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A valtorta

Il Rifugio Alberto Grassi, un fresco ristoro all’ombra del Pizzo Tre Signori fotogallery

È un vero e proprio premio per un appassionato di trekking

Valtorta. Il Rifugio Alberto Grassi rappresenta un vero e proprio premio per un appassionato di trekking. La sua posizione all’ombra del Pizzo Tre Signori impedisce a chiunque di scorgerlo senza esserci concretamente avvicinati, regalando all’arrivo una vera e propria sensazione di gratitudine per coloro che si sono arrampicati sino a 1987 metri sul livello del mare.

Posta nei pressi del Passo di Camisolo, nel territorio di Valtorta, la struttura rappresenta un vero e proprio punto d’incontro fra le provincie di Bergamo, Lecco e Sondrio offrendo l’opportunità di far un tuffo fra la natura e la storia.

Costituito nel 1921 dai soci della Società Escursionisti Lecchesi (SEL) per onorare i caduti della Prima Guerra Mondiale, il rifugio sorge in un’area abitata sin dall’antichità e utilizzata un tempo per l’estrazione del materiale ferroso.

Quest’ultimo veniva infatti condotto più a valle attraverso le fucine che punteggiavano l’area e utilizzato per la produzione di chiodi, a loro volta trasportati e venduti in Valsassina e Valtellina.

Un’altra tradizione che non si è mai persa è quella legata all’ambito caseario come confermato dall’elaborazione del “Formai de Mut”, prodotto caseario tipico dell’Alta Valle Brembana e ancora oggi prodotto all’interno del vicino Alpeggio di Camisolo.

Raggiungibile dalla Valsassina partendo da Introbio e Barzio oppure dalla Valtellina mettendosi in cammino da Gerola Alta, il percorso più gettonato dai fan bergamaschi della montagna è certamente quello che prende il via da Valtorta nei pressi della località Ceresola-

Lasciando le auto nell’ampio parcheggio posto davanti al Rifugio Trifoglio è infatti possibile imboccare la strada di servizio che si dirige verso i Piani di Bobbio prima di immettersi nei pressi del primo tornante la mulattiera che attraversa la pista da sci “Nube Bianca”.

Da lì si prosegue lungo il sentiero CAI 104B che accompagna all’interno di un’ampia faggeta capace di regalare refrigerio in estate e di trasformarsi in autunno in un luogo incantato complice la progressiva caduta delle foglie.

I colori caldi della natura sono tuttavia maggiormente visibili all’uscita del bosco quando, giunti nei pressi di un ampio prato, si raggiunge il Passo del Gandazzo (1661 metri), posto a circa una quarantina di minuti dalla partenza.

Da lì la salita si inerpica, il terreno diventa più friabile e il percorso si immette lungo il sentiero 101 che accompagna al Passo del Toro che con i suoi 1935 metri consente di osservare con attenzione il Pizzo Tre Signori che, come un guardiano, veglia sull’intera vallata.

Il valico rappresenta anche un sospiro di sollievo per l’escursionista che, dopo aver affrontato oltre mezz’ora di intensa salita, può finalmente godersi la tranquillità delle vallate circostanti avvicinandosi con pazienza alla meta conclusiva.

Le fatiche sembrano ormai concluse, tuttavia è fondamentale mantenere sempre alta l’attenzione complice alcuni passaggi su roccia attrezzati con corde metalliche, utili in particolare nel periodo invernale dove il ghiaccio rischia di diventare un’insidia da non sottovalutare.

Nonostante questi “rischi”, la stagione fredda offre spesso ai gitanti la possibilità di immergersi nella pace offerta dalla montagna accompagnati da un’ampia coltre bianca da cui spunta all’orizzonte il Rifugio “Alberto Grassi” al termine di un’escursione lunga complessivamente circa due ore e mezzo.

Dopo sei chilometri e ottocento metri di dislivello superati, è quindi tempo di lasciarsi ammaliare dalle prelibatezze della cucina prima di intraprendere la via del ritorno, tenendo sempre gli occhi ben aperti nei tratti più esposti.

Partendo da Valtorta il punto di ristoro è raggiungibile anche dal centro del paese dove è possibile lasciare i propri mezzi e puntare in direzione località Costa percorrendo a piedi la strada che conduce alla frazione.

Superato l’abitato, la carreggiata diventa sterrata e, dopo aver oltrepassato una cappelletta sulla destra, si raggiunge una ripida stradina dal fondo in cemento che conduce all’imbocco del sentiero 104, destinato ad accompagnare l’escursionista direttamente al Rifugio Grassi.

Un tracciato più lungo leggermente più lungo rispetto al precedente (3h, 8,5 chilometri, 1000 metri di dislivello), ma che comunque consente di godersi con attenzione la bellezza della natura incontrando per altro le baite Lavez (1508 metri), del Cavallero (1747 metri) e Caserone (1859 metri).

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