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I consigli

Infiammazione, tutti i consigli della reumatologa di Habilita

Le patologie reumatiche comportano l'infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli e, nei casi più gravi, possono arrivare a coinvolgere anche altri organi. Se diagnosticate e curate in maniera tardiva, il paziente potrebbe correre il rischio di perdere la funzionalità delle strutture infiammate

Le patologie reumatiche comportano l’infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli e, nei casi più gravi, possono arrivare a coinvolgere anche altri organi. Se diagnosticate e curate in maniera tardiva, il paziente potrebbe correre il rischio di perdere la funzionalità delle strutture infiammate.
Grazie a diagnosi precoci e a terapie mirate e tempestive, con l’utilizzo di metodologie sempre più avanzate, è oggi possibile trattare queste malattie sin dal loro esordio, evitando così che evolvano in forme più severe.
Esistono però anche altri aspetti molto importanti che, integrandosi con cure mediche specifiche, concorrono a rallentare la progressione di queste patologie: ne è un esempio una corretta alimentazione. Una nutrizione bilanciata, infatti, ha un impatto fondamentale nelle patologie reumatiche e nelle malattie infiammatorie croniche. A sostegno di questa tesi, la Dr.ssa Eleonora Bonacci, reumatologa di Habilita, riporta uno studio condotto da un gruppo di nutrizionisti e reumatologi che fa capo alla Società Francese di Reumatologia, «che ha preso in esame tutta la letteratura medica disponibile sul tema, andando alla ricerca di evidenze scientifiche per poter creare una serie di raccomandazioni alimentari da fornire ai pazienti affetti da malattie reumatiche o ad alto rischio. Successivamente sono stati definite linee guida che rappresentano un valido supporto anche, e soprattutto, per il reumatologo, che spesso deve rispondere alle domande dei pazienti in merito alla dieta più adatta alla propria patologia». Fino a questo momento, infatti, non esisteva uno studio a cui far riferimento per rispondere in modo preciso e univoco.

Il prof. Mauro Galeazzi, Presidente Nazionale della Società Italiana di Reumatologia nel biennio 2016/2018, aveva sottolineato già anni fa come all’alimentazione errata fossero riconducibili oltre il 90% dei casi di gotta e il 60% di osteoporosi. Lo studio relativo alla nutrizione corretta per pazienti affetti da patologie infiammatorie croniche ha quindi preso in esame tutte le diverse possibili diete oggi esistenti e il risultato finale, sulla base di confronti incrociati e valutazioni oggettive, è stato sorprendente.
“Nonostante la diffusione attuale di una grande varietà di diete (vegana, vegetariana, ketogenica…) la dieta che possiede la più alta capacità antinfiammatoria e antiossidante, e quindi più efficace nel contrastare i sintomi provocati dalle patologie reumatiche, è la dieta mediterranea” spiega la Dr.ssa Bonacci. “Si tratta di una dieta basata su frutta e verdura di stagione, cereali non raffinati e uno scarso consumo di grassi di origine animale a favore di un consumo di grassi di origine vegetale. Seguire in modo costante queste indicazioni alimentari aiuta sia a prevenire stati infiammatori cronici, sia, in chi già è malato, a prevenire possibili riacutizzazioni. Va comunque sottolineato che adottare semplicemente un comportamento alimentare corretto e bilanciato non può sostituire in alcun modo la terapia farmacologica in quanto nessuna dieta si è mai dimostrata efficace nel fermare completamente una malattia reumatica. Un’alimentazione equilibrata, però, può dare una mano importante e affiancare la terapia farmacologica per rendere più efficace il trattamento”.

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