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Verso il voto

Moltrasio: “La politica? I vecchi amori non finiscono mai. Attenzione alla comunità e alle sue relazioni”

Andrea Moltrasio, vicepresidente di Sacbo, ha sciolto la riserva e correrà per il collegio uninominale di Bergamo per il Senato

Bergamo. Confessa di essere affetto dalla sindrome di Cincinnato ma l’amore per la politica ha avuto sempre la meglio. Anche questa volta. Andrea Moltrasio, classe 1956, ha detto sì. Scenderà nell’arena politica e correrà per un seggio in Senato alle prossime elezioni politiche del 25 settembre per “Azione”.

“La politica è un vecchio amore”.

Quando è scattato il primo colpo di fulmine?
“Da ragazzo. Ho fatto tanta politica a scuola, prima al Sarpi e poi al Politecnico. Non mi sono mai iscritto ad un partito. Sono stato anche candidato alle Comunali del 1980 nel consiglio di circoscrizione. Poi ho fatto politica con la P maiuscola in Confindustria. Poi il mio impegno civile, la passione per il bene comune, diciamo che la politica non è una novità”.

Oggi è Presidente e Ceo di Icro Coatings, oltre ad essere vicepresidente di Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio. Laureato in Ingegneria Chimica al Politecnico di Milano, un MBA all’Università di Santa Clara, California, nel suo passato è stato per sei anni presidente del Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca, presidente di Clinica Castelli, presidente di Unione degli Industriali di Bergamo (2001- 2005) e Vice Presidente con delega all’Europa di Confindustria Nazionale (2005-2010). Cofondatore di Bergamo Scienza nel 2003, ne è stato Presidente sino al 2013. Insomma, accanto all’attività di manager non è mai mancato l’impegno civile. Con qualche difficoltà: come il periodo non certo facile del processo Ubi Banca che lo ha visto assolto da una serie di accuse.

Perché ha deciso proprio ora di entrare nel gioco, in questa partita?
“È una partita molto difficile per Bergamo con le proiezioni che ci sono. Però diciamo che queste scelte nascono sempre un po’ per delle combinazioni astrali. Sono un po’ delle chiamate e quindi, come ho sempre detto la sindrome di Cincinnato non mi ha mai lasciato, dopo tre anni nei quali ero tornato a fare il mio lavoro da imprenditore con molta soddisfazione in Icro, con le vernici, con l’innovazione, con le nuove tecnologie con tutte le politiche di sostenibilità… Un periodo felice anche grazie alla presenza di mio figlio è stato un bellissimo bagno nell’economia reale. Però quello che è successo negli ultimi mesi mi sembra che chiami la borghesia ad un impegno maggiore. È inutile criticare la politica se poi nessuno si impegna in questo mondo. Quello è successo, in particolare il 21 luglio, con la caduta del Governo Draghi mi è sembrato di una gravità tale per cui qualsiasi chiamata, naturalmente nell’ambito delle mie idee, mi avrebbe trovato pronto”.

Nell’ambito delle proprie idee, quindi con Calenda che viene dal mondo industriale si è trovato in sintonia?
“Con Carlo Calenda che stimo molto, ho avuto un periodo lungo di scambi in Confindustria quando era assistente di Luca Cordero di Montezemolo. Insieme abbiamo visto e condiviso tanti progetti, tante idee. Lo conosco molto bene e lo stimo. Quello che ha fatto a Roma è semplicemente incredibile. Non è che bisogna per sempre vincere, sono le idee che vincono, e magari nella testa degli altri. E Carlo Calenda è oggi uno dei pochi che ha serietà, competenza, capacità realizzative, e poi a livello locale c’è Niccolò Carretta che mi sembra tra i migliori, se non il migliore, dei trentenni impegnati in politica. Quindi la miscela dei due mi ha molto ad aderire alla loro richiesta”.

Ammetterà che Calenda ha un caratterino. Visto che ha fatto saltare l’accordo con il Pd dopo 24 ore.
“Forse doveva essere chiarito prima. Cioè, se dovessero entrare in questa alleanza questa signora e quest’altro: noi usciamo. Questa forse posizione in pubblico non è stata abbastanza chiara, però devo dire che il disagio oggi di essere in alleanza con chi ha fatto cadere il Governo Draghi, chi ha promosso l’attuale progetto del reddito di cittadinanza, chi da ex ministro dell’Industria si è opposto alla trasformazione energetica, ecco oggi mi metterebbe a disagio. Ed invece così, anche io, mi sento più libero in un ambiente liberal-socialista come quello di Calenda di esprimere le mie idee con serietà”.

Sono passato solamente poche ore dal suo annuncio che corre per il Senato. Ha ricevuto messaggi? Che cosa le hanno detto?
“Ho ricevuto tantissimi messaggi e questa per ora è la cosa più bella. Io sono in montagna e sono stato sommerso di chiamate e messaggi, ero in bicicletta ed è stato faticoso, rispettare il programma che mi ero prefissato perché mi hanno chiamato tantissime persone e quindi dovevo fermarmi e ripartire. Ho ricevuto molto affetto e ringrazio tutti. La cosa più bella che mi dicono è: io sono più di sinistra o sono più di destra però il voto per le uninominali sarà tuo. Perché alcuni non lo sanno che si può far così, ma questa cosa mi sembra molto bella”.

Scende in campo in politica e che cosa promette?
“Con Calenda ci siamo promessi di non promettere. Ho 20 anni e forse di più attività sul territorio, conosco molto bene questa città e questa provincia. Oltre a credere nel terzo polo credo soprattutto nel terzo pilastro che è quello della comunità, la comunità in cui si vive, in cui si lavora, in cui si costruiscono delle relazioni e questo tema deve essere vissuto in maniera moderna, legata al mondo e all’Europa in particolare. Sono e sarò molto attento alla comunità e alla sua costruzione dove si realizza la persona”.

Ha già uno slogan, un motto per la sua campagna?
“No, non ancora”.

Moltrasio si congeda, sta tornando a valle in bicicletta. “Sarà molto più facile, è tutta discesa”.

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