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Legambiente bergamo

Crisi del gas, riaprono le centrali a carbone? “Assurdo, si punti sulle fonti rinnovabili”

La presidente dell'associazione ambientalista, Elena Ferrario: “Non ha senso tornare alle stesse cause che ci hanno portato alla situazione che stiamo vivendo ora”

Bergamo. Crescono i timori per la crisi energetica. La guerra russo-ucraina prosegue, sulla scena internazionale continuano a esserci tensioni importanti e, con la riduzione delle forniture di gas dalla Russia, l’Italia e l’Europa rischiano di avere seri problemi in autunno.

Settimana dopo settimana aumenta la paura di restare al freddo: non è escluso che possa rendersi necessario ricorrere al razionamento e, nelle ultime ore, ha cominciato a circolare l’ipotesi della riapertura delle centrali a carbone. Considerando che si tratta di un combustibile fossile altamente inquinante, questo scenario desta non poche preoccupazioni sulle possibili conseguenze sull’ambiente.

Elena Ferrario, presidente di Legambiente Bergamo, afferma: “È assurdo pensare di tornare alle stesse cause che ci hanno portato alla situazione attuale. Anziché ritornare al passato, bisognerebbe guardare alle necessità del presente e del futuro con consapevolezza: c’è la possibilità di accelerare molto sul versante delle energie rinnovabili e siamo convinti che si debba puntare proprio su queste ultime con decisione e lungimiranza. Non significa aspettare anni: le comunità energetiche, per esempio, sono ancora sostanzialmente ferme, ci sono tante realtà che si stanno muovendo grazie alla sensibilità di Comuni e privati, ma sono ancora al palo perché mancano i decreti attuativi per renderle praticabili. Resta solamente da compiere questo passaggio, ma è decisivo per farle partire”.

“Oltre a puntare sulle rinnovabili – prosegue Elena Ferraio – la prima cosa da fare è ridurre i consumi: bisogna avere il coraggio di attuare un significativo cambiamento del nostro stile di vita. Molte piccole azioni si possono compiere a livello locale, individualmente ma anche come amministrazioni comunali, a cominciare, in inverno, dall’abbassamento delle temperature degli edifici, portandole a valori sopportabili… coprendosi un po’, avere 18-19 gradi potrebbe diventare un’abitudine. Per avere un’idea sulle consuetudini da modificare, poi, basterebbe pensare ai negozi con le porte spalancate, ai funghi posizionati all’esterno di bar, ristoranti e locali per riscaldare lo spazio esterno e molti altri comportamenti. Dobbiamo far sparire queste follie, tutte quelle esagerazioni che abbiamo vissuto finora pensando che avessimo potuto permettercele per sempre”.

Ma è possibile attuare molti altri accorgimenti. Ferrario annota: “Un altro capitolo delle cose da fare è costituito dagli interventi su mobilità, per favorire il più possibile l’utilizzo dei mezzi pubblici. Il ruolo delle istituzioni è fondamentale e, in quest’ottica, a Bergamo abbiamo proposto la gratuità del loro utilizzo per alcune categorie in determinati orari, come avviene in altre città italiane ed europee. Il risultato, invece, è l’arrivo di aumenti dei biglietti dei pullman. Siamo consapevoli che non è facile, che bisogna tenere conto dei costi e dei rincari che fanno sentire le loro ripercussioni, ma siamo convinti che la comunità debba trovare il modo per sostenere e favorire l’uso dei trasporti pubblici”.

“Sono concetti – evidenzia la presidentessa di Legambiente Bergamo – che noi ambientalisti stiamo ripetendo da tempo, ma adesso queste problematiche sono diventate evidenti e nessuno può negarle. Sarebbe utile mettersi tutti attorno a un tavolo per organizzare una mobilità collettiva, per avviare un confronto aperto ai privati. I mobility manager delle grandi aziende dei trasporti, in questo modo, potrebbero disporre di più strumenti per organizzare il servizio. Inoltre, bisognerebbe dare spazio al car pooling, ossia l’uso condiviso di automobili private tra un gruppo di persone. Si ridurrebbe, così, il movimento di vetture con a bordo un solo individuo. Per ottenere risultati non è sufficiente che queste pratiche siano relegate a pochi soggetti: serve un coordinamento agendo con una progettualità ad ampio respiro”.

Infine, Elena Ferrario conclude: “I comportamenti individuali sono essenziali, ma non bastano: è necessario un cambiamento collettivo. Purtroppo la politica non si sta occupando di questi temi, se non minimamente ed è preoccupante. Spesso si sente i politici fare tante belle dichiarazioni, ma sono inutili se non agiscono concretamente. L’appello degli scienziati a occuparsi dei cambiamenti climatici, così come di mettere al centro dell’agenda le tematiche ambientali, inserendole tra i punti più urgenti dei loro programmi, non sta sortendo gli effetti sperati se non da parte di partiti minoritari o piccoli segmenti della nostra società ed è allarmante”.

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