Il peggio sembra alle spalle. “Francesco è fuori pericolo e sta bene”. È uscito dal coma pochi giorni fa. “Grazie a tutti coloro che ci sono stati accanto”.
È una lunga lista di ringraziamenti il messaggio con cui Antonio Bilotta comunica sui social il miglioramento delle condizioni del cognato Francesco Genovese, il 33enne colpito lunedì 8 agosto da un fulmine sulla spiaggia di Soverato, in Calabria, mentre era in vacanza con la moglie Martina, il figlio di appena 4 anni e la suocera. Anche loro “sono a casa in degenza e stanno bene” conferma Bilotta, specificando che alcuni saranno attesi da un percorso di terapia e riabilitazione.
Il primo grazie lo rivolge all’ospedale Pugliese di Catanzaro “per la professionalità e la determinazione con cui hanno agito e curato i miei cari”; il secondo “all’ospedale di Soverato e alla comunità che ci ha supportato in tutto e per tutto”, senza dimenticare i colleghi che lo hanno subissato di chiamate e messaggi. “Ma il grazie più grande – sottolinea – va a quel ragazzo che ha salvato una famiglia che stava per essere distrutta da quel maledetto fulmine”.
Quel “ragazzo” risponde al nome di Giuseppe Carello: 45 anni, ingegnere di origini calabresi residente a Milano, quel giorno vicino d’ombrellone della famiglia Genovese, ha praticato al cognato di Bilotta e al nipotino un massaggio cardiaco in attesa dei soccorsi, nonostante la forte pioggia, il vento e la grandine che rendevano quantomeno pericolosa la permanenza sulla spiaggia. “Il tuo gesto eroico rimarrà per sempre nei nostri cuori – scrive Bilotta -. Spero che le istituzioni italiane ti riconoscano il giusto merito con un’onorificenza al valore perché te la meriti davvero”.
“Sarebbe un bellissimo riconoscimento, non lo nego – commenta il diretto interessato a Bergamonews -. Non mi interessa la popolarità, intendiamoci. Ma parlare di gesti e storie a lieto fine aiuta a pensare che c’è ancora del buono e che ognuno può fare qualcosa di speciale nel suo piccolo”. Francesco Genovese lo ha chiamato al telefono dopo il risveglio dal coma, per ringraziarlo: ad aiutarlo quel giorno in spiaggia, ha spiegato, un corso di primo intervento che l’azienda gli ha fatto svolgere in caso di necessità.
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