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Il riconoscimento

Rating di legalità, tre stelle per la Sangalli di Mapello

L'impresa bergamasca ottiene il massimo del punteggio nel rating di legalità ideato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM)

Mapello. La Sangalli Spa di Mapello raggiunge il massimo punteggio previsto (3 stelle) in materia di Rating di legalità, meccanismo che riconosce premialità alle aziende che operano secondo i principi della legalità, della trasparenza e della responsabilità sociale.

“Questa ulteriore stella è una conferma importante della correttezza con cui stiamo operando -ha spiegato Raffaella Donghi, CFO di Sangalli SPA-, oltre ad essere una certificazione della meticolosità con cui svolgiamo ogni nostra attività”.

Ricordiamo che il raitng va da un minimo di una stelletta ad un massimo di tre, attribuito sulla base delle dichiarazioni rese dall’azienda con la domanda telematica, che vengono verificate tramite controlli incrociati con i dati in possesso delle Pubbliche Amministrazioni interessate.

Il conferimento, opera dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a seguito di una serie di valutazioni mirate, permetterà all’azienda di Mapello di essere inserita nell’elenco previsto dall’art. 8 del regolamento.

Per la Sangalli il raggiungimento della massima valutazione prevista dal Rating è frutto dell’adozione di una serie di best practices di valore, come ad esempio, l’adesione ai protocolli o alle intese di legalità finalizzati a prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata, sottoscritti dal Ministero dell’interno o dalle Prefetture con associazioni imprenditoriali e di categoria; l’utilizzo di sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per somme di piccoli importi; lo svolgimento di controlli sulle attività aziendali e l’attuazione di modelli organizzativi per la prevenzione della commissione di reati; l’iscrizione presso le white list (elenco di imprese non soggette a tentativi di infiltrazione mafiosa); l’assunzione di codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria; l’aver denunciato di aver subito uno dei reati previsti come causa ostativa al rilascio del rating.

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