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Nella notte

Levate, devastato il quagliodromo: l’ipotesi del raid animalista fotogallery

É stato anche imbrattato con vernice rossa il crocifisso ed è stata bruciata un'immagine di Papa Giovanni XXIII

Levate. L’ipotesi principale è quella di un raid opera di animalisti. Nella notte tra martedì e mercoledì ignoti hanno fatto irruzione nel quagliodromo di Levate, gestito dalle sezioni locali di Federcaccia e Anuu Migratoristi, distruggendo tutto quello che si sono trovati davanti.

Arredamento danneggiato, frigo ribaltato e pesanti scritte sui muri. Ma non solo, perchè è stato anche imbrattato con vernice rossa il crocifisso ed è stata bruciata un’immagine di Papa Giovanni XXIII.

L’episodio è stato denunciato alle forze dell’ordine che stanno cercando di fare luce sulla vicenda e di risalire ai responsabili del blitz. La pista più calda è quella di un gruppo animalista.

Federcaccia Bergamo attraverso il proprio sito ha voluto esprimere parole di condanna per l’atto vandalico e si è detta vicina ai cacciatori che in questi anni hanno lavorato duramente per rendere la struttura un punto di riferimento per la società locale e naturalmente per tutti quelli che addestrano nei prati adiacenti i loro cani.

“Questi sono episodi accaduti anche in altre province e di quanto faccia male te ne accorgi quando succede in casa tua – spiega il presidente di Federcaccia Bergamo Michele Bornaghi -. E’ ovvio condannare un gesto così vile, le proprie idee non devono essere mai espresse in questo modo.

Il quagliodromo di Levate è una struttura storica del paese, un punto di riferimento non solo per il mondo venatorio e per chi addestra i propri cani, ma per tutte le attività che si organizzano al suo interno. Il rammarico è per i volontari che si vedono demolita la loro seconda casa, la passione di una vita.

Il quagliodromo è un luogo simbolo della comunità locale, è un punto di ritrovo per anziani, un luogo dove i volontari svolgono diverse attività sia di approccio alle tematiche ambientali con i più piccoli, ma soprattutto sono vicini alle associazioni benefiche del territorio che si occupano di disabili. Il danno maggiore non è quello legato al mondo della caccia, obiettivo di questi criminali, ma è quello che hanno fatto ad un’intera comunità”.

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