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Venerdì mattina

Filago, altro dramma sul lavoro: muore 34enne investito nel piazzale della ditta

La vittima si chiama Gianluigi Marchesi: dai primi accertamenti pare che l'autista del mezzo investitore non si sia accorto dell'operaio perché la sua visuale era coperta da altri mezzi e non era segnalata da cartelli o transenne

Filago. Un’altra drammatica tragedia sul lavoro, la seconda in pochi giorni. Non ce l’ha fatta Gianluigi Marchesi, il 34enne di Villa di Serio incappato venerdì mattina in un brutale infortunio sul lavoro alla Lodotruck di Filago, in via Provinciale 16. Sposato da tre anni con la moglie, Anna, dalla loro unione era nata una bimba.

La dinamica

La vittima era dipendente della ditta Italtrans Spa di Calcio. In qualità di elettricista manutentore e stava operando in trasferta con un altro collega nell’azienda di Filago. Mentre era disteso sul pavimento del piazzale esterno dell’azienda, con il busto piegato all’interno di un tombino per eseguire manutenzione elettrica, è stato investito da un mezzo in movimento sul piazzale.

Erano più o meno le 11. Marchesi è apparso subito grave, incosciente, ed è stato soccorso dal personale presente e poi rianimato dai sanitari del 118 intervenuti sul posto, prima di essere trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove si è constatato il decesso.

Sono intervenuti sul luogo dell’incidente i tecnici di Ats Bergamo, dell’Ufficio Psal di Bonate Sotto ed i Carabinieri di Brembate. Dai primi accertamenti pare che l’autista del mezzo investitore non si sia accorto della presenza dell’operaio perché la sua visuale era coperta da altri mezzi parcheggiati e non era segnalata da cartelli o transenne.

Il commento di Ats

“In via generale le operazioni di manutenzione all’aperto sono spesso fonte di aumentata pericolosità per gli addetti: quando vengono eseguite in aree aziendali o pubbliche dove potrebbero transitare mezzi in movimento devono essere appositamente segnalate in modo evidente con cartelli o barriere o transenne che ne delimitano lo spazio di lavoro, a tutela dei lavoratori.
Meglio sarebbe naturalmente interdire il passaggio momentaneo di mezzi durante le operazioni di manutenzione – spiega Sergio Piazzolla di Ats Bergamo -. A maggior ragione se le operazioni vengono svolte totalmente o parzialmente all’interno di tombini o aperture del terreno che possono nascondere alla vista l’operatore, le segnalazioni della sua presenza devono essere del tutto evidenti e percepibili da chi sopraggiunge, obbligandolo ad una deviazione del percorso oltre che ad una moderazione della velocità. La zona operativa deve essere ben illuminata e sgombra da altri ostacoli che ne impediscano la visuale. La presenza dei lavoratori – conclude – deve essere comunicata a chi transita ed opera in quell’area”.

Le reazioni dei sindacati

I membri delle segreterie  di Cgil, Cisl e Uil di Bergamo Angelo Chiari, Danilo Mazzola e Daniele D’Elia, esprimono  la propria vicinanza ai famigliari dei due giovani lavoratori: “Il momento che stiamo vivendo, visti anche gli importanti infortuni mortali accaduti in questi giorni in Italia, va affrontato con strumenti e azioni straordinarie per una situazione non più tollerabile, che lascia un Paese e una provincia sfregiati nei suoi valori più fondamentali. Governo, sindacato e imprese devono trovarsi dalla stessa parte per dar vita a una nuova strategia nazionale che punti con determinazione ai temi di salute e sicurezza. La vita e la salute delle persone viene prima di tutto, Sicuramente prima del profitto e dei tempi di produzione. Va pianificato un grande investimento sulla formazione, introducendo la materia anche nei programmi scolastici. È necessario rafforzare il numero di ispettori e medici del lavoro presenti nella nostra provincia adeguandolo alla realtà produttiva del territorio e bisogna puntare su un’innovazione tecnologica finalizzata alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Tutto questo è possibile, utilizzando e reinvestendo le risorse che Inail a livello nazionale non utilizza annualmente, circa 1,5 miliardi l’anno”.

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