Bergamo. Gabriele Rossi ha compiuto 14 anni a giugno. Vive a Valtesse con mamma, papà e la sorella più piccola. L’anno prossimo studierà meccanica — non a caso. Segni particolari? Uno su tutti: è in testa al campionato regionale lombardo di motocross, categoria 85. In sella al suo Husqvarna, è a due gare di distanza dal titolo.
Un nuovo trofeo, forse il più importante, da aggiungere ad una collezione che già fatica a stare sulle mensole di casa: “Li ho contati l’altro giorno, sono 44. Il più bello è quello del terzo posto ai campionati italiani nel 2017. È stata una delle mie primissime gare. La prima me la ricordo: ero in provincia di Brescia”.
“Non sapevamo nemmeno fosse una gara del campionato italiano” aggiunge mamma Pamela. “C’erano gli altri genitori che ci dicevano che Gabriele era veramente forte. Eravamo a Trento. Abbiamo scoperto lì che erano le selezioni per i campionati italiani”.
Gabriele allora aveva 9 anni e aveva appena iniziato a frequentare le gare. Va in moto da quando aveva 6 anni e, al contrario di quanto spesso accade, non è stata una passione trasmessa da mamma e papà: “Si può dire che me l’ha trasmessa la nonna: dopo la scuola andavo sempre in edicola con lei e mi comprava i giornali delle moto”.
I genitori poi lo hanno assecondato: “Mi hanno comprato la moto a 6 anni: l’ho usata in un campo, sono caduto e mi sono spaventato. Dopo un anno ho chiesto ai miei genitori se potevo andare nuovamente. E non sono più sceso. Ho provato un po’ di sport, calcio, basket… Ma preferisco la moto”.
“È iniziato tutto per gioco, poi abbiamo visto che qualche potenzialità c’era, e da lì abbiamo iniziato a a fare più sul serio”, spiega la mamma. “Pensavamo si stancasse in fretta, e invece ci ha sorpreso”.
A 8 anni – età minima per fare la licenza – la prima gara. Da lì, la crescita. Oggi corre per la squadra del Dream Team Motocross Lumezzane in categoria 85 (la seconda dopo la 65) e si alterna tra nazionale e regionale. “Ma ho provato anche a fare l’Europeo: è andata benino. Sono arrivato 14° nella prima gara, su 40”. L’anno prossimo farà il salto al 125.
Non cambierà salvo sorprese il suo numero: corre con il 90. “Un amico di mio papà fa Enduro, si chiama Rudy Moroni e corre con il 90. Mio papà ogni tanto andava in moto con il 90. Così l’ho scelto anche io, poi non l’ho più cambiato”. Anche se una volta è stato costretto a farlo: “Ad una gara era già occupato e così ci ho messo davanti il 2: 290”. Il triplo 2 era il numero del suo idolo Tony Cairoli, pluricampione del mondo, che Gabriele ha anche incontrato in tenera età.
“Da genitore non è facile” dice mamma Pamela, “sia a livello di tempo che di costi è davvero complicato, essendo tutto a carico nostro: o un pilota ha degli sponsor o ognuno paga di tasca propria. Oltre che vederlo fare sempre salti di 40 metri… La passione è nata proprio da lui: tutti i suoi amici sono stati iniziati dai papà. Invece in casa nostra non c’è mai stata la cultura dei motori. Papà e il nonno giocavano a calcio”.
In più nemmeno la logistica ha aiutato: la pista più vicina alla città di Bergamo è a Covo, ma è aperta solo da un paio d’anni: “Prima andavamo a Lodi o Brescia. Giravamo il nord Italia”. Sempre da autodidatta: “Ho studiato tutte le tecniche da solo. Avevo un maestro ma ci sono andato poco. Mi ha aiutato papà… Poi sono cose impari con il tempo”.
Parallelamente, una rigida disciplina alimentare e di allenamento: “Vado in palestra martedì e venerdì, poi sabato e domenica vado alle gare. Ho un programma di allenamento e dieta da seguire”. Conferma la mamma: “Il livello è veramente alto: se vuoi cercare di stare al passo bisogna fare anche questo. Palestra, preparazione, attenzione alimentare”. E non manca un pizzico di superstizione, come in ogni competizione che si rispetti: “Sul paracolpi del manubrio gli attacco un corno di peperoncino. Sono quelle cose scaramantiche…”.
La prossima gara per Gabriele sarà a settembre, un weekend nelle Marche per una gara del campionato nazionale: “Ma tanto non si vede mai il mare”, sorride la mamma. Per un figlio questo e altro.
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