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La famiglia di stezzano

Colpiti dal fulmine e soccorsi dal vicino d’ombrellone: “Così ho rianimato il bimbo”

Giuseppe Carello, turista di Milano, è anche responsabile di primo soccorso per l'azienda dove lavora: "Condizioni estreme, ma ho cercato di fare del mio meglio”. Ancora ricoverato il padre: si temono danni ai polmoni

A soccorrerli è stato il vicino di ombrellone: Giuseppe Carello, turista di Milano ma soprattutto responsabile di primo soccorso per l’azienda dove lavora.

Come raccontato da uno dei parenti della famiglia di Stezzano colpita da un fulmine in spiaggia a Soverato, in provincia di Catanzaro, è lui che lunedì pomeriggio ha prestato i primi fondamentali soccorsi al 33enne Francesco Genovese (ancora in pericolo) e al figlio Federico, di appena 4 anni.

“Stavamo rientrando perchè il cielo era nuvoloso e si avvicinava un temporale – ha raccontato a Calabria7 -. Dopo il fortissimo boato di un tuono, un lampo all’improvviso ha colpito la famiglia, già in piedi per tornare a casa”. Tutti e quattro sono caduti a terra. “Sono corso verso di loro e le due signore gridavano continuando a dire che non ‘sentivano’ le gambe’”. Sono la moglie di Francesco Genovese, Martina Bilotta, 33 anni, e la suocera, rimaste temporaneamente paralizzate con evidenti difficoltà a rialzarsi e deambulare, secondo il racconto del soccorritore. Il piccolo e il papà, invece, avrebbero perso i sensi.

 

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“Il bimbo sembrava non avesse battito, così gli ho praticato un massaggio cardiaco e nel giro di pochi secondi è tornato cosciente – prosegue Giuseppe nel suo racconto al quotidiano locale – . L’uomo era invece in stato comatoso, ha aperto gli occhi mentre tentavo di rianimarlo, ma non era lucido”. Nel frattempo, alla pioggia si è aggiunta la grandine. A quel punto, dice di avere interrotto le manovre salvavita sotto lo sguardo impietrito dei genitori. “Ho chiamato il 118 per chiedere aiuto e indicazioni” mentre “i bagnini del lido di fianco alla spiaggia libera dove eravamo stavano all’interno della struttura balneare invitando la gente a non spostarsi perché era effettivamente molto pericoloso”.

Dopo 20 minuti sarebbero arrivate due ambulanze e i sanitari, sotto l’infuriare di pioggia, vento e grandine : “Non è stato facile. Erano condizioni estreme e nel mio piccolo ho cercato di fare del mio meglio”.

Francesco Genovese, venditore d’auto per un noto gruppo in provincia, martedì era in coma farmacologico nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Il fratello della moglie, Antonio Bilotta, volato da Bergamo alla Calabria per starle vicino, senza sbilanciarsi troppo ha parlato di qualche timido segnale di miglioramento. “Spero davvero si riprenda, ho versato tutte le lacrime che avevo in corpo”, ha confidato a Bergamonews ringraziando Giuseppe per il suo altruismo. “È stato il nostro angelo”. A parte le lesioni cutanee, effetto diretto del fulmine, per il cognato si temono conseguenze ai polmoni. La sorella e la madre, già dimesse, sono invece fuori pericolo. Resta sotto osservazione il nipotino.

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