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La tragedia

Averara, è morto il 31enne caduto mentre montava una rete paramassi

Si chiamava Omar Ait Youssef, residente a Mondovì (Cuneo) ed era in trasferta per lavoro per conto di una ditta trentina. I sindacati: "Non si parli di fatalità"

Averara. Non ce l’ha fatta il 31enne caduto martedì da una parete, mentre sistemava una rete paramassi ad Averara, in alta Valle Brembana. È morto nella notte all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: si chiamava Omar Ait Youssef, residente a Mondovì (Cuneo), era in trasferta per lavoro per conto di una ditta trentina.

“È da tempo che denunciamo come le cadute dall’alto siano la prima causa di infortunio grave o mortale nel settore dell’edilizia – dichiarano Giuseppe Mancin della Feneal Uil, Simone Alloni della Filca Cisl e Luciana Fratus della Fillea Cgil di Bergamo -. Per questo, come sindacato, abbiamo voluto con forza un tavolo provinciale, dove tutte le parti si stanno adoperando per analizzare le situazioni critiche e individuare nuove procedure di lavoro che consentano di contrastare questo tipo di incidenti”.

I sindacati restano in attesa degli accertamenti da parte degli organi preposti, affinché si chiariscano meglio l’esatta dinamica e le responsabilità sull’accaduto. “Non si può certo parlare di tragica fatalità o di destino – osservano -. Se vengono utilizzati tutti i dispositivi di protezione, in questo caso l’imbragatura, queste tragedie non possono accadere. Proprio per questo vanno accertate fino in fondo tutte le responsabilità ad ogni livello. Non ci stancheremo mai di denunciare e ribadire come la formazione, l’informazione e l’utilizzo di tutti i dispositivi di protezione insieme agli investimenti sulla sicurezza siano la ‘precondizione’ per lavorare e per poi tornare a casa dai propri affetti. La salvaguardia della vita umana deve venire prima di tutto”.

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