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A seriate

Al Majorana torna l’infermiere a scuola: lo scorso anno 50 interventi sanitari

Il progetto è nato per l'emergenza Covid, ma è stato utilizzato dagli studenti soprattutto per problematiche psico-sociali

Seriate. Con il suono della prima campanella, riparte anche il progetto “Infermiere a scuola” all’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “Ettore Majorana” di Seriate. Non una semplice presenza sanitaria, bensì un più articolato supporto a studenti e insegnanti: si tratta di un’iniziativa piuttosto rara nel panorama scolastico, ma che ha ricevuto un notevole successo, tanto da replicarlo anche con il nuovo anno scolastico alle porte.

La presenza infermieristica è garantita dal servizio ADI di Namasté cooperativa sociale, anch’essa con sede a Seriate, da lunedì a sabato, per due ore giornaliere, al quale possono accedere liberamente, sia gli studenti che il personale della scuola. Lo scorso anno sono stati una novantina gli interventi dell’infermiera presente al Majorana, quasi tutti richiesti dagli studenti.

«Il progetto è nato per rispondere all’emergenza Covid: abbiamo avvertito l’esigenza di avere un supporto specialistico rispetto alle eventuali procedure in caso di positività – spiega Anna Maria Crotti, dirigente scolastica del Majorana, appena andata in pensione -. In realtà non abbiamo gestito alcuna emergenza Covid, ma malesseri o infortuni di studenti e personale. Tuttavia ciò che è stato più apprezzato da tutti è che l’infermiera è diventata punto di riferimento anche per altre motivazioni dei ragazzi».

Oltre ai 50 interventi sanitari (32 per mal di testa o svenimenti, 7 traumi vari, 6 escoriazioni, 2 anche per vomito da abuso di alcol), una quarantina infatti sono stati per problematiche psico-sociali come crisi d’ansia, angosce, paure legate al vivere quotidiano o legati a questioni alimentari.

Lo conferma l’infermiera del progetto, Laura Romeli:«Sono rimasta basita dalla fragilità dei ragazzi. Spesso mascherano i propri problemi, ma dando il giusto spazio e ascolto emergono malesseri legati alla vita familiare, scolastica, al proprio percorso di crescita, disagio nelle relazioni con i compagni o i professori, casi di bullismo. L’infermiera non è una psicologa, ma può facilitare il confronto con altre figure competenti».

L’infermiera così si è trasformata in figura chiave per far emergere i bisogni degli studenti e – insieme al corpo docente – ha elaborato strategie e iniziative a supporto dei singoli e del gruppo classe, oltre a momenti di formazione sanitaria. «La presenza nelle ore centrali è stata fondamentale, per questo motivo, in accordo con la nuova dirigente scolastica Maristella Carrozzo, abbiamo confermato l’iniziativa anche per il prossimo anno scolastico – aggiunge Crotti –. L’infermiera è vissuta come competente e allo stesso tempo esterna al circuito scolastico, pertanto ha saputo cogliere segnali, stimoli, informazioni che non erano accessibili agli altri adulti».

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