaccio, ha segnalato quanto aveva notato ai carabinieri. Nell'appartamento di un nigeriano agli arresti domiciliari i militari hanno trovato lo stupefacente

Seriate. In sella alla sua ormai famosissima bicicletta, l’inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti è arrivato a Seriate nel pomeriggio di lunedì 12 settembre. Obiettivo: filmare una presunta attività di spaccio in via Tasca. Si è appostato, ha effettuato alcune riprese e, come nel suo stile, ha fatto qualche acrobazia commentando ciò che vedeva.

Poi, verso sera, ha raggiunto la caserma dei carabinieri di Bergamo ed ha segnalato quanto aveva scoperto.

I militari della Sezione Operativa hanno così raggiunto via Tasca ed hanno bussato alla porta dell’appartamento indicato dal reporter per una verifica. Ha aperto una donna incinta con in braccio un bambino, che li ha fatti entrare in casa. Il suo compagno, I.I., nigeriano di 38 anni, riposava nella camera da letto: è agli arresti domiciliari per una tentata estorsione.

Nessuno si è opposto alla perquisizione e i carabinieri hanno trovato, in un barattolo di plastica sopra un freezer a pozzetto, 56 grammi di marijuana suddivisi in 27 buste e 8 grammi di hashish suddivisi in 3 involucri. Nell’appartamento c’erano anche tre bilancini di precisione e materiale per il confezionamento. Su una mensola sopra il freezer c’era un telefonino, risultato poi intestato ad un pakistano, sulla chat di Whatsapp diversi messaggi che i militari hanno collegato all’attività di spaccio.

Nel borsello della convivente c’erano 765 euro e un telefonino, nel comodino altri 100 euro. Il denaro, i telefoni, i bilancini e la sostanza stupefacente sono stati sequestrati, il 38enne è stato portato in caserma e martedì mattina è comparso davanti al giudice per l’udienza di convalida.

Ha spiegato che la marijuana era per il consumo personale, che il telefonino con i messaggi dei clienti non era suo ma del pakistano: “Lo avevo io perché tre giorni fa mi ha rubato la bicicletta e l’ha rivenduta, così mi ha dato il cellulare come garanzia mentre cercava di recuperarla per restituirmela”.

Il giudice ha convalidato l’arresto e, considerati i due precedenti per droga, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, ha accolto la richiesta dell’accusa ed ha disposto gli arresti domiciliari. Il processo per direttissima è stato rinviato al 28 settembre.

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