• Abbonati
Bergamo segreta

Un leone per Brembilla: il Ponte del Cappello e la misteriosa effige

Risalente con ogni probabilità all'epoca medievale, segna per certi versi l’inizio della Val Brembana

Il Ponte del Cappello segna per certi versi l’inizio della Val Brembana.

Risalente con ogni probabilità all’epoca medievale, il viadotto è posto nei pressi dei più recenti Ponti di Sedrina collegando in passato gli abitati di Ubiale e Val Brembilla.

Secondo quanto riportato dallo storico Giuseppe Pesenti, l’opera in pietra sarebbe stata realizzata attorno al XIII secolo, periodo in cui sorse anche il vicino Ponte di Attone posizionato lungo la via di comunicazione che la Corte Regia di Almenno alla Val Brembana.

Complice le difficoltà causate dal terreno particolarmente scosceso e dal superamento del torrente Brembilla, il fabbricato divenne fondamentale per imboccare la Strada Taverna e raggiungere così successivamente Zogno tanto da ricevere l’interessamento della Repubblica di Venezia.

A conferma di ciò, è possibile osservare la curiosa pietra fissata lungo il contrafforte del ponte e raffigurante il Leone di San Marco, simbolo della Serenissima.

Con ogni probabilità il blocco era originariamente posto sulla sommità centrale del parapetto mostrando l’effigie di un felino dalla criniera fumosa, la bocca semiaperta, un largo naso e due occhi grandi tondi.

Lo scorrere inesorabile del tempo e il lavoro svolto dagli agenti atmosferici ha progressivamente rovinato la scultura larga venticinque centimetri, alta trentacinque e profonda sei trasformandola in un viso umano alquanto inquietante.

Complice la presenza di erbacce e licheni, la figura scatenò l’immaginazione degli abitanti che iniziarono a pensare che si trattasse di un uomo spiritato o di un diavolo.

L’attuale posizione della maschera è legata direttamente al crollo dell’infrastruttura avvenuto nel 1795 e causato da una violenta inondazione del torrente Brembilla.

Il piano di ricostruzione venne presentato l’anno successivo dal comune di Ubiale da parte del cittadino capo Moroni che il 23 giugno stipulò un contratto con il costruttore Agostino Regazzoni come mostrato da un atto notarile redatto da Bortolo Luigi Bonetti a Zogno.

Il passaggio di consegne avvenuto fra la Repubblica di Venezia e il nuovo impero napoleonico rallentò tuttavia i lavori scatenando le ire degli abitanti di Ubiale che il 12 dicembre 1800 sollecitarono l’impresa Regazzoni al fine di dare il via all’intervento con la spesa prevista di 800 lire, comprensive le 200 lire per acquisto del suolo per le fondamenta da palificare.

Ulteriori problemi tuttavia insorsero a causa di una serie di inadempienze contrattuali, la morte di don Giacomo Lazzaroni, arbitro dell’accordo, e la stipula di una nuova convenzione nel 1801 che prevedeva un ulteriore allungamento della costruzione rispetto a quanto inizialmente previsto.

Il cantiere aprì quindi finalmente i battenti nel marzo 1802 restituendo il ponte alla comunità nel settembre successivo.

I conflitti fra il comune di Ubiale e la ditta Regazzoni non si fermarono li a causa dell’ampliamento che spinse l’impresa edile a chiedere un’ulteriore somma di 450 lire alle 800 stimate inizialmente, trovandosi così alla rescissione del contratto da parte dell’istituzione pubblica che si assunse tutti gli oneri.

Le parti in conflitto vennero convocate a Zogno il primo marzo 1802 convenendo a un nuovo contratto che prevedeva che Regazzoni si impegnassero a rimborsare un totale di lire 1550 al comune di Ubiale e ai suoi rappresentanti, dilazionando la somma in diverse rate: la prima di lire 260 il giorno stesso giorno della firma del recesso, la seconda di lire 515 entro quindici giorni e la restante di lire 775 da versare entro il successivo mese d’agosto del 1802.

Il Ponte del Cappello mantenne la propria importanza sino alla prima parte del Novecento, ottenendo l’attuale nome complice la presenza della famiglia Capelli che sino agli Anni ‘50 risiedeva nell’adiacente “Casa del Negro”.

La costruzione della nuova strada carrozzabile fra Ubiale e la frazione Ponti avvenuta nel 1910 ha ridotto l’utilizzo del viadotto che conserva nelle proprie pietre una certa aurea di mistero.

Fonti

Angelo Corna, La Strada Taverna, Villa di Serio, Villadiseriane, 2022

Alessandro Pellegrini, Cristian Pellegrini, Brembilla : viaggio nelle 141 contrade, Clusone, Ferrari, 1997

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI