• Abbonati
L'intervento

“Dal Superbonus grandi benefici per l’economia, ma alle nostre imprese manca liquidità”

Nella nostra provincia il rinnovo edilizio, sostenuto dagli incentivi, e un ciclo favorevole per infrastrutture e edilizia non residenziale hanno portato ad un incremento del valore della produzione pari al 21%: eppure il settore vive ancora grandi criticità

* di Vanessa Pesenti, presidente Ance Bergamo

Il superbonus continua ad avere effetti positivi sull’economia, sul lavoro e sul gettito dello Stato, eppure le imprese sono a rischio liquidità e sono ancora in attesa di soluzioni per quanto riguarda la cessione del credito.

Un recentissimo studio di Ance ha determinato le maggiori entrate nel bilancio dello Stato che derivano dai redditi pagati agli operai dei cantieri coinvolti, dai prodotti utilizzati, dalle parcelle dei professionisti e dai redditi degli imprenditori. In pratica il costo complessivo del 110% non si può determinare senza considerare gli incassi che lo Stato ottiene per l’attivazione degli investimenti. L’analisi ha evidenziato che il costo effettivo a carico del bilancio dello Stato è pari al 53% e che il 47% dei crediti fiscali rientra all’erario come nuove tasse, Iva e contributi vari. Non a caso Ance stima che il 30% dell’extragettito fiscale del primo semestre 2022 sia dovuto al superbonus.

Secondo l’Enea, al 30 giugno 2022 sono stati registrati interventi per complessivi 35,2 miliardi, che determinano un impegno finanziario per lo Stato pari a 38,7 miliardi (110% dei lavori che saranno realizzati). Quindi, se il 47% dell’investimento rientra già il primo anno nelle casse dello Stato, si stima in 18,2 miliardi il sollievo per l’indebitamento statale.

Inoltre, 13,9 miliardi sono stati finanziati a valere sulle risorse del Pnrr, e non graveranno sui conti pubblici.

Il risultato finale, dunque, rileva che è di soli 6,6 miliardi il costo effettivo per lo Stato degli interventi di ecobonus previsti.

L’intervento di superbonus è coperto già per la metà dalle entrate generate direttamente dal cantiere, e se a queste si somma l’indotto, il saldo è nettamente positivo.

Pensiamo ad esempio agli interventi derivanti dalla produzione dei materiali impiegati e dalle relazioni della filiera delle costruzioni con tutti i settori economici: la recente indagine di Nomisma, quantifica in 125 miliardi il valore economico complessivo generato dal Superbonus a cui va aggiunto il valore ambientale e sociale generato dagli interventi, come la riqualificazione del patrimonio con il conseguente incremento del valore immobiliare, da un lato, l’incremento dell’occupazione e la possibilità di accesso alla misura anche alle fasce meno abbienti, dall’altro.

Senza dimenticare infine che, proprio grazie ai bonus, l’edilizia con il suo trend positivo continua a trainare la crescita del Pil.

Nella nostra provincia il rinnovo edilizio, sostenuto dagli incentivi, e un ciclo favorevole per infrastrutture e edilizia non residenziale hanno portato ad un incremento del valore della produzione pari al 21%.

Ma nonostante l’evidenza, il nostro settore vive ancora grandi criticità: le problematiche ancora aperte sul fronte della cessione del credito, come la responsabilità in solido, mettono in ginocchio le imprese, che si trovano in una situazione di grande fragilità sul piano finanziario.

Ci auguriamo che il Consiglio dei Ministri di giovedì pomeriggio sblocchi realmente il meccanismo, tenendo fede all’impegno assunto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, per evitare il fallimento di tante di imprese che hanno immagazzinato i crediti ma che ora non riescono più a monetizzarli. Una situazione che mette a rischio il proseguimento dei lavori e la sopravvivenza delle stesse imprese.

Tutto questo, è bene non dimenticarlo, si inserisce in un contesto noto di rincaro eccezionale dei costi di materiali e dell’energia, a cui danno una tiepida risposta gli adeguamenti dei prezzari: l’ultimo in ordine di tempo è proprio quello relativo alle opere pubbliche di Regione Lombardia.

Gli incrementi rilevati dalla Regione confermano l’aumento dei costi di costruzione, riavvicinando le quotazioni ai valori di mercato che, in alcuni casi, rimangono però superiori, soprattutto per quelle lavorazioni – ad esempio nel settore stradale – dove è elevata l’incidenza di questi costi.

È però fondamentale che gli enti locali applichino il prezzario, che è obbligatorio utilizzare a partire dal 1° agosto, tanto nelle nuove gare quanto negli adeguamenti riferiti agli appalti in corso, considerando anche la possibilità di applicare il coefficiente territoriale in aumento, pari al 5% per la provincia di Bergamo (previsto dalla Regione in considerazione delle variazioni dei costi determinate dalla localizzazione dei lavori).

Inoltre, per quanto riguarda gli appalti in corso, è essenziale che le stazioni appaltanti, prive di risorse economiche, si attivino per l’accesso ai Fondi ministeriali, la cui prima finestra si chiuderà il 31 agosto, per consentire il pagamento dei maggiori costi determinati dagli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali. Opportunità che Ance Bergamo ha già ricordato, e sollecitato, a tutti gli enti locali.

Tutto questo però non basta, servono adeguamenti dei prezzi e di compensazioni degli extra costi più tempestivi e incisivi. È opportuno che Regione Lombardia individui al più presto meccanismi di rilevazione dei prezzi che consentano aggiornamenti costanti e maggiormente allineati all’andamento del mercato, garantendo la corretta remunerazione per tutte le categorie di lavori edili, senza la necessità di interventi straordinari.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI