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Verso il voto

I malumori sulle candidature del Partito Democratico

Non piacciono a nessuno le scelte del Partito Democratico

Bergamo. Scelte che non hanno messo d'accordo nessuno, quelle volute dalla direzione nazionale del Partito Democratico. E non mancano i commenti da parte di quanti fanno parte del partito, iniziando dal Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che in un tweet scrive: "Giuro, rimpiango le preferenze".

I MALUMORI DA MILANO
La scelta di candidare il senatore Antonio Misiani e l'onorevole Elena Carnevali, bergamaschi, sul collegio di Milano, non manca di sollevare il malumore del consigliere comunale del Pd Daniele Nahum che affida a Facebook il proprio malcontento.

"È riuscito a fare liste peggiori di Renzi nel 2018. Sul nostro territorio- e dappertutto- ha confermato l’esistente. Come eletti di Milano avevamo dimostrato una straordinaria comunione di intenti, chiedendo che dopo tre vittorie un rappresentante di Palazzo Marino potesse rappresentarci a Roma. È stato assurdo non candidare né Maran, né nessun altro del Comune, presentando peraltro nel collegio del Senato in bilico un parlamentare di Bergamo. Tutto questo denota la scarsa attenzione nei nostri confronti. Sono state fatte fuori deputate e deputati che si sono battuti per i diritti per gente come Casini, un personaggio pare ora fondamentale dopo che è stato un pilastro dell’epoca berlusconiana. Non ho davvero parole".

IL DISPIACERE DI ANTONIO MISIANI

"Alle elezioni politiche del 25 settembre sarò candidato per il Partito Democratico al Senato, nel collegio uninominale di Milano e nel plurinominale della Puglia - scrive il senatore Misiani -. Poter affrontare in prima persona questa battaglia non era scontato, per un parlamentare di lungo corso come me. Proprio per questo considero la mia indicazione nelle liste del PD un grande onore e una importante responsabilità, di cui ringrazio il Segretario nazionale Enrico Letta.
Le elezioni del 25 settembre segneranno - qualunque sarà il loro esito - uno spartiacque nella storia del nostro Paese.
Gli elettori sceglieranno quale sarà la collocazione internazionale dell’Italia, se attuare o rimettere in discussione quel PNRR che con tanta determinazione ci siamo conquistati in Europa, se allargare i diritti e gli spazi di partecipazione della nostra democrazia o andare verso un sistema più chiuso e meno liberale, di tipo ungherese o polacco, se la difesa dell’ambiente e la decarbonizzazione sono obiettivi imprescindibili o secondari.
Il confronto è tra due visioni profondamente diverse del nostro futuro e del modello dì società da costruire.
Questa è la posta in gioco.
Ho un unico rimpianto: non sarò candidato a Bergamo e Maria Chiara e Marco, i miei figli, che per la prima volta voteranno alle elezioni politiche, non troveranno sulla scheda il nome del loro papà.
Continuerò comunque a lavorare per questa bellissima terra dove sono nato e ho sempre vissuto. Insieme agli amici e ai compagni con cui tanti anni fa, nella piccola biblioteca di Bergamo dove ci trovavamo per studiare, ho iniziato a fare politica e a servire la comunità".

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