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Salute

La patologia

La ciclista Giorgia Vettorello operata alla spalla, al Centro di traumatologia dello sport del Policlinico San Pietro, dall’equipe del prof. Bigoni

L'articolazione acromion-clavicolare è la struttura che unisce l'estremità laterale della clavicola con un’area della scapola chiamata acromion

Un delicato intervento di ricostruzione del legamento della spalla con trapianto da donatore. È quello a cui è stata sottoposta con successo qualche giorno fa, presso il Policlinico San Pietro – Gruppo San Donato, Giorgia Vettorello, ciclista professionista ventiduenne del team BePink.

La sportiva, che da poco ha concluso il suo secondo Giro d’Italia Donne, è stata operata dall’equipe del professor Marco Bigoni, equipe che da oltre 15 anni si occupa di traumatologia dello sport ad altissimi livelli, seguendo sportivi professionisti e squadre di primario livello in tutti gli sport, dal basket al calcio, dalla pallavolo al ciclismo.

“Giorgia presentava una lesione della spalla con lussazione dell’articolazione acromion – clavicolare (o lussazione della clavicola)” spiega il professor Marco Bigoni, direttore della Clinica Ortopedica e Traumatologica e del Centro di Traumatologia dello Sport del Policlinico San Pietro. “Si tratta di una delle lesioni traumatiche più frequenti nel mondo del ciclismo professionista, in genere conseguenti a cadute dalla bicicletta”.

L’articolazione acromion-clavicolare è la struttura che unisce l’estremità laterale della clavicola con un’area della scapola chiamata acromion. “La funzione di questa articolazione è dare stabilità e movimento alla complessa articolazione della spalla. Quando si lussa la conseguenza è quasi sempre una dislocazione verso l’alto della clavicola che si associa a dolore e impossibilità a muovere la spalla”.

Da più di due mesi Giorgia soffriva dolori alla spalla, dopo una brutta caduta durante un giro a tappe in Francia, ma ha stretto i denti per poter partecipare al Giro d’Italia Donne, obiettivo raggiunto grazie alla sua grande tenacia e forza di volontà. “Sono molto grata al mio allenatore, Walter Zini, per avermi dato la possibilità di partecipare al Giro d’Italia nonostante non fossi nella forma fisica migliore. Avevo alle spalle solo poche settimane di preparazione essendo stata costretta a uno stop di un mese dopo la caduta. Non mi sarei mai aspettata di farcela. E invece ci sono andata ed è stata una bellissima esperienza” racconta Giorgia.

Finito il Giro d’Italia però non si poteva più aspettare e così il suo allenatore si rivolge al professor Bigoni, che da anni collabora con società e club sportivi e vanta una solida e riconosciuta expertise nell’ambito della traumatologia sportiva.

Il professor Bigoni, insieme alla sua equipe, decidono di intervenire ricostruendo il legamento lesionato con tessuto tendineo da donatore.

“Nel caso di Giorgia non c’erano alternative all’intervento chirurgico, non solo per l’importanza della lesione, ma anche per la sua giovane età e per le sue prospettive e aspettative legate alla sua carriera di ciclista professionista” continua il professor Bigoni. “Grazie all’intervento chirurgico è infatti possibile ripristinare l’anatomia originaria dell’articolazione, stabilizzandola, e permettere un recupero ottimale della mobilità”.

“Il trapianto di tendine da donatore, e quindi di materiale biologico, in particolare rappresenta una valida alternativa rispetto alle metodiche normalmente utilizzate che prevedono l’inserimento di placche ad uncino per tenere insieme i segmenti ossei o l’utilizzo di legamenti sintetici. Ha infatti il vantaggio di offrire un risultato stabile e duraturo senza ricorrere a materiali che potrebbero favorire infezioni o dolore post-operatorio. Certo è un intervento complesso, per il quale è fondamentale avere una preparazione e skill specifiche, ma offre risultati molto superiori a tutte le altre metodiche, soprattutto nel caso di sportivi professionisti come è Giorgia”.

Dopo una sola notte in ospedale, la ciclista è ritornata a casa, a Mogliano Veneto in provincia di Treviso, dove a breve inizierà un percorso di riabilitazione post – intervento, in attesa di risalire in sella prima possibile.

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