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Focus di Ismea sulle tendenze dell’agricoltura biologica

Bolis (Confai Bergamo): "Crescono le superfici coltivate, ma preoccupa il calo dei consumi "

“Le attuali tendenze dell’agricoltura biologica, così come sono state recentemente sintetizzate dal Prof. Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, mostrano un comparto che si caratterizza per una crescita costante delle superfici coltivate e per il conseguente impatto positivo a livello ambientale. D’altra parte preoccupa il fatto che il trend dei consumi sia rallentato nel quadro delle condizioni di generale difficoltà che il paese si trova ad affrontare”: con queste parole il presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, Leonardo Bolis, ha commentato i risultati di un approfondimento realizzato dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare intorno alla situazione attuale dell’agricoltura biologica in Italia.
Lo studio segue di alcuni mesi la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 23/2022, avvenuta in aprile, contenente misure per la tutela e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e l’acquacoltura con metodo biologico. A sua volta la legge era stata preceduta dall’entrata in vigore (a gennaio 2022) del nuovo Regolamento europeo 2018/848, relativo alla produzione ed etichettatura di alimenti biologici.
In base ai dati riferiti da Ismea, la superficie biologica italiana è arrivata a totalizzare quasi 2,2 milioni di ettari a fine 2021. Qualora fosse mantenuto questo ritmo di crescita anche nei prossimi anni, il comparto potrebbe raggiungere complessivamente i 2,7 milioni di ettari nel 2027, anno di conclusione della nuova programmazione della Politica agricola comune (Pac), prevista per il periodo 2023-2027.
“Si stima che il nuovo ciclo della politica agricola europea dovrebbe portare all’agricoltura biologica italiana risorse complessive per quasi 2 miliardi di euro nel corso di un quinquennio, includendo la quota di cofinanziamento nazionale – osserva il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo -. Si tratta di stanziamenti che potrebbero rilanciare gli investimenti e rafforzare la filiera, attenuando gli effetti di una congiuntura che ha ridotto i redditi dei consumatori e che rischia pertanto di mettere un freno ad un ciclo virtuoso in corso da molti anni”.
In Bergamasca il comparto biologico, similmente a quanto avvenuto in molte aree del paese, ha fatto registrare una crescita significativa durante l’ultimo decennio, raggiungendo la soglia dei 270 operatori attivi.

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