Val Brembilla. “Gli enti accertatori hanno verbalizzato la nostra responsabilità, ma hanno escluso l’intenzione di inquinare dell’azienda. Ci scusiamo con il paese per l’accaduto”.
Non succede tutti i giorni che un’azienda ammetta pubblicamente un errore. È successo martedì a Val Brembilla, quando l’amministratore delegato della Gamba srl, Paolo Locatelli, ha pubblicato sui social una lettera di scuse indirizzata agli abitanti del paese, per chiarire lo sversamento che nei giorni scorsi ha macchiato il torrente Brembilla di un’innaturale schiuma gialla.
I controlli sono scattati dopo l’esposto di un cittadino, evidentemente preoccupato per lo stato di salute del corso d’acqua che confluisce nel Brembo. Carabinieri e tecnici dell’Arpa si sono attivati per individuare eventuali responsabilità, ammesse dalla stessa attività che ha spiegato di raccogliere “l’emulsione da smaltire in due cisterne sotterranee da circa 5 mila litri l’una, per effettuare lo svuotamento periodico secondo le norme di legge”. Durante un’operazione di manutenzione, però, si sarebbe verificata una anomalia e una certa quantità di emulsione sarebbe uscita dalla tanica. “La camera che di solito contiene gli sversamenti non ha tenuto per via di un foro non individuato dai tecnici. Pertanto – ammettono dall’azienda di meccanica – dell’emulsione è effettivamente uscita”.
La ditta si sarebbe anche resa disponibile ad un’operazione di bonifica che Arpa avrebbe ritenuto inutile per l’esiguità del materiale fuoriuscito. “Posto che lo sversamento dalla tanica è un fatto di per se anomalo, ripareremo immediatamente il foro individuato – promettono -. Faremo inoltre una indagine supplettiva con consulenti ambientali per innalzare ulteriormente il nostro livello di sicurezza”.
Un gesto, quello delle scuse, se non altro apprezzato sui social dagli abitanti di Val Brembilla e anche dal sindaco Damiano Zambelli: “Conosco Paolo Locatelli e anche suo fratello Alberto – si limita a commentare -. Il danno non dovrebbe essere grave, ma da galantuomini hanno reso pubblico il fatto”.
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