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La ricorrenza

Fondazione della Comunità Bergamasca, 140 anni in musica con la Banda di Gazzaniga

Due gli spin-off della banda: la scuola di musica Mousikè e la rassegna ‘Estate In’ (38esima edizione), che è sostenuta dalla Fondazione della Comunità Bergamasca

È il 28 luglio 1882 quando si esibisce, per la prima volta, la Banda cittadina di Gazzaniga. Una ventina di strumentisti, sotto la guida del Maestro Giulio Bonomi, accompagna il solenne corteo di traslazione del Crocifisso Miracoloso dal torrente Rovaro alla chiesa parrocchiale. Finalmente il paese non deve ricorrere a costose chiamate esterne, comunque estranee alla comunità, con soddisfazione dell’allora parroco, don Evangelista Frassoni. Gazzaniga ha una banda tutta sua, con tanto di divisa “di panno blu scuro filettato con panno color solferino, berretto o chepì pure blu scuro con piuma color solferino e sciabola al fianco sinistro”, come riportano le fonti locali dell’epoca.

La storia della Banda di Gazzaniga è legata a doppio filo a quella del Maestro Mario Maffeis, oggi 80 anni, che nel 1975 ne prende in mano la direzione. Con Guerino Guerini e Antonio Maffeis, istituisce la scuola di musica Mousikè (che ha circa 130 allievi ogni anno) e la rassegna ‘Estate In’, alla sua prima edizione 38 anni fa. Fu sua la decisione di coinvolgere da subito la banda nell’organizzazione del Festival che, con 19 concerti in 14 Comuni della Bergamasca, fino al 13 agosto ha attraversato più generi musicali, passando dalla classica al pop, dalla cameristica al jazz, alla lirica. Quest’anno ogni concerto è stato dedicato ad un anniversario, scelto dal musicista sul palco. Piena libertà, dunque, di omaggiare un evento legato ad un personaggio del cinema, della musica, della letteratura. La rassegna fruisce del contributo del Comune di Gazzaniga, della Fondazione della Comunità Bergamasca e ha come partner di progetto l’associazione ‘Suonintorno’ di Gorle.

Tutto, dunque, è cominciato da lì, dalla passione per la musica e per l’educazione di Mario Maffeis – che ha anche insegnato alle scuole medie – e dalla sua capacità di coinvolgere generazioni di musicisti. Tanto da far vantare a Gazzaniga – 5000 abitanti – 25 diplomati in Conservatorio, oggi musicisti professionisti: chi insegnante, chi all’Orchestra dell’Arena di Verona, chi all’Orchestra Sinfonica di Cipro.

“Mio padre è l’immagine musicale di Gazzaniga degli ultimi 50 anni. È un simbolo per questo paese”, racconta Roberto Maffeis, che ha raccolto il testimone ed oggi è il responsabile organizzativo di ‘Estate In’ e presidente della banda cittadina. Roberto Maffeis ne entra a far parte a 12 anni, come trombettista. Di quell’esperienza ricorda la bellezza dello stare insieme agli altri: “Si andava a fare le prove e ci si vedeva, prima o dopo. Per un pranzo, una cena, una gita insieme. Stiamo parlando di una banda di paese, vuol dire che ci si conosce tutti e che si condividono tante cose, oltre alla musica. Negli ultimi anni è diventato più difficile coinvolgere i più giovani. Se negli anni Ottanta c’erano solo la musica e il calcio, oggi c’è molta più ‘concorrenza’: le ragazze e i ragazzi possono scegliere tra molte più proposte per il tempo libero”. Parlano i numeri: nel 1982 la banda era di 60 elementi circa, oggi ne vanta 35, dai 12 ai 75 anni (la maggior parte va dai 45 ai 55 anni).

A Gazzaniga non si smette di seminare e si resta fedeli a un’importante tradizione musicale. “All’inizio dell’anno scolastico, facciamo una dimostrazione nelle classi. Mostriamo ai bambini gli strumenti, soprattutto quelli a fiato, e proponiamo agevolazioni per le famiglie per consentire a tutti di avvicinarsi alla musica senza troppi sacrifici. Abbiamo una junior band, composta da una decina di giovani dai 10 anni in su. Per tutti l’esperienza della banda è, prima di tutto, stare bene insieme. Vedere crescere i ragazzi che si avvicinano alla musica è una bella soddisfazione. Ora posso capire quello che ha provato mio padre e quello che è riuscito a fare”.

Savino Acquaviva è, con Stefano Bertoli, direttore artistico di ‘Estate In’. Per 43 anni è stato Maestro della banda di Albino ed è cresciuto a pane e musica (clarinetto e sax), in un territorio – la provincia di Bergamo – che da sempre è molto legata alla tradizione bandistica. Le bande associate all’ABBM – Associazione Bergamasca Bande Musicale sono 113, ma, aggiungendo le non associate, si dovrebbe arrivare a 140 per tutto il territorio.

Fondazione della Comunità Bergamasca, 140 anni in musica con la Banda di Gazzaniga

“Io ho iniziato da bambino. Avevo il nonno che suonava nella banda. La mia era una famiglia appassionata di musica, in particolare di lirica. Mia zia suonava il mandolino e cantava nel coro. Ho sposato una musicista e nostro figlio fa il musicista”, racconta Acquaviva. In chi si avvicina a questa esperienza riconosce una sorta di “indole sociale, cioè la voglia di fare delle cose insieme, partecipate. Tante volte nella banda c’è un amico, è forte lo spirito di aggregazione”. Grazie alla presenza di persone di età diverse, si crea “un incrocio tra generazioni e uno stimolo reciproco. C’è il quindicenne, il trentenne, il settantenne, ci sono persone che hanno un’esperienza di lungo corso. La nostra è una famiglia accomunata dalla passione per la musica’.

Fondazione della Comunità Bergamasca, 140 anni in musica con la Banda di Gazzaniga

“Non c’è una manifestazione, civile o religiosa, che non sia scandita dal ritmo inconfondibile di una banda. Di paese o cittadina, rappresenta l’identità di un territorio e della sua popolazione, caratterizza una comunità, ne racconta la storia e ne custodisce le tradizioni. La Fondazione della Comunità Bergamasca valorizza e promuove l’attività concertistica delle bande musicali non solo perché ne riconosce la portata culturale, ma anche perché sono un’opportunità di promozione dell’attivazione locale, della socialità e del coinvolgimento della comunità. Tra le altre cose, sono un bel simbolo di collaborazione anche per noi: anche nel Terzo settore, un risultato armonioso è sempre il risultato dell’ascolto reciproco tra tutti gli attori e della consapevolezza del proprio ruolo all’interno di un gruppo”, ha commentato Simona Bonaldi, Vicepresidente della Fondazione della Comunità Bergamasca.

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