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L'intervista

Università Canta sbarca a Bergamo Brescia 2023: mille studenti in città per un abbraccio in musica

Il progetto nato durante la prima ondata Covid: nel 2023 la staffetta europea, con il coinvolgimento di altri atenei continentali

Aprile 2023, Bergamo e Brescia saranno Capitale della Cultura. Mille ragazzi, provenienti da tutta Italia, arriveranno a Bergamo per incontrarsi e abbracciarsi non più solo virtualmente ma realmente.

Sarà difficile non riconoscerli, altrettanto difficile non aggregarsi alla marcia musicale. Coinvolgeranno tutta la città in un canto sempre più intenso fino ad unirsi in un grande abbraccio.

È questa l’idea che coinvolgerà i ragazzi e le ragazze di Università Canta, progetto ideato e creato da Laura Pesenti, direttrice del coro degli studenti dell’Università di Bergamo, avrebbero voluto potersi abbracciare in quel buio marzo 2020, quando la pandemia ci costringeva a stare lontani gli uni dagli altri.

“In quel momento avevamo appena terminato uno dei corsi annuali di tecnica vocale che vengono organizzati in università – spiega Laura Pesenti – Non potevamo né fare prove né esibirci dal vivo. In momenti come questi la musica può aiutare a reagire e a non perdersi d’animo e volevo far sentire ai ragazzi la mia vicinanza. Così, ho pensato di proporre loro un brano da registrare ognuno a casa propria, semplicemente con i propri telefonini, per poi pubblicarlo su YouTube: questo per farci sentire uniti in un momento così difficile. Da lì, visto l’entusiasmo e la felicità suscitata, mi venne l’idea di passare questo abbraccio anche ai cori degli altri atenei italiani”.

 

 

Così è nata Università Canta, un progetto che in breve tempo ha chiamato a raccolta più di venti cori universitari italiani e che debutterà a Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, con il patrocinio di entrambi i Comuni.

Laura, come inizia la storia del coro degli studenti dell’Università di Bergamo?

Insegno canto e tecnica vocale in università dal 2000. Il coro è stato ufficialmente fondato nel 2013, su consiglio del rettore Stefano Paleari. Ricordo che in soli due mesi preparammo i brani per l’inaugurazione dell’anno accademico 2013-2014. Così è iniziata la nostra storia e con essa le prove, le esibizioni dal vivo in ateneo e sul territorio di Bergamo. Con il tempo abbiamo sviluppato molti progetti come quello dedicato a Fabrizio De Andrè, con la partecipazione della Fondazione Don Gallo, a cui hanno aderito anche psicologi delle carceri di Opera e Bollate e molti professori della nostra Università. E poi c’è Università Canta, che sta già facendo nascere nuove alleanze in vista del 2023, ad esempio con Domitys Quarto Verde a Bergamo, il centro per la terza età attiva.

Quali sono gli aspetti positivi del cantare in coro e lavorare sulla propria voce?

I corsi di tecnica vocale, organizzati due volte all’anno dal Centro Laboratori Università, hanno l’obiettivo di diffondere la musica. Gli studenti e le studentesse si incontrano con il canto e intraprendono un percorso di tecnica vocale. È un percorso fatto non solo di musica. Conoscere la propria voce e imparare i diversi metodi di respirazione possono servire per gestire l’ansia durante gli esami o nei discorsi davanti a una platea di persone. Ma ciò che conta di più è il legame che si crea tra le persone. Cantare insieme implica l’accettare gli altri, il voler essere un membro utile all’intero gruppo. E questo senza rinunciare alla propria individualità. Il mio compito, da direttrice del coro, ma soprattutto di vocal coach, è riuscire ad esaltare le unicità di tutti, come del resto faccio con ogni mio allievo: ho infatti sviluppato una tecnica che permette di conoscere i propri talenti e superare le difficoltà tecniche che si possono incontrare scoprendo la propria voce.

 

università canta

 

L’arrivo della pandemia ha inevitabilmente fermato tutte le attività del coro, dai corsi, alle prove ai vari progetti. A quel punto cosa avete fatto?

La pandemia è arrivata subito dopo la fine del primo dei due corsi che solitamente tengo durante l’anno accademico. Dopo quattro mesi, quaranta studenti si sono ritrovati senza poter più cantare insieme. In un momento del genere non potevamo perderci d’animo. Ho voluto dare loro la possibilità di mettere in pratica quanto imparato, seppur a distanza. Ho contattato un mio allievo, Simone Pagani (laureato all’Università degli Studi di Bergamo), bassista dei Pinguini Tattici Nucleari e frontman dei Revolver, band specializzata nel repertorio dei Beatles. Perché non provare a cantare una canzone ognuno registrando la propria voce da casa? I ragazzi e le ragazze del coro erano pronti, Simone e i Revolver hanno subito accettato l’invito. Anche la canzone era già stata individuata: “Hey Jude”, dei Beatles. Così la band ha registrato il pezzo con il coro degli studenti dell’Università di Bergamo. Da lì l’idea che il canto poteva diventare un abbraccio in un momento difficile non solo per i ragazzi di Bergamo, ma anche per tutti gli studenti italiani e le loro famiglie, Ho così proposto il progetto ai professori Maria Assunta Meli, Marta Alunni Pini e Fabio Alessi, rispettivamente dei cori delle università di Urbino, Perugia e Udine. Sono stati felicissimi di ricevere questa proposta che aiutava anche i loro cori a non smettere di cantare e fare musica anche da casa. La prima a ricevere il testimone è stata Perugia. La staffetta prevede una semplice regola: il coro deve cantare un brano senza nessun vincolo sullo stile, sul genere o periodo storico. Ma mancava qualcosa per creare un vero abbraccio virtuale in un momento così difficile, così un altro mio allievo, Emanuele Brigadieci, è stata la persona che ci ha aiutato a creare tutto questo, unendo tutte le voci in un video e creando un canale dedicato su YouTube. Così è nata Università Canta. Ovviamente è stato fondamentale anche il supporto dell’allora rettore Remo Morzenti Pellegrini e di quello attuale Sergio Cavalieri insieme alla vice rettrice Piera Molinelli.

Da Bergamo il progetto si è diffuso in tante altre università italiane. Vi aspettavate un successo del genere?

Credevamo nel progetto e Università Canta è cresciuta rapidamente suscitando sempre grande entusiasmo ad ogni passaggio di testimone, sia da parte dei ragazzi, sia dei direttori dei cori che dagli stessi atenei e delle città. Il passaggio di testimone dà la possibilità di far conoscere il proprio coro, il proprio ateneo e la propria città condividendo una bellissima e diversa esperienza musicale che permette davvero di sentirsi uniti in un abbraccio musicale. Università Canta ha quindi corso rapidamente da Perugia, a Urbino, Udine, Bolzano, Reggio Calabria, Messina, Bari, Potenza, Roma, Sassari, Firenze, Pisa, Venezia, Bologna, Torino, Padova. Le prossime saranno Teramo e Trento. Chiuderemo nel 2023 con Brescia, ma restiamo aperti anche ad altri atenei. Più siamo, meglio è.

Un percorso perfetto da presentare dal vivo in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Cosa accadrà a Bergamo?

L’abbraccio finalmente diventerà reale, non più online. Mille ragazzi e ragazze, provenienti da tutte le università che hanno partecipato alla staffetta musicale, si ritroveranno a Bergamo il 22 e il 23 aprile 2023. In quei giorni i cori, oltre ad “abbracciarsi”, si esibiranno al Teatro Sociale di Bergamo, e il programma del concerto seguirà l’ordine della staffetta: aprirà la nostra Università e chiuderà Brescia. Saranno due giornate piene: un flashmob filmato da droni, diversi concerti tra cui (oltre quello al Sociale di Bergamo) quello di chiusura del 23 sera al Teatro Sociale di Brescia. Verrà anche organizzato un convegno tra i vari direttori per parlare e valutare insieme la situazione musicale all’interno dei vari atenei italiani.

Ci sarà un post 2023 per Università Canta?

Una sorpresa, un’altra idea. In occasione degli eventi per Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 daremo il via alla staffetta europea. L’obiettivo è includere altri venti atenei europei nel progetto. Il sogno più grande è di chiudere tutti insieme a Parigi.

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