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L'intervista

“Città dei Mille Mondi”: la Bergamo multiculturale vista dai ragazzi di Babel

Rivista gratuita, nata nel 2018, vuole essere un contenitore di storie personali e progetti virtuosi di immigrazione e integrazione. Ci racconta questa realtà Lara Bortolai, una delle redattrici

Babel è una rivista gratuita nata a Bergamo nel 2018. Vuole essere un contenitore di storie personali e progetti collettivi virtuosi di immigrazione e integrazione. Ci racconta questa realtà Lara Bortolai, una delle redattrici della rivista.

Lara, raccontaci da quale bisogno nasce l’idea della vostra rivista Babel.

Babel nasce alla fine del 2018 da un gruppo di ragazzi, con il sostegno di ACLI Bergamo – lo stesso organizzatore del festival Molte fedi sotto lo stesso cielo –, Cooperativa Ruah e la collaborazione del professor Marco Pacati, preside dell’Istituto Pesenti. La rivista nasce in un periodo particolarmente caldo a livello politico per il tema delle migrazioni: a nostro parere, all’epoca c’erano tante voci, ma sentivamo la mancanza di una voce che raccontasse le realtà virtuose di questo fenomeno. Spesso, queste realtà che funzionano fanno meno rumore, e rischiano anche di rimanere delle “bolle” chiuse e sconosciute alla maggior parte delle persone; invece, secondo noi andavano raccontate e conosciute, perché fanno parte della città di Bergamo. Per questo, il sottotitolo della rivista è Città dei Mille Mondi, per raccontare le diverse comunità bergamasche che compongono e vivono la stessa città.

Come avete scelto di raccontare questa realtà sfaccettata?

Partendo dai temi quotidiani, come il cibo, il lavoro, la scuola. Per noi, dal primo momento è stato fondamentale creare una rivista di qualità, anche nella grafica e nella sua componente ‘estetica’, ma accessibile a tutti nel suo linguaggio immediato ma sempre curato, perché potesse arrivare a più persone possibili.

Questa accessibilità comprende anche il fatto che la rivista sia completamente gratuita…

Esattamente. Siamo riusciti a creare una rivista cartacea e a distribuirla a mano per la città. L’abbiamo regalata ai passanti in alcune piazze, l’abbiamo lasciata a scuola e dal parrucchiere, nei negozi e nelle biblioteche… Con il desiderio che ogni persona, entrando in un qualsiasi luogo pubblico, potesse intercettare un Babel e sfogliarlo in libertà.

Esplorando la città per scoprire realtà significative nel contesto migratorio, entrate in relazione con i diversi spazi cittadini. Bergamo è “attrezzata” con adeguati spazi di aiuto e di espressione della multiculturalità per le persone che arrivano qui?

La nostra base sono le persone e i luoghi, quindi la questione degli spazi e di come viverli appieno è cruciale. E nelle nostre esplorazioni ci imbattiamo spesso in piccole realtà pressoché sconosciute: è accaduto, per esempio, attraverso Migrantour, un’iniziativa della Cooperativa Ruah nella quale i “nuovi cittadini” di Bergamo costruiscono un itinerario a piedi in un quartiere della città e lo raccontano a coloro che vogliono unirsi alla camminata, fermandosi in alcune tappe significative per la storia locale, oppure per la loro storia di migranti. Su questa base, abbiamo creato l’ultimo numero, nel quale abbiamo raccontato storie dai diversi quartieri seguendo una mappa immaginaria di Bergamo. E questo è stato solo il trampolino di lancio per una ulteriore trasformazione di Babel…

Puoi dirci in anteprima qualcosa di questa “trasformazione”?

Nel prossimo futuro ci piacerebbe rendere Babel un sito-mappa: la base sarebbe la mappa di Bergamo, e cliccando sui luoghi più disparati della città, si aprirebbero i collegamenti a tutte le storie che abbiamo raccolto fin qui. Vorremmo fosse un sito sempre più interattivo e in costante aggiornamento, per cui spostandosi semplicemente con il cursore del mouse, si assiste ad una esplosione di storie!

Allora resteremo in attesa delle vostre novità virtuali, oltre che cartacee. A proposito della redazione, dicevi che è composta per lo più da giovani. Magari qualcun* che ci legge vorrebbe prendere parte alla vostra rivista. Come si svolge la “vita di redazione”?

La rivista è semestrale, ma all’incirca una volta al mese la redazione si ritrova per condividere incontri, esperienze, realtà di integrazione che ha conosciuto, talvolta anche attraverso eventi, festival, film… In questo modo ci arricchiamo reciprocamente e su queste basi scegliamo di cosa parlare nel numero successivo della rivista.
Ora, però, la nostra ambizione è creare una redazione mista, per mescolare persone con background migratorio diverso e ampliare ulteriormente i punti di vista. Ma prima di questo, c’è un progetto già in corso che può interessare anche lettori e lettrici…

Così ci incuriosisci.

Abbiamo aperto un bando in collaborazione con il Liceo Sant’Alessandro per una formazione gratuita di scrittura giornalistica dedicata a tutti coloro che amano scrivere e hanno un background migratorio. In questo progetto avranno la possibilità di scrivere sia per Babel, sia per il settimanale Santalessandro.org, realizzando anche interviste e podcast. Il gruppo di lavoro si definirà entro settembre, quindi c’è ancora tempo per inviare la propria candidatura!
Potete trovare tutte le informazioni qui.

Grazie per questa condivisione. Per concludere, se le persone interessate non riuscissero a trovare i vostri numeri di Babel negli angoli della città, dove possono trovarvi?

Chi vuole leggere la nostra rivista, trova tutti i numeri in PDF sul nostro sito (qui), mentre se qualcun* volesse provare a far parte della redazione, può scrivere una mail a babel@aclibergamo.it.

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