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La bella iniziativa

Chef Mazzoleni chiude Al Carroponte e cucina per i senzatetto: “Cerchiamo di regalare una giornata normale” video

Chef Mazzoleni ha detto no alle richieste dei clienti per il pranzo di mercoledì 3 agosto perché il servizio e le carezze dovevano essere regalati agli ospiti della Fondazione Opera Bonomelli

Bergamo. “Oggi chiudo il ristorante e non mi interessa dell’incasso. Cerchiamo solo di regalare a queste persone una giornata normale, di curarle e coccolarle. Dobbiamo iniziare a preoccuparci sul serio di queste situazioni perché ne vediamo troppe”. Poche parole, non vuole stare al centro dell’attenzione Oscar Mazzoleni, patron del ristorante Al Carroponte di via De Amicis. Perché al centro ci sono e ci devono essere loro: i poveri e i senzatetto di Bergamo.

Chef Mazzoleni ha detto no alle richieste dei clienti per il pranzo di mercoledì 3 agosto perché il servizio e le carezze dovevano essere regalati agli ospiti della Fondazione Opera Bonomelli. Sessantadue per la precisione, quasi tutti uomini ma anche una presenza femminile. Sono alcune delle persone che l’Opera accoglie nei suoi alloggi tra le cinque comunità del Nuovo Albergo Popolare e i 25 appartamenti di cui dispone sul territorio, per un totale di 125 persone che ogni anno vengono aiutate ad uscire dalle situazioni di problematicità da cui arrivano: povertà, abbandono ma anche dipendenze.

Seduti in tre lunghe tavolate insieme alle loro figure di riferimento – gli operatori – gli ospiti della Fondazione Bonomelli hanno mangiato tra i sorrisi e le battute. Un pranzo di ricercata semplicità, gustoso e apprezzato: un piccolo antipasto, un risotto ai formaggi, un gulasch di manzo con polenta e patate più il dolce. Il pranzo solidale si ripete per la seconda volta dopo quello dello scorso anno. Un momento di condivisione, fatto soprattutto con l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e istituzioni a un tema, quello della povertà e dell’abbandono, sempre più diffuso anche a Bergamo. “Non ci rendiamo nemmeno conto delle fortune che abbiamo. Cosa costa a noi un pranzo? Non abbiamo bisogno di nulla, e il sorriso ed il grazie di queste persone è la migliore ricompensa”.

Quello che manca è una rete sociale. “Le persone che arrivano all’Opera Bonomelli e al Nuovo Albergo Popolare – spiega il direttore Giacomo Invernizzi – sono sempre un po’ lo specchio del contesto sociale in cui viviamo. Oggi arrivano persone che sono il frutto di una fragilità delle reti sociali. Se nel passato arrivavano dopo percorsi lunghi di marginalità perché avevano una rete che li conteneva oggi questo processo è più fragile e i tempi si riducono”. Ogni piccolo gesto però ha un grande valore e può fare la differenza, come dimostra il pranzo al Carroponte. “L’evento di oggi è significativo perché ci porta a evidenziare quanto a volte basta poco perché i contesti sociali siano accoglienti e riescano a tenere dentro anche le fragilità. È quello di cui abbiamo bisogno, cioè di comunità territoriali che siano capaci di individuare le fragilità, accoglierle e accompagnarle. Oggi abbiamo contesti sociali tendenzialmente sempre più autoreferenziali. Più abbiamo questi contesti e sempre più avremo fasce delle popolazioni che arriveranno al Nuovo Albergo Popolare o in strada”.

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