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L'iniziativa

‘Una montagna di prevenzione’ per la lotta ai tumori

Torna la campagna ‘Con il nastro rosa contro il cancro al seno’ della LILT, con il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca. Primo appuntamento dell’anno domenica 4 settembre al Rifugio Alpe Corte

Il mese di ottobre è dedicato in tutta Italia alla sensibilizzazione e alla lotta contro il cancro, ma quest’anno la LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori gioca d’anticipo: già domenica 4 settembre comincia infatti la campagna ‘Con il nastro rosa contro il cancro al seno’, con l’appuntamento dal titolo ‘Una montagna di prevenzione’ al Rifugio Alpe Corte, dove volontarie e volontari della LILT allestiranno una postazione informativa in collaborazione con il CAI di Bergamo. Sarà la prima di una serie di iniziative che interesseranno il territorio bergamasco nel mese di settembre, tra le quali – venerdì 23 – un convegno interprovinciale di informazione e sensibilizzazione sul tumore al seno. Ad ottobre, poi, grande attenzione sarà dedicata tra le altre cose alle visite senologiche gratuite in tutta la provincia.

La sezione di Bergamo della LILT non è nuova a collaborazioni con altre associazioni: quella che trova spazio all’Alpe Corte rientra nel progetto ‘Insieme si può. Insieme funziona’, che si pone l’obiettivo di raggiungere una platea di persone sempre più ampia.

Delle attività in corso parla Lucia De Ponti, Presidente della sezione di Bergamo della LILT.

Presidente, la campagna ‘Nastro rosa’ del 2022 si chiama ‘Bergamo è presente. Informazione, prevenzione e diagnosi precoce’. Perché vale la pena sottolineare che Bergamo c’è?

Sicuramente perché la nostra città è stata l’epicentro della pandemia. Sappiamo che nel 2020 e in buona parte del 2021 sono state sospese le erogazioni degli screening e questo ha provocato ritardi nella diagnosi e la perdita della consuetudine ai controlli periodici da parte delle donne bergamasche. Sembra strano che basti un anno e mezzo, ma di fatto si perde un pochino il ritmo. È importante che a Bergamo si richiami con vigore l’attenzione al tumore alla mammella – a cui è dedicata la campagna ‘Nastro rosa’ –­­, che rappresenta il 30 per cento dei tumori femminili. La diagnosi precoce è lo strumento migliore per avere prognosi favorevoli.

Generico agosto 2022

Il ‘Nastro rosa’ si è fermato negli anni del Covid-19?

No. Sia nel 2020 che nel 2021 abbiamo organizzato la campagna ad ottobre, avvalendoci delle strutture pubbliche e private convenzionate che hanno un reparto senologico: l’Ospedale ‘Papa Giovanni XXIII’ di Bergamo, quelli di Bergamo Est, Bergamo Ovest, l’Humanitas Gavazzeni.

Certo, i numeri sono cambiati: prima del 2020 riuscivamo a raccogliere tra le 700 e le 750 visite gratuite, oggi ne contiamo 440 in 11 Comuni. La differenza è legata alla disponibilità delle aziende sanitarie che offrono questo tipo di servizio. Ci sono strutture che hanno in corso o hanno attraversato una riorganizzazione interna, e non riescono a garantire un numero di visite più alto di questo. Capisco la difficoltà, 440 visite gratuite sono comunque una cifra significativa.

Abbiamo detto quanto sia importante la diagnosi precoce. Nel corso degli anni è cambiato il modo di comunicarlo?

Trent’anni fa bisognava fare la diagnosi e si era concentrati solo su quello. Prima si è comunicata la diagnosi, poi l’attenzione si è spostata sulla diagnosi precoce, ora sulla diagnosi precoce e sull’importanza della prevenzione.

Sappiamo che i corretti stili di vita proteggono dalle malattie cardiovascolari, metaboliche, ma proteggono anche dalle patologie oncologiche. Non eccedere nel consumo di alcool, non fumare, avere uno stile alimentare sano, limitare il consumo di carni rosse, inserire nella propria dieta cinque porzioni di frutta e verdura al giorno, evitare che nel nostro organismo si verifichino processi infiammatori prodromici all’insorgenza di un tumore: queste sono le nostre raccomandazioni. Sempre tenendo conto che l’insorgenza del tumore ha varie origini e che un corretto stile di vita non ci dà garanzie di immunità, possiamo certamente dire che uno stile di vita sano non crea le condizioni per lo sviluppo di una patologia oncologica.

Generico agosto 2022

La campagna ‘Nastro rosa’ ha ottenuto il contributo della Fondazione della Comunità Bergamasca attraverso la partecipazione al bando ‘Bergamo Capitale Italiana del Volontariato 2022’. Quanto conta il volontariato per la LILT e per la lotta ai tumori?

Credo che sostenga il 90% delle nostre attività. A parte i senologi, l’ostetrica, l’otorinolaringoiatra, il dermatologo – che ricevono una retribuzione simbolica – il resto è nelle mani del volontariato. Se la LILT è presente nelle scuole, negli ambulatori, se possiamo realizzare tutte le nostre iniziative, è grazie alle volontarie e ai volontari.

Le istituzioni si sono ritagliate – ed è giusto che sia così – il ruolo di erogatori dei servizi, ma c’è una parte importantissima che prima si faceva a scuola e in famiglia, che è la diffusione della cultura della salute. Occorre riprendere rapidamente a farlo. Pensiamo che il luogo giusto per ricominciare a parlare di salute, di prevenzione e di diagnosi precoce siano le Case di Comunità, il punto d’incontro tra la popolazione e le strutture. Abbiamo presentato questa proposta alle istituzioni competenti, perché la nostra idea è questa: ad esempio, se capiamo – con i dati di cui dispone ATS – che in un territorio l’incidenza del tumore al fegato è più alta, perché non sviluppare lì un programma specifico?

Generico agosto 2022

Anche perché è stata proprio la sezione di Bergamo della LILT a contribuire alla creazione del registro provinciale dei tumori…

Sì, quindici anni fa, ed è stato fondamentale. Il registro è una banca dati che viene alimentata dalle schede di morte e dalle schede di patologia che provengono dai reparti di Anatomia Patologica degli ospedali della provincia di Bergamo. Le informazioni sono poi assimilate per patologie.

Se ho un registro dei tumori, ho il polso della situazione. Attraverso la conoscenza è possibile formulare programmi. In questo modo le amministrazioni possono, a partire dai dati a disposizione, potenziare i servizi, laddove necessario, e rimuovere le cause di quelle determinate patologie.

Il registro poi ci permette di fare confronti con i livelli nazionali e regionali, di capire per quali patologie la nostra provincia è al di sopra o al di sotto della media regionale e nazionale.

“Siamo grati alla sezione bergamasca della LILT per tutti i progetti realizzati dalla sua costituzione a oggi per il benessere della nostra comunità – commenta Osvaldo Ranica, Presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca – Oggi la nostra attenzione è per il ‘Nastro rosa’, ma sappiamo che l’impegno della LILT è molto più ampio e riguarda tutti, non solo le donne”.

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