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La scelta di vita

Stefania ed Emanuele, dalla Bassa alla scoperta del mondo: “Stanchi di giornate una uguale all’altra” fotogallery

La coppia di 40enni, di Canonica e Urgnano, ha lasciato definitivamente il lavoro ed è partita lo scorso gennaio per un tour fai-da-te in Europa e nel Sud-Est Asiatico

Bassa Bergamasca. La noia per una vita “costantemente fatta di routine e giornate difficilmente distinguibili l’una dall’altra”. La curiosità, l’amore per i viaggi, per l’avventura. E un computer che, infilato in valigia, “ci ha regalato più libertà di quanta ce ne ha data in 20 anni un lavoro, perlopiù insoddisfacente”.

Così Emanuele Ripamonti e Stefania Nicoli, entrambi quarantenni, lui di Canonica D’Adda e lei di Urgnano, hanno deciso di cambiare vita. Hanno dato le dimissioni, “venduto il superfluo”, hanno fatto i bagagli e sono partiti alla scoperta del mondo.

Senza un itinerario organizzato, senza scadenze o un budget prestabilito. Solo tanta voglia di conoscere altri Paesi e una buona dose di coraggio. Perché la coppia è riuscita a tradurre in fatti il classico “mollo tutto e me ne vado” che balena nella mente di tanti ma che nella maggior parte dei casi viene scalzata dalle incombenze quotidiane, dall’abitudine, dai legami.

“Ho lavorato per 15 anni come analista in un laboratorio chimico ed ho anche avuto diverse esperienze come assistente alla vendita – racconta Stefania -. Ma la mia passione è sempre stata quella della scrittura, tanto che ho all’attivo due romanzi ed un racconto breve già pubblicati e ora, che ho più tempo, ho deciso di dedicarmi pienamente a questo interesse”.

Emanuele ha lavorato per la maggior parte della sua vita nell’ambiente musicale come tour manager. “A questo lavoro ho affiancato, una decina di anni fa, lo studio della fotografia, del videomaking e della grafica acquisendo capacità e professionalità tali da renderli il mio impiego attuale”, spiega.

Queste nuove prospettive hanno svincolato i due bergamaschi dalla necessità di recarsi al lavoro sempre nello stesso posto, tutte le mattine, ed hanno permesso loro di concretizzare il sogno di una vita.

La decisione di mollare tutto e andare è arrivata però in un periodo infelice: “Nel gennaio 2020 avevamo fissato la data della partenza per il mese di aprile – spiegano -. Il resto è storia. La pandemia ci ha quindi costretti a rimandare i nostri piani per ben due anni e siamo riusciti a partire solo lo scorso gennaio. Ma le restrizioni ci hanno fatto modificare il nostro itinerario. Avremmo infatti voluto cominciare dal Giappone, ma alla fine, aspettando che riaprisse il Sud-Est asiatico, abbiamo viaggiato in Europa tra Polonia, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria”.

Una volta cadute le limitazioni per gli spostamenti, Emanuele e Stefania hanno acquistato un biglietto di sola andata per Bangkok, Thailandia. E a luglio, non appena sono state riaperte le frontiere, hanno raggiunto la Malesia.

“Essendo il primo treno in partenza dopo due anni di pandemia ed essendo noi i primi occidentali ad oltrepassare il confine da Padang Besar, abbiamo trovato troupe televisive e giornalisti ad attenderci. Ci hanno intervistati, fatto foto e domande. È stata una bella sensazione realizzare che, finalmente, dopo tutte le chiusure, il mondo stava finalmente ricominciando ad aprirsi”.

Ma come finanziate il vostro viaggio? Come vi spostate e dove dormite?

“Il nostro è un viaggio low budget: ci spostiamo con i mezzi pubblici, l’autobus solitamente è il mezzo più economico e che ci permette di immergerci nelle culture locali. Dormiamo negli ostelli. Tanta gente ci critica, accusandoci di essere figli di papà, di vivere alle spalle dei contribuenti e tante altre cattiverie. La verità è che non c’è nessun trucco e nessun inganno e soprattutto nessuna eredità milionaria. Abbiamo sempre lavorato, abbiamo sempre risparmiato e per fortuna siamo nel 2022 ed abbiamo la possibilità di lavorare da remoto tramite una connessione internet ed un computer portatile”.

Emanuele e Stefania stanno inoltre facendo alcune esperienze tramite Workaway, un sito in cui i viaggiatori di tutto il mondo possono mettere a disposizione le loro abilità e lavorare volontariamente per i loro ospitanti in cambio di vitto e alloggio.

Dove mangiate? Avete nostalgia della cucina italiana?

“Mangiamo nei ristoranti per strada, dove la maggior parte degli avventori sono persone del posto. Abbiamo mangiato anche insetti, zampe di gallina, interiora di ogni genere. Possiamo dire che forse alcune cose non incontrano il gusto occidentale, ma basta un po’ di spirito di adattamento e abitudine e qualunque piatto è una gioia per il palato. Nessuna nostalgia quindi, per la cucina italiana”.

Emanuele confessa di essere “un divoratore professionista di ramen, la famosa zuppa giapponese. Ho pure una mia rubrica, One City One Ramen, dove racconto degli assaggi di almeno una scodella di ramen in ogni città in cui mi trovo”.

L’amore per il cibo della coppia bergamasca è ampiamente documentato anche sul profilo Instagram che Stefania ed Emanuele hanno creato per raccontare ai follower la loro avventura.

Un consiglio per i viaggiatori?

“Non devono mai mancare spirito di adattamento, capacità di relazionarsi e voglia di conoscere e scoprire cose nuove. Prendete con le pinze i suggerimenti, soprattutto quelli che arrivano da persone che vogliono farvi viaggiare a modo loro. Partite senza timori, siate curiosi ed evitate di emulare ciò che fanno gli influencer e personaggi più o meno noti che cercano di vendervi la loro visione del viaggio. Abbiate rispetto per le culture diverse dalla vostra ed imparate a farne parte. Tuttavia, ci teniamo a precisare che il viaggio non è tutto rose e fiori, quindi non pensate che un cambiamento radicale di questo tipo porti solo cose positive. Bisogna essere consci del fatto che ci sono tanti alti e bassi e che bisogna imparare a gestirli”.

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