Orio al Serio. Un agosto da (quasi) record per l'aeroporto di Orio al Serio: nel mese di agosto appena terminato, infatti, dallo scalo bergamasco sono transitate 1.347.893 persone, secondo miglior risultato di sempre dopo quello dell'agosto 2019, quando ne furono trasportate circa 37mila in più.
Se serviva un'ultimissima conferma del fatto che l'operatività dell'aeroporto fosse tornata ai livelli pre-Covid, l'ultimo bilancio mensile sull'attività l'ha data: dopo due anni complicatissimi, con sporadici picchi di traffico, il 2022 ha ripreso a macinare i numeri ai quali il Caravaggio aveva abituato, sia in termini assoluti che di load factor degli aeromobili.
Così, come già successo a luglio, anche agosto ha scavalcato quota 1,3 milioni di passeggeri (un mese fa erano stati 1.320.020) e per il quinto mese consecutivo ha superato il traguardo del milione: dopo un inizio anno ancora a singhiozzo per il perdurare di alcune restrizioni sui viaggi aerei, infatti, già da febbraio si era avuta la sensazione che la ripresa fosse chiara e sensibile.
Se nel confronto con il 2019 gennaio ha pagato un saldo di 400.000 passeggeri in meno, dal mese successivo è partita la rincorsa: 753.336 persone trasportate a febbraio (contro le 907mila del 2020 e le 895mila del 2019), 961.941 a marzo (1.019.793 nel 2019), 1.111.327 ad aprile (1.163.942 nel 2019), 1.193.237 a maggio (1.200.388 nel 2019), 1.249.450 a giugno (1.236.292 nel 2019) e i già citati numeri di luglio e agosto.
Tirando le somme si arriva a 8.484.755 passeggeri transitati dallo scalo bergamasco dall'inizio dell'anno, oltre un milione di media mensile che proiettata sui dodici mesi significherebbe avvicinarsi ai 12,5 milioni annuali, con quindi una possibile chiusura del bilancio 2022 con il terzo risultato di sempre (irraggiungibili i 13.857.257 del 2019, ci si potrebbe avvicinare ai 12.938.572 del 2018).
Con postille, non da poco, da aggiungere ai freddi calcoli: se di mezzo ci si metterà di nuovo la pandemia o un ulteriore peggioramento della crisi energetica già in atto ci si dovrà per forza di cose accontentare di qualcosa in meno.
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