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Digital Life

Il cuore ignoto

Sentimenti in rete: la truffa è dietro l’angolo, ma reagire si può

Il parere dell’avvocato Silvano Sacchi

Le “frodi online” possono colpire ciascuno di noi e avvenire con forme e modalità che spesso superano la nostra fantasia.

Abbiamo tutti notato come la recente pandemia ha rappresentato per molti aspetti anche un’opportunità per “costringerci” a prendere finalmente confidenza con la tecnologia e il mondo online, portandoci indubbi benefici, quali ad esempio modalità di lavoro più flessibili, l’accesso più immediato ai servizi e più in generale, la riduzione di spostamenti costosi e superflui.

E non solo: il ricorso ormai massiccio agli smartphone che rende i nostri accessi alla rete sempre più “privati” (in Italia il 95% della popolazione ne fa uso costante) e la noia sperimentata durante il lock down hanno determinato un’impennata di interesse verso gli incontri in rete tramite siti e app.

La tecnologia ha dunque cambiato le abitudini di relazione degli italiani. Un discorso che riguarda anche le donne, ed è questo l’aspetto più interessante, visto che fino a qualche anno fa era soprattutto l’universo maschile ad essere interessato da questa dinamica.

Come con qualsiasi cosa nella vita, con gli appuntamenti online ci possono essere svariati benefici, come la possibilità di accedere facilmente a nuove amicizie senza mettersi eccessivamente in gioco, o addirittura di innamorarsi e trovare concretamente la persona della propria vita. Una recente ricerca condotta in Italia su un campione di mille uomini e mille donne di età compresa tra i 24 ed i 55 anni, il 68% degli intervistati dichiara di utilizzare o di aver utilizzato siti di incontri online o app per instaurare una relazione e il 48% dichiara che grazie al dating online è riuscito a concretizzare una relazione di almeno 6 mesi.

Ma si può anche incorrere in rischi non di poco conto.

Fra questi, un’indagine condotta da Marketdata Enterprises, società statunitense che da 35 anni conduce ricerche di mercato sulle dinamiche sociali e comportamentali in tutto il mondo, rivela come un profilo su 10, sui siti di incontri gratuiti, sia falso.

Ne sa qualcosa Martina, una donna elegante sulla sessantina che ha subito una pesante truffa perpetrata da criminali attraverso uno di questi siti.

“Mi sono iscritta perché avevo divorziato con mio marito e poiché i nostri figli sono ormai grandi non volevo rimanere sola, così ho pensato di potermi rifare una vita con un’altra persona”.

Effettivamente Martina conosce “online” un uomo che dalle foto sembra essere di bell’aspetto, ha all’incirca la sua età e le racconta di essere come lei divorziato e con un solo figlio ormai grande.

Dopo qualche mese di conversazioni via chat, le cose cambiano: “lui mi ha detto di trovarsi all’estero per lavoro e di essere stato appena arrestato e di essere prossimo all’incarcerazione per un’accusa assurda e infondata. Avrebbe potuto essere liberato pagando 10.000 euro di cauzione”.

“Ci ho riflettuto qualche giorno, poi ho deciso di effettuare il versamento” dice Martina. “Avevo fiducia in questa persona per le cose che mi raccontava e per i ragionamenti profondi che era capace di fare e visto quello che avevo condiviso con lui, mi sembrava irresponsabile non fare tutto ciò che era in mio poter per impedire che venisse incarcerato”.

Una volta effettuato il pagamento, “l’uomo” torna effettivamente a farsi sentire, dicendo a Martina che vuole incontrarla di persona per ringraziarla. Precisa però che in prigione gli hanno sottratto tuti i suoi averi e, trovandosi all’estero, per tornare in Italia ha bisogno di un bonifico dell’importo di euro 5.000.

“Versando quell’importo avrei potuto finalmente incontrare quell’uomo, con il quale si era creata una complicità che mi aveva fatto risentire viva. Nonostante avessi qualche timore, ho voluto rischiare per il meglio”.

Compiuto anche questo versamento il “lui misterioso” contatta nuovamente Martina per incontrarla a Bergamo, fissando data e luogo dell’appuntamento. Nel frattempo le chiede un ulteriore versamento di euro 8.000, richiestogli da una figlia per un’operazione improvvisa da compiere in una clinica privata.

“A questo punto mi sono insospettita: non mi aveva mai detto di aver una figlia femmina, ma soltanto un figlio maschio e perciò, dopo qualche giorno, tirando per le lunghe, ho contattato il mio avvocato. Lui mi ha aperto gli occhi facendomi capire che, purtroppo, stavo vivendo un’illusione: qualcuno stava sfruttando la mia fragilità emotiva per sottrarmi del denaro”.

Ed è così che Martina si convince a presentare denuncia-querela, continuando a prendere tempo sulle richieste di pagamento dell’uomo misterioso.

“Solo grazie alla cooperazione dello studio legale ho potuto trovare la forza di mantenere i nervi saldi: se non avessi avuto il suo supporto, avrei chiesto al mio compagno di chat il perché del suo comportamento e probabilmente lo avrei allertato facendolo dileguare”.

E così, grazie ai consigli legali, al suo sangue freddo e alle indagini delle forze dell’ordine, la nostra cliente ha identificato gli autori delle condotte, scoprendo addirittura che ai suoi messaggi rispondeva un’organizzazione di più persone che intrattenevano relazioni platoniche simulate con decine di persone, sia donne che uomini! Ora Martina sta portando avanti il processo non solo per recuperare le somme sottratte, ma anche per impedire loro di nuocere ad altri che come lei, sono solamente desiderosi di avere nuove amicizie.

 

Nota: I nomi riportati in questa rubrica sono di fantasia per ragioni di privacy

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