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L'intervista

San Lorenzo, l’esperta: “Quando e come vedere le stelle cadenti”

Ne parliamo con Assunta Rota, responsabile della divulgazione del C.A.B. - Circolo Astrofili Bergamaschi, a cui appartiene l’osservatorio astronomico delle Prealpi Orobiche situato a Ganda, sull’Altopiano di Selvino-Aviatico

Arriva la notte di San Lorenzo e, come ogni anno, siamo sollecitati a guardare con maggior attenzione il cielo. La data del 10 agosto, in cui si celebra questo santo, assume un significato particolarmente suggestivo perché è associata alla visione delle stelle cadenti – le cosiddette “lacrime di San Lorenzo” – e alla possibilità di esprimere dei desideri qualora si riuscisse a individuarle.

Ma cosa accade esattamente nello spazio celeste in questo giorno o, per essere più precisi, nel periodo che va dalla fine di luglio a metà agosto? Lo abbiamo chiesto ad Assunta Rota, responsabile della divulgazione del C.A.B. – Circolo Astrofili Bergamaschi, a cui appartiene l’osservatorio astronomico delle Prealpi Orobiche situato a Ganda, sull’Altopiano di Selvino-Aviatico.

Che legame c’è tra la data del 10 agosto e le stelle cadenti?

La tradizione associa alle stelle cadenti, quindi alle Perseidi di agosto, l’immagine delle “lacrime di San Lorenzo”, con riferimento al dolore del suo martirio, avvenuto il 10 agosto 258. Il richiamo alla possibilità di esprimere dei desideri, invece, trova un’interessante spiegazione nell’etimologia della parola “desiderio”, che deriva dal latino “de-” e “sidus”, “stella”, cioè letteralmente “cessare di contemplare le stelle a scopo augurale”, nel senso di avvertire la mancanza di qualcosa di importante. Nel corso della storia, questa parola ha assunto un significato molto diverso da quello che aveva inizialmente: assistere al passaggio di una cometa, nell’antichità, era presagio di avvenimenti nefasti come la siccità, la carestia, le guerra, le malattie e le pestilenze.

Sembrerebbe di notare analogie con il presente… A cosa era dovuto questo modo di concepire il passaggio delle comete?

Si riteneva che fossero simbolo di impurità e rendessero poco pulito il cielo. Secondo questa visione arcaica, tutto ciò che riguardava la sfera celeste doveva essere pulito, mentre la sporcizia avesse a che fare con la terra. E non avrebbe potuto che provenire da quest’ultima, cioè dall’uomo. Dalla concezione di Aristotele, sono dovuti passare oltre 2mila anni prima che si accettasse l’idea che non si trattasse di fenomeni legati all’atmosfera ma riguardasse lo spazio celeste. L’astronomia moderna ha cominciato a prendere forma con Galileo Galilei, poi – nel corso dei secoli – le missioni spaziali e lo sviluppo di nuove tecnologie sempre più sofisticate hanno permesso di ampliare le conoscenze sullo spazio compiendo passi da gigante.

E quando si potranno vedere le stelle cadenti?

Le stelle cadenti ci sono tutto l’anno, l’attenzione si concentra su quelle di San Lorenzo perché d’estate è più facile che le persone si soffermino a guardare il cielo.Nello specifico, le Perseidi, si possono vedere dalla fine di luglio alla fine di agosto: a rendere famosa la data del 10 agosto è stata una famosa poesia di Giovanni Pascoli, che abbina a questa ricorrenza l’uccisione di suo padre. Il momento in cui sarà più facile osservare le Perseidi, comunque, sarà tra il 12 e il 13 agosto, quando è previsto il picco del loro passaggio.

Come mai non avviene il 10 agosto?

Lo slittamento dal 10 al 12 agosto è dovuto a un fenomeno chiamato “precessione degli equinozi”.Nel corso del moto che compie attorno al sole, la Terra ruota su se stessa e, avendo un asse di rotazione inclinato di 23°, dall’Ottocento a oggi il passaggio delle Perseidi si è spostato avanti di un paio di giorni. Si tratta di un movimento continuo molto lento che comporta uno spostamento nella volta celeste: tra centinaia di anni slitterà ulteriormente.

E si riusciranno a vedere le stelle cadenti?

Va specificato che non è necessario essere muniti di telescopi o di attrezzature particolari per riuscire a vederle. Basta allontanarsi dalle interferenze luminose delle città per scorgerne la presenza. È sufficiente andare sotto cieli bui, magari in ottima compagnia, con un plaid, sdraiarsi e attendere il passaggio di questi fasci di luce. Bisogna collocarsi in un luogo lontano dalle insegne e da tutto ciò che può distogliere la nostra visione: l’inquinamento luminoso rappresenta un problema sia a livello visivo, perché ci impedisce di vedere le stelle e di apprezzarne la bellezza, sia per tutte le ripercussioni negative che comporta per la nostra salute e in termini di costi. Tenendo conto di tutti questi aspetti, va aggiunta un’altra considerazione.

Quale?

Quest’anno la visione delle Perseidi risulterà più complicata per la presenza della luna piena, che campeggerà in cielo proprio il 12 agosto. Si riusciranno a vedere, quindi, solamente quelle più luminose: le più piccole sfuggiranno alla nostra vista perché la luminosità della luna ridurrà la possibilità di vedere queste bellissime meteore.

Ha detto meteore, giusto?

Si, ed è utile fare chiarezza sull’utilizzo di questo termine. Nel nostro sistema solare viaggiano liberamente frammenti rocciosi o metallici relativamente piccoli chiamati meteoroidi. Quando entrano nell’atmosfera di un pianeta, si surriscaldano per attrito con le molecole dei gas atmosferici e si vaporizzano parzialmente o completamente. Lungo il percorso del meteoroide, i gas si ionizzano emettendo luce di vario colore: la traccia luminosa prodotta nel cielo è chiamata meteora o stella cadente. Normalmente, l’attraversamento dell’atmosfera distrugge il meteoroide lasciando come residui solo polveri meteoritiche, che cadono molto lentamente verso il suolo. A volte sopravvivono frammenti più grandi, che vengono chiamati meteoriti: in genere arrivano al suolo dopo essersi frantumati a causa della resistenza aerodinamica incontrata dal meteoroide lungo la parte finale del suo percorso all’interno dell’atmosfera.

Ci spieghi

Quelle che comunemente chiamiamo “stelle cadenti” sono sciami meteorici che si manifestano quando la Terra attraversa i flussi di detriti lasciati dal passaggio di comete e asteroidi. I frammenti rocciosi entrano a contatto con l’atmosfera alla velocità di decine di chilometri al secondo e vengono bruciati per via dell’attrito, creando appunto scie luminose. Le Perseidi “nascono” dal passaggio della cometa Swift-Tuttle che compie la sua orbita intorno al Sole in 133 anni. Per semplificare, quindi, possiamo dire che una cometa è come una palla di neve sporca, un agglomerato di minerali, silicati e rocce, cementato da ghiaccio secco e ghiaccio d’acqua. Il calore del sole scioglie i gas e questi agglomerati restano lungo l’orbita: quando la Terra, con la sua orbita, attraversa l’orbita di una stella, questi frammenti si incendiano e diventano meteore luminose.

Per concludere, quando si è a caccia di stelle cadenti, dove è meglio indirizzare il proprio sguardo?

In genere le indicazioni che vengono fornite prevedono di guardare verso la costellazione del Perseo, sotto la famosa Cassiopea. Questa zona è il radiante da dove sembra che giungano tutte, ma è una questione di prospettiva perché in realtà possono arrivare da qualsiasi punto. Per rendere meglio l’idea, possiamo fare l’esempio della percezione della neve quando siamo in auto: mentre stiamo guidando pare che i fiocchi provengano da una direzione, invece scendono dappertutto. Il mio consiglio è quello di abbracciare con lo sguardo la porzione più ampia possibile di cielo.

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