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La beffa

Bonus trasporti, niente ritiro online: “Da Branzi a Bergamo per ottenerlo. E c’è chi rinuncia”

Si può richiedere in via telematica sul portale del ministero, ma poi bisogna presentarsi fisicamente allo sportello per l'abbonamento. Lamentele dagli utenti. Le aziende: "Istruzioni giunte in ritardo, difficile preparare i software"

Da ormai una settimana, precisamente dall’1 settembre, è possibile richiedere il Bonus Trasporti. L’agevolazione – riconosciuta a studenti, lavoratori e pensionati con reddito inferiore a 35 mila euro – prevede un aiuto economico di massimo 60 euro per l’acquisto di abbonamenti annuali o mensili. Una misura introdotta dal Dl Aiuti per aiutare le famiglie, visti i recenti aumenti dei prezzi (il governo, per il fondo, ha stanziato 180 milioni di euro).

Per prima cosa, chi vuole ottenere il bonus deve fare richiesta sulla pagina dedicata del Ministero delle Infrastrutture. Il beneficiario può presentare una richiesta a titolo personale o per conto di un minore, effettuando l’accesso sul portale tramite Spid o carta d’identità elettronica. Tutto digitalizzato, insomma. Ma è qui che sorge il problema (o meglio, quello che per molti è senz’altro un problema): dopo aver fatto richiesta, per la verifica dei dati e per acquistare l’abbonamento è necessario presentarsi fisicamente in biglietteria o allo sportello, mostrando al momento dell’acquisto il codice ricevuto telematicamente in precedenza. Con tutti i disagi che ne possono conseguire. Non proprio un modello di “semplificazione”, secondo i più critici.

“In pratica, una volta ottenuto il bonus per applicare lo sconto sull’abbonamento devo scendere fino a Bergamo, perché il portale della Sab non consente l’inserimento del voucher”. Mara, 50enne di Olmo al Brembo – 40 km dal centro città in alta Valle Brembana – è uno dei tanti utenti che in questi giorni stanno denunciando difficoltà a portare a termine la pratica.

“L’abbonamento è per mio nipote di Branzi che frequenta la scuola a San Giovanni Bianco – spiega -. L’anno scorso potevamo fare tutto online. Quest’anno, invece, sono dovuta scendere in città, assentarmi per mezza giornata dal lavoro per poi ritrovarmi a fare una lunga coda, senza nemmeno riuscire ad ottenere l’abbonamento. Tra benzina e tutto il resto, era forse più conveniente stare a casa. Alcune persone che conosco hanno definitivamente rinunciato, proprio per le difficoltà nello spostarsi perdendo così tanto tempo”. Una situazione che definisce “paradossale”: “Da un lato ti danno un vantaggio, dall’altro sembra quasi che rendano le cose complicate. Nel 2022 fatico a comprendere”.

La società del trasporto pubblico Arriva, sul proprio sito, raccomanda di prenotare l’appuntamento online, ma conferma che il buono “dovrà essere conservato e presentato allo sportello”. Proprio come l’operatore che risponde al numero del centralino telefonico: “Mi spiace, ma purtroppo è così”.

Quella di Mara è solo una delle segnalazioni arrivate all’orecchio del sindaco di Olmo al Brembo, Carmelo Goglio, che riflette sul fatto che le persone che abitano nelle valli siano sempre e comunque le più svantaggiate. Ad ogni modo, il problema riguarda anche chi vive in città o in provincia. “Richiedi il bonus trasporti online attraverso il tuo Spid dal sito del ministero, arriva un Qrcode e poi ti dicono di andare fisicamente allo sportello Atb di Bergamo per pagare l’abbonamento o rinnovarlo – osserva un utente sui social -. Ah, naturalmente il bonus non è retroattivo. Geniale”.  C’è chi invece racconta brevemente la propria esperienza: “Mercoledì un’ora e mezza di coda per una procedura di pochissimi minuti. Nel 2022 non poter usare un codice online è assurdo”.

Le aziende del trasporto pubblico fanno sapere che le direttive governative sul bonus sarebbero arrivate tardi, il 31 agosto. Un ritardo di comunicazione – sostengono – che non avrebbe permesso alle aziende di integrare tempestivamente e in modo adeguato i sistemi informatici.

Ad ogni modo, ad una settimana dall’entrata in vigore della misura sarebbero già più di 515 mila i voucher emessi, mentre 1 milione e 200 mila cittadini avrebbero avuto accesso alla piattaforma dedicata. Questi i dati del ministero del Lavoro, che parla di “importante risultato, con l’obiettivo di sostenere famiglie, studenti, lavoratori e pensionati in un momento di crisi globale complessa”.

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