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Il retroscena

Cessione Atalanta, che fine hanno fatto le azioni dei Radici e di Selini?

L’accordo con Percassi per cifre minori rispetto al valore attribuito alle azioni Atalanta al closing iniziale dell’operazione con il gruppo americano

Bergamo. Le azioni si pesano, ancorché quelle di una non quotata come l’Atalanta si contano pure, specie se finiscono per ridisegnare gli assetti societari.

Un po’ come avverte un saggio proverbio africano, “ Quando gli elefanti combattono l’erba viene schiacciata”, devono avere pensato i Radici e i Selini, non poi tanto metaforicamente, dissotterrando un’ascia tutta verbale prima che legale.

Oltretutto, in particolare Angelo Radici consuocero di Antonio Percassi e main sponsor di maglia, non certo una figura di secondo piano per passione e impegno economico investito nella società Atalanta.

Perché, se l’Atalanta secondo Pagliuca vale 400/450 milioni, noi (Radici e Selini) con circa l’undici per cento dobbiamo essere figli di un dio minore?

Detto e fatto, seppur non tanto velocemente, accompagnato per i Radici da qualche mal di pancia familiare, ecco l’accordo con Antonio Percassi per cifre ovviamente minori rispetto al valore attribuito alle azioni Atalanta al closing iniziale dell’operazione con il gruppo americano.

Alla definitiva conclusione dell’accordo mancherebbero a tutt’oggi le formalizzazioni previste dalla normativa, solo rinviate o comunque in corso, come la definizione della girata sui titoli oppure più semplicemente un accordo in forma scritta ma privato, con scelta del deposito o meno dal notaio. Per poi concludere con la transazione economica a completare la vicenda.

Altro aspetto. Quell’undici per cento di Atalanta, per non essere definito ancora parco buoi deve essere allocato in capo a un soggetto giuridico (si presume la Dea Srl) con l’ovvio consenso dell’azionista di maggioranza Pagliuca.

In questa piramide finanziaria Pagliuca attraverso la Dea H si è tutelato controllando anche quel pacchetto come le altre società del gruppo Atalanta. Fattore ancor più importante, con il suo 55 per cento rispetto al 45 di Percassi, ha lui il diritto di voto e quindi il totale controllo della società Atalanta. Altrimenti quel contestato undici per cento avrebbe finito per violare gli iniziali accordi che di fatto hanno fatto assumere a Pagliuca la veste del finanziatore che diventa socio, con il proprietario Percassi diventato il finanziato.

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